venerdì 16 settembre 2011

pc 16 settembre - Tempo di bilanci: i primi 100 giorni di Pisapia. Da un compagno del circolo pc milano

Tempo di bilanci: i primi 100 giorni di Pisapia.

PRIMA PUNTATA
Tra la manovra finanziaria del governo che taglia i fondi; gli intrecci “pericolosi”(politica e “malaffare”, ovvero c’è del marcio in quel di Sesto); difesa dei valori, tra i quali per esempio la Resistenza; la difesa del posto di lavoro e “nuove” prospettive(Expo); il diritto alla casa; diritto di cittadinanza degli immigrati; il diritto alla salute e sicurezza, sul lavoro e nei territori; la legalità, ovvero lotte e repressione (continuità con la MILANO NERA della Moratti, fatta di militarizzazione/STATO DI POLIZIA – denunce – sgomberi -? o altro); il diritto di culto (gli islamici sono uguali ai cattolici?); i diritti delle donne e della comunità omosessuale;
quali risposte e quali cambiamenti mostrano il vento “nuovo” del cambiamento, che tante speranze e attese hanno seminato –anche- tra lavoratori/giovani e masse proletarie?
A premessa di questa analisi
diciamo subito: che in 100 giorni è “difficile” cambiare tutto, ma alcune scelte mostrano la strada che verrà; che bisogna tenere in considerazione il dispiegarsi dell’attacco (la canea) della destra, tramite alcuni esponenti –come De Corato o Masseroli- o i mass media della “famiglia” Berlusconi, che rappresentano una, loro, necessità per difendere il discredito che hanno accumulato. Come è importante ritornare, in seguito, su tutti i punti per rendere l’analisi un’arma contundente nelle mani dei lavoratori e delle masse.
Questo è necessario per evitare estremismi e opportunismi di varia natura, tipo: “sono tutti uguali”, che riduce il tutto ad un monolite privo di contraddizioni; o “meglio Pisapia che De Corato” creando false illusioni del “governo migliore” a cui possono aspirare le masse.

LA MANOVRA FINANZIARIA CHE TAGLIA I FONDI: l
La giunta Pisapia si è unita al coro dei vari sindaci – di centro destra e di centro sinistra - che ha “criticato” i tagli, ma a differenza di altri, e in tutta fretta, si è prodigata nell’aumento delle tasse scaricandole, principalmente, sulle spalle dei lavoratori-precari-disoccupati-pensionati-immigrati. Possono inquadrarsi in quest’ottica, foraggiata dall’assessore al Bilancio –Tabacci- (“l’uomo” della limatura dei conti): introduzione dell’addizionale Irpef (che i milanesi non avevano mai pagato); ha annunciato l’introduzione della tassa di soggiorno; l’aumento del
tichet per i mezzi ATM (da 1 euro a 1,50). Qui la “scusante” utilizzata è stata la vuotezza delle casse comunali, problema vero, ma altrettanto conosciuto da Pisapia prima della sua elezione - gli autori di questa ruberia erano noti: la giunta Moratti e i vertici delle varie consociate come ATM.
Ci si aspettava un cambio di passo che raccogliesse il grido di “dolore” delle altre amministrazioni locali, non limitandosi ai pellegrinaggi e suppliche a Napolitano (cioè l’uomo dalla firma facile, “uomo” della provvidenza non tanto e non solo per
il governo Berlusconi, ma tutore di questo sistema antioperaio e antipopolare). Anzi col fatto di aderire, a parole, alla giornata di protesta del 15 settembre (che prevedeva l’azione simbolica della chiusura degli uffici comunali), ha pensato bene di distribuire una lettera ai milanesi che sinteticamente dice: «Il Comune, a causa della manovra del Governo, rischia di non essere più in grado di dare i servizi». Cosa non diversa dal diktat della Lega verso i propri sindaci.
Non solo queste prime risposte sono sbagliate, ma in fin dei conti mostrano, mascherandosi dietro il leit motiv “al ladro, al ladro”, l’accettazione della linea governativa. Prendiamo ad esempio l’aumento del biglietto ATM. Visto che prima Albertini poi la Moratti insieme all’AD e Presidente di Atm, Catania, hanno dissipato più di 20milioni di euro (giocandoli in Borsa), anziché limitarsi a
dimissionare Catania (non sarà presidente e AD ma continuerà ad essere Direttore generale, percependo uno stipendio di 240mila euro –non può essere licenziato perché per legge gli dovrebbero “regalare” 2 anni di stipendio e corrispondergli la liquidazione, senza contare le penali), non si poteva ipotizzare una sorta di Class Action con relativo sequestro dei beni e riutilizzo del maltolto per nuovi posti di lavoro miglioramento del servizio?

