Scoppiano le proteste dei giovani, le proteste popolari in Tunisia, Algeria… per il pane e i beni di prima necessità
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Tunisia
Non è ancora una rivoluzione. Ma è già molto più che una rivolta: una crisi grave, di quelle che si producono quando la miseria par generata dalla ricchezza.
Tre settimane di moti in piazza con fermento di aspirazioni facinorose, sazi e stanchi di illusioni e baratterie, soprattutto i ragazzi, i giovani, la generazione perduta dei laureati senza lavoro. Così numerosi da costituire una classe sociale (il 72 per cento dei disoccupati ha meno di trent’anni). Hanno da tre settimane il loro martire, Mohamed Bouazizi, 26 anni. La sua famiglia a Sidi Bouzid, un piccolo comune a
E invece no, Mohamed, ti sbagli…. (la stampa.it)
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Algeria
Dopo la profezia sono arrivate, puntuali, le notizie delle proteste in Algeria dove per due notti consecutive, da lunedì, violenti scontri tra polizia e manifestanti sono scoppiati a Bab El Oued, quartiere popolare di Algeri per l'aumento dei generi di prima necessità. Ieri le proteste si sono allargate ad altre città del paese per protestare contro l'impennata dei prezzi di alcuni generi alimentari di largo consumo come olio, zucchero e farina. La memoria è corsa immediatamente alla sanguinosa rivolta del couscous scoppiata proprio in Algeria nel 1988.
Intanto la protesta si è allargata coinvolgendo alcuni comuni della Cabilia, nella zona di Boumerdes e Bejaia, a 50 e
Secondo quanto riferisce El Watan online, e Aljazeera online centinaia di giovani hanno manifestato a Naciria, Bord Menaiel e Issers e hanno bloccato in diversi punti la strada nazionale.
Stesso scenario nella zona di Bejaia, dove i giovani manifestanti incappucciati hanno bloccato la circolazione e hanno tentato di attaccare gli edifici pubblici.
Intanto, anche ad Algeri resta alta la tensione dopo le violenze della notte scorsa a Bab El Oued. Nuovi scontri sono stati segnalati anche ieri pomeriggio in altri quartieri periferici della città, tra cui El Hamiz e Bordj El Kiffan. La polizia in tenuta antisommossa ha presidiato i quartieri più popolari della capitale.
È l'inizio di quanto accaduto pochi giorni fa in Tunisia con le proteste della baguette che ha causato due morti?
«Difficile fare previsioni – dice Abdolreza Abbassian, capo economista alla Fao – di certo l'aumento dei prezzi dei cereali farà aumentare il costo della bolletta di quei paesi che devono importare gli alimentari».
Intanto scioperi, manifestazioni di piazza e addirittura tentativi di suicidio come estrema protesta sono stati segnalati ieri da fonti sindacali in varie località della Tunisia, in particolare nelle aree dove si è concentrata la protesta degli studenti e dei disoccupati delle ultime settimane. Il Maghreb sembra sull'orlo della rivolta.
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Un "arco della crisi alimentare" che parte dall'Africa del Nord e arriva in Asia: in India i prezzi alimentari sono aumentati in un anno del 18%, incremento che, associato a un'impennata dei prezzi dell'energia, fa ipotizzare che
“Un inizio d’anno davvero indigesto”, dice il sole 24 ore di oggi.
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