mercoledì 14 settembre 2011

pc 14 settembre - la giornata di lotta del 13 settembre alla Dalmine bergamo

CONTRO LA MANOVRA ECONOMICA: OCCORRE UNA LOTTA GENERALE, AUTONOMA DALLE STRUMENTALIZZAZIONI DI SINDACATI CONFEDERALI E FALSA OPPOSIZIONE PARLAMENTARE

Il governo Berlusconi, dopo quattro riscritture, ha varato il testo definitivo della manovra finanziaria 2012-2013 che ha già ottenuto la fiducia del Senato, mentre in questi giorni sta passando anche in Parlamento. Una manovra, da 54 miliardi tra le più pesanti degli ultimi decenni, che da un lato scarica la crisi sui lavoratori, precari, disoccupati, donne, masse popolari e dall’altro vuol fare avanzare nelle fabbriche un regime di vero e proprio fascismo padronale per ridurci come schiavi attraverso la libertà di licenziare.
Leggendo tra i numeri, che la stampa cerca di oscurare, emerge chiaramente l’odio di classe che governo e padroni esprimono verso gli operai e che è l’anima nera ha fondamento di questa manovra:
36 miliardi di misure fiscali di cui: 14 nel 2012 in cui le maggiori entrate 4,2 miliardi vengono dall’aumento dell’IVA dal 20 al 21% , mentre dal contributo di “solidarietà” del 3% dei 34mila ricconi italiani che guadagnano più di 300mila euro l’incasso è di 54milioni nel 2012, lo sblocco delle addizionali comunali e regionali con aumento aliquota IRPEF rispettivamente fino allo 0,8% e all’1,4%, il resto dovrebbe arrivare dalla “lotta” all’evasione, ma invece viene inserita la proroga di 1 anno per gli accertamenti Iva collegati al condono del 2002 e il carcere scatta solo per chi evade oltre 3milioni di euro (l’imposta evasa dovrà essere superiore al 30% del volume di affari).
18 miliardi di tagli alla spesa che verranno: dall’anticipo di 2 anni al 2014 dell’adeguamento delle pensioni di vecchiaia delle lavoratrici nel settore privato a 65 anni, dal TFR differito di 2 anni per i dipendenti pubblici, dai tagli agli enti locali e la privatizzazione dei servizi pubblici, mentre viene alleggerito il taglio previsto ai parlamentari 10% per le retribuzioni superiori ai 90 mila euro (parte eccedente questa quota) e del 20% sopra i 150mila euro.
Viene poi inserita l'attacco all'art. 18, con meno vincoli sui licenziamenti, alla contrattazione, dando valore retroattivo erga omnes dei contratti in deroga, quindi con riconoscimento e traduzione in legge degli accordi Fiat di Pomigliano e Mirafiori che cancellano diritti, attaccano la malattia e la libertà di sciopero. In un quadro di generale cancellazione dello Statuto dei lavoratori e di massima libertà ai padroni e massima precarietà dei lavoratori.

Questo è il cuore e la sostanza della manovra governativa, il resto si tratta di pura propaganda volta a salvaguardare privilegi del sistema politico.

A fronte di questo attacco, i partiti di opposizione parlamentare si uniscono più o meno al governo, le organizzazioni sindacali con l'intesa del 28 giugno, compresa quella della Cgil della Camusso, avevano scelto già di fiancheggiare il governo nella crisi.

Per questo i proletari, i lavoratori, le lavoratrici, le masse popolari non hanno altra scelta che difendere con la lotta redditi, lavoro, diritti e condizioni di vita e di lavoro; attraverso l'utilizzo di forme di lotta che puntino al blocco effettivo di posti di lavoro, strade, città, con assedio di luoghi istituzionali e parlamentari compartecipi di questo pesante attacco; fino ad ottenere risultati concreti in particolare l'art. 18, i contratti nazionali, le pensioni.
SLAI COBAS per il sindacato di classe
Sede regionale: Dalmine Viale Marconi,1 24044 (Bergamo) Fax 035/19968666 Cell. 335/5244902

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