INTRECCI ‘PERICOLOSI’ – POLITICA E MALAFFARE:
Scandalo dopo scandalo è davanti gli occhi di tutti qual è la natura di questo sistema. Pisapia in campagna elettorale si era fatto paladino della trasparenza, a partire dalle nomine degl’assessori, ed ora si trova a dover gestire la grana Maran (assessore alla Mobilità), che si trova ‘coinvolto’ per affinità nel caso Penati. Anziché applicare il “progetto trasparenza” Pisapia e sospendere momentaneamente l’assessore, si è limitato a difenderlo a spada tratta senza fugare i dubbi. Cosa non diversa dalla linea seguita dalla giunta Moratti come nel “caso” Pennisi o del governo Berlusconi nei tanti casi giudiziari in cui è implicato. E tutto questo incalzato al suo interno dall’IDV.
Forse ha ragione “l’amico” Dario Fo? Questi dice: "Pisapia fa fatica a combattere la sua battaglia perchè si ritrova circondato da tutti quelli che sono saltati sul carro del vincitore. Mi riferisco a quella sinistra che per vent’anni ha sempre perso e adesso si è buttata dentro. Come quei cagnolini che si infilano sotto la tavola, sperando di raccogliere qualche briciola di avanzi. E poi c’è chi si camuffa e vuole partecipare alla spartizione della torta grande. Spero che il sindaco abbia il coraggio e la tenuta necessaria".
E visto che era stato uno dei cavalli di battaglia in campagna elettorale, che fine ha fatto l’istituzione della Commissione Antimafia (negata dalla precedente giunta, dal prefetto, al grido “a Milano la Mafia non esiste”) per fare “luce” sugli intrecci politica-criminalità-forze dell’ordine (le cosiddette mele marce, come nel caso del commercialista A Carlomagno che aveva creato alcune società offshore per evasione finanziaria in cui era coinvolto un maresciallo e il direttore di una banca di Erba)?

DIFESA DEI VALORI –LA RESISTENZA-:
Milano è città Medaglia D’Oro alla Resistenza ed è anche città della Moda. Ma la memoria e i valori della Lotta Partigiana in questi anni sono stati ampiamente attaccati/revisionati sia da destra che da sinistra, mentre sono stati stesi tappeti ai noti stilisti evasori. Sedi dell’Anpi sfrattate-sedi di proprietà del Comune dati a gruppi nazifascisti-ecc., mentre ai creativi del made in Italy si è concesso di tutto e di più, sino alla recente disponibilità per le sfilate del Sacrario della
Loggia dei Mercanti. Scelta che ha visto la denuncia dell’Anpi e della madre (Cini) dell’assessore alla -Cultura-Expo-Moda e design- Boeri. E così il “nostro” assessore ‘antifascista’ ha fatto retromarcia dichiarando: “Questa scelta - spiega Boeri, ringraziando la camera della moda e il sovrintendente - conferma e anticipa fin dai prossimi giorni la volonta’ di questa amministrazione di valorizzare lo spazio della Loggia dei mercanti come luogo di memoria attiva della storia politica di Milano. Assieme alla casa della memoria, la cui realizzazione e’ prevista nel quartiere Isola, e ai molti altri luoghi della Resistenza milanese, la Loggia costituisce un punto di riferimento per il ricordo della lotta partigiana a Milano. Luoghi che non vanno mummificati, ma resi vitali nel rispetto della loro natura di
‘dispositivi di memoria’ per tutta la citta’”.
Belle idee e buone intenzioni, di certo non mancheranno occasioni per misurare la coerenza di questa giunta. La prossima volta Boeri non aspettare l’Anpi e la mamma per rinfrescare l’antifascismo.

Nessun commento:

Posta un commento