L’area della ex Fiat di Termini
Imerese (ex Blutec) è passata finalmente di mano, è stato firmato l’accordo che
la cede all’imprenditore immobiliare italo-australiano Ross Pelligra che ha
versato – come riporta il Sole 24 Ore del 1° novembre – gli otto milioni
previsti per l’acquisto, e tutti si dicono contenti, da Schifani con i suoi
assessori regionali Edy Tamajo (Attività produttive) e Albano (Lavoro), al
ministro Urso… che si è infervorato per questo ennesimo “successo”: «Un giorno
importante per la Sicilia e un segnale significativo per la politica
industriale del Paese – ha scritto il ministro … Termini Imerese può tornare a
essere un polo produttivo grazie a un investimento estero, con una soluzione
per tutti i lavoratori». Non dimentichiamo che tra i tanti “successi” del
ministro Urso c’è la vertenza ex Ilva di Taranto! Nel caso dell’ex Fiat si
parla addirittura di politica industriale del Paese! Il ministro è abituato a
spararle grosse… come del resto tutti i ministri di questo governo e a
cominciare dalla raccontaballe Meloni.
E vedremo cosa si intende per
soluzione per tutti i lavoratori!
Il cosiddetto "investimento estero",
quindi, si limita a 8 milioni, come riportato dal quotidiano dei padroni,
mentre l’investimento della Regione Sicilia è di 30 milioni!
Ma “Da queste parti la domanda che tutti si fanno è questa: e ora che succede?”, continua il quotidiano
dei padroni: “… secondo quanto reso noto dal Gruppo Pelligra il polo manifatturiero, industriale, commerciale di Termini Imerese ospiterà start up specializzate nell’innovazione dei processi industriali, la sede di Pelligra per la costruzione degli stabilimenti insieme ai partner, un’area manifatturiera per il food&beverage, una per lo sviluppo di nuove tecnologie ed una destinata alla logistica; sarà un hub che consentirà alle Pmi del Sud Italia di accedere in modo facile e a costi competitivi a un’area industriale ideale per la produzione di prodotti dell’agroalimentare e per lo sviluppo di nuove tecnologie.”Da quanto sopra, praticamente si
tratta di affittare capannoni a chi li richiede, a chi ha intenzione di
investire, altro che “piano industriale”, che comunque sarà presentato nelle
prossime settimane.
È anche per questo che gli operai
non possono essere certo contenti, al contrario di chi firma accordi e fa
affari sulla loro pelle, visto che l’accordo prevede l’assunzione di 350 operai
da parte di Pelligra, ma che rimangono in “Cassa integrazione con un
periodo dedicato alla formazione e riqualificazione anche grazie a una parte
dei 30 milioni che la Regione siciliana ha destinato all’operazione Termini
Imerese” l’altra parte dei fondi servirà per accompagnare alla pensione gli
altri 183 operai con la cosiddetta isopensione.
Mentre niente è ancora previsto
per i 200 circa dell’indotto che come gli altri aspettano da 13 anni una
soluzione, per i 350, abbiamo visto, sono previsti dei corsi di formazione e
riqualificazione, su che cosa? visto che Ross Pelligra si occupa del settore
edile e immobiliare.
Nei” piani” come si vede non c’è
un vero rilancio industriale, quello che si prevede, se davvero la cosa va in
porto, e comunque tra diversi anni, è una serie di piccole aziende, dalle start
up al food&beverage, cibo e bevande, che è scontato vista l’area agricola
circostante, mentre ciò che davvero servirebbe per rilanciare una produzione
industriale che prevede l’impiego di qualche migliaio di operai è ancora una
volta una produzione automobilistica, che tra l’altro troverebbe buona parte
delle attrezzature ancora in funzione dentro i capannoni. E in questo senso lo
scontro a livello internazionale per la conquista dei mercati da parte dei
maggiori produttori di autovetture, sulla produzione di auto a combustione
interna (in Europa per adesso possibile solo fino al 2035!), ibride ed
elettriche, per non parlare di quelle a guida autonoma o totalmente “informatizzate”
e su cui i maggiori produttori giocano “una partita che vale 1.500 miliardi di
dollari”, secondo gli esperti; tutto questo crea un terreno favorevole per la
proposta più seria di reindustrializzazione.
Una proposta che ha bisogno della
voce degli operai, che superi gli interessi propagandistici del governo, della regione,
dei padroni e dei sindacati confederali… una proposta che merita la mobilitazione
dei lavoratori.
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