Le violenze e uccisioni delle donne nel nord-est: a Ravenna ogni 2 giorni una donna va all'ospedale per violenze.
"Ogni 2 giorni una donna va all'ospedale per violenze. In un anno refertati al pronto soccorso 228 casi sul territorio provinciale" (dal titolo della pagina di Ravenna de Il Resto del Carlino del 29 maggio).
Dietro questi dati sappiamo che esistono un grande numero di violenze passate sotto silenzio, violenze scatenate tra le mura domestiche e per strada, generate da un sistema sociale che fa del dominio maschile il padrone assoluto che mantiene l'oppressione all'interno della famiglia, perpetuandola anche all'esterno.
Qualche settimana fa, lunedì 16 maggio, in pieno centro a Ravenna, una donna è stata accoltellata al ventre e alla gola.
Gelosie, relazioni terminate sono spesso gli alibi che accompagnano le violenze maschili ma che mistificano la reale natura di concezioni e culture sulla donna oggetto di propietà maschile che da questo sistema sono continuamente generate, che da questo governo reazionario e dall'oscurantismo vaticano sono alimentate.
La risposta non sono le Linee rosa, i centri antiviolenza, ma la mobilitazione in prima persona delle donne contro tutta l'oppressione, patriarcale, sociale, culturale, che caratterizza la condizione femminile di cui lo stato e l'uomo-padrone sono gli artefici.
Lo sciopero totale delle donne dal basso è il grande passo in avanti verso l'abbattimento dei rapporti sociali da "moderno medioevo".
Nessun commento:
Posta un commento