Mercoledì 1 giugno - ore 17:30 - piazza dante (napoli)
Presidio
GIÙ LE MANI DALLA LIBIA, GIÙ LE MANI DAI MIGRANTI
Oggi in diverse città italiane sono state organizzate iniziative, presidi, cortei, volantinaggi per ricordare che, ormai da due mesi, l’Italia, assieme ad altre potenze della NATO, sta bombardando il popolo libico.
Sembra paradossale sentire il bisogno di dover “ricordare” non già qualcosa che appartiene al passato, ma qualcosa di vicino e di presente, eppure è proprio così, perché di questa guerra non ne parla nessuno, è un conflitto “sconosciuto”, occultato dai media sotto tonnellate di servizi di cronaca nera, gossip, ricette di cucina e diete per l’estate. Sappiamo tutto del delitto di Avetrana e ignoriamo l’esistenza di migliaia di vittime causate dalla nostra aggressione alla Libia, ignoriamo che stiamo avvelenando irreversibilmente un territorio, le sue falde acquifere, i suoi campi, le sue città utilizzando armi all’uranio impoverito.
Sotto il nostro naso, a pochi km dalle nostre coste, ha luogo una guerra di aggressione e i mezzi militari che vi sono impiegati partono dalle nostre città (Napoli, Trapani, Pisa). Mentre noi, tra pochi giorni, saremo impegnati a votare nel referendum contro il nucleare, arriverà nel Mediterraneo - diretto con tutta probabilità proprio in Libia - un imponente gruppo navale da attacco, guidato dalla portaerei nucleare George H.W. Bush (avrà a bordo 6mila uomini, 56 aerei e 15 elicotteri): si tratta di una grande base militare mobile, ma anche di una vera e propria centrale nucleare mobile (ha due reattori ad acqua pressurizzata PWR A4W/A1G) che, pur avendo a bordo reattori potenzialmente più pericolosi di quelli di Fukushima, entrerà nella baia di Napoli e in altri porti. La guerra è qui ed ora.
E, che lo vogliamo o meno, in Libia stiamo mandando i nostri aerei per mettere le mani sulle immense ricchezze del sottosuolo di quel paese, per difendere gli affari delle grandi aziende e della grande finanza. Questa guerra è la “nostra” guerra se non ci ribelliamo al fatto di essere muti testimoni di stragi continue, del perpetuarsi di ingiustizie e violenze sull’altra sponda del Mediterraneo contro i cittadini libici e su questa contro i migranti che vengono imprigionati e sfruttati, privati di ogni diritto e dignità. Ma se la campagna mediatica in atto punta a farci vedere questa nuova missione come una difesa dei nostri interessi nazionali, per evitare gli aumenti dei prezzi delle materie prime, in primis la benzina, in realtà è dalle nostre tasche che sono stati presi i circa 200 milioni di euro spesi fino ad oggi e ogni missile sganciato sulle teste dei libici (costo circa 170.00 euro), ogni ora di volo dei nostri aerei da ricognizione (circa 60.000 euro) dovrebbero ricordarci quanto sia falsa la retorica dei sacrifici e dei tagli “inevitabili” allo stato sociale (agli ospedali, alla scuola, all’università, ai mezzi di trasporto, alle pensioni, etc.).
Non esistono “guerre umanitarie”! Meno spese militari, più spesa sociale! Per la chiusura di tutti i CIE e la fine dei trattamenti disumani nei confronti dei migranti! Per la fine immediata dei bombardamenti sulla Libia!
ASSEMBLEA NAPOLETANA CONTRO LA GUERRA
stopwar.altervista.org - assembleanowar.na@gmail.com
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