martedì 24 gennaio 2012

pc 25 gennaio - Fuori l'Italia imperialista dalla Libia!


L'imperialismo italiano, dopo le bombe, passa all'incasso con il nuovo governo-fantoccio libico al servizio dell'imperialismo Nato/UE.
Il 21 gennaio il governo "tecnico" Monti ha incontrato a Tripoli il presidente "tecnico" del Cnt, Mustafa Abdel Jalil, per rafforzare la presenza e difendere i profitti dei padroni italiani in Libia che la guerra imperialista ha ridimensionato a favore della Francia e dell'Inghilterra.
Oltre a Monti, la delegazione era composta dal ministro degli Esteri Giulio Terzi di Sant’Agata e quello della Difesa Gianpaolo Di Paola. Ovviamente il vero ministro degli esteri era l’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, vero "dominus" delle questioni libiche. In ballo ci sono gli affari della ricostruzione, il petrolio e le partecipazioni libiche nei colossi industriali e finanziari italiani, Unicredit e Finmeccanica su tutti. Ma anche i respingimenti degli immigrati che sono stati sanciti dal Trattato d'amicizia del 2008, stipulato col governo Berlusconi. Non manca il sostegno attivo al governo filoimperialista libico da parte del governo italiano per la parte riguardante la formazione delle forze di polizia. Inoltre “ci accingiamo - ha riferito Di Paola - ad avviare una cooperazione nel settore della sicurezza e della difesa”. L’impegno riguarderà in particolare “l’addestramento, lo sminamento, la sorveglianza del territorio e la cessione di mezzi alle forze libiche”.
Per questo l'Italia imperialista invierà in Libia un contingente di 100 consiglieri militari e istruttori, 54 ufficiali e 46 sottufficiali. Il decreto che rinnova le missioni oltremare la chiama Operazione Cirene e costerà quest’anno 10 milioni di euro suddivisi in 7 milioni per il personale e 3 per il funzionamento.
L'aggressione alla Libia è "ha rappresentato per l’Aeronautica Militare italiana l’impegno più imponente dopo il secondo conflitto mondiale", come ha detto il capo di stato maggiore delle forze aeree, generale Giuseppe Bernardis. L’80% circa delle missioni aeree alleate sono partite da 7 basi italiane (Amendola, Aviano, Decimomannu, Gioia del Colle, Pantelleria, Sigonella e Trapani Birgi).
Inoltre, per "accecare" radar, intercettare convogli e bombardare il popolo libico, l'Italia imperialista ha sperperato non meno di 260 milioni.
Dopo l'attacco alle pensioni, l'aumento di tasse e tariffe, la negazione di fondi per il lavoro e quelli per la cassaintegrazione, il governo del "rigore ed equità", il governo Monti, continua a scaricare le scelte guerrafondaie della borghesia imperialista italiana sui lavoratori e masse popolari.
Via l'Italia dalla Libia!
Via il governo Monti, imperialista guerrafondaio!
Viva la resistenza del popolo libico!

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