giovedì 15 settembre 2011

pc 15 settembre - ITALIA: 15 MILIONI DI DISOCCUPATI

Il governo gioca sempre con le cifre che riguardano i fenomeni sociali per darne una visione rassicurante, come dice Berlusconi per non diffondere pessimismo, insomma per rendere poco comprensibile la realtà effettiva.

Come si occupa per esempio delle cifre relative alla disoccupazione ce lo spiega un articolo di Affari&Finanza del 13 settembre di cui riportiamo pezzi. Il titolo è già “preoccupante” per gli ottimisti alla Berlusconi: “Disoccupazione: il calo è un’illusione in 15 milioni non cercano più lavoro”.

15 milioni, abbiamo letto bene, e l’articolista, Giovanni Ajassa responsabile Servizio Studi BNL Gruppo BNP Paribas, spiega bene perché, utilizzando “dati nazionali relativi alla prima metà del 2011 diffusi in agosto dalle autorità statistiche [sott. nostra] come pure da riscontri regionali sul 2010 che Eurostat ha reso disponibili di recente.”

“A metà 2011 il numero dei disoccupati è sceso in Italia intorno ai 2 milioni di unità. Alla stessa data il conteggio dei senza lavoro è salito in Spagna a 4,2 milioni, più del doppio del dato italiano. Italia e Spagna si collocano ai due opposti estremi del ventaglio dei valori assunti dal tasso di disoccupazione, dai noi pari all’8% contro il 21% di Madrid. Meglio dell’Italia, nell’Eurozona, ci sono la Germania con il 6% e i Paesi Bassi e l’Austria, dove l’incidenza dei disoccupati sulla forza lavoro scende addirittura al 4%.”

“Le differenze tra i tassi di disoccupazione raccontano, però, solo una parte della storia. [sott. ns.] Oltre ai disoccupati ci sono, infatti, gli inattivi, ovvero coloro che rimangono fuori dal mercato del lavoro perché scoraggiati, inabili o comunque non interessati alla ricerca di una occupazione [sott. ns.].”

“Ragionando sulle teste invece che sulle percentuali, in Italia gli inattivi sono 15 milioni su una popolazione tra i 15 e i 64 anni di circa 40 milioni di persone [sott. ns.]. Tra la primavera del 2008, quando iniziò la recessione, e la metà del 2011 la popolazione italiana che è in età da lavoro ma che si colloca fuori dal mercato del lavoro è cresciuta di 620mila unità...”

… “In ogni caso, l’ambigua miscela tra disoccupazione e inattività è il retroterra del grave deficit di occupazione che l’Italia segna soprattutto nel segmento giovanile.”

A queste cifre si sommeranno quelle dei prossimi operai e lavoratori disoccupati e si aggiungono a quelle degli altri paesi europei; insieme fanno una marea impressionate soprattutto di giovani sulla quale galleggia la barca del capitalismo di cui parlano politici e padroni…

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