"E’ delle scorse settimane l’uscita per la collana “I millenni” di Einaudi della nuova traduzione del primo tomo de Il Capitale di Karl Marx, uno dei libri più significativi della storia, a cura di Roberto Fineschi, filologo e docente all’Università di Siena".
IL 14 NOVEMBRE A TARANTO DALLE ORE 16,30 PRESSO LA BIBLIOTECA COMUNALE, PLE BESTAT
il professore marxista Giuseppe Di Marco, già direttore della Facoltà di Filosofia della Federico II di Napoli, collaboratore stretto di Roberto Fineschi, ne parlerà, ma soprattutto avvierà lo studio del libro I di Marx, affinchè i proletari, i compagni, le lavoratrici di oggi ne facciano arma teorica, al servizio dell'arma pratica per combattere e porre fine a questo sistema del Capitale.
Della uscita di questa nuova edizione de Il Capitale ne ha parlato anche un giornale on line di Taranto, "il Corriere di Taranto", riportiamo il suo commento.
"...Nella lunga introduzione al testo troviamo rielaborata ed attualizzata la nota questione secondo cui Marx sarebbe un cane morto, per citare la famosa definizione che anche di Hegel era stata data in vita: Fineschi, cioè si chiede se a distanza di un secolo e mezzo “Il capitale” sia ancora attuale o se resti semplicemente un classico ad uso solo degli specialisti o di qualche nostalgico del comunismo. La risposta alla domanda è affermativa e le argomentazioni proposte dallo studioso aiutano il lettore, anche
non accademico, a comprendere non solo l’itinerario a dir poco tortuoso della sua storia editoriale, ma soprattutto i motivi della sua attualità.Il testo di Fineschi si basa sull’edizione tedesca del 1890 e presenta varianti rispetto a quelle del 1872-73: in vita erano, infatti circolate due edizioni a cura dello stesso Marx e due a cura dell’amico e finanziatore Engels, il quale si occupò anche di un’ulteriore edizione postuma circolata in Francia ma- scrive Fineschi- non priva di punti opachi (sul concetto di “merce” e sul concetto di “capitale”) derivanti dalla mole di appunti spesso disomogenei lasciati dall’autore.
Questa traduzione segue la scia delle precedenti edizioni italiane, ma si fa apprezzare perché mira a dimostrare che il testo in argomento offre ancora oggi preziose chiavi di lettura sul presente mediante un attento lavoro filologico, soprattutto inerente ai concetti di reificazione (Marx usa la parola “cosa” sia come aggettivo che come avverbio, creando diverse perplessità nei traduttori) sia al concetto di lavoratore, perché in lingua tedesca con un solo sostantivo (“arbeite”) si suole indicare sia il lavoratore generico, sia l’operaio e quindi più che una mansione, una condizione.
Grazie a questo acuto esercizio di ricerca e ad un ricco apparato critico, il lettore anche meno esperto potrà così cimentarsi nella fruizione di un’opera che, proprio in questo primo tomo, contiene le basi dei noti concetti-chiave dell’ideologia marxista, quali quello di alienazione dal lavoro, di feticismo della merce e soprattutto di rapina originaria, secondo cui il seme di quel capitalismo che letteralmente “gronda sangue e sudiciume” (immagine che troviamo anche nei Sepolcri foscoliani, a proposito del potere) risiede nella violenta appropriazione di mezzi e proprietà terriere operata in diverse aree d’Europa dai borghesi in danno di contadini e pastori, ridotti al vagabondaggio e all’indigenza.
Come ha dichiarato di recente il leader progressista statunitense Bernie Sanders, per contrastare o perlomeno emendare il dilagante capitalismo odierno e la sua rapace ineluttabilità (there is no alternative, è l’imperativo neoliberista) occorre banalmente cominciare dai ragazzi, ovvero insegnando loro a pensare e a porsi delle domande, prima di subire in modo passivo e rassegnato il sistema economico attuale e le sue ancora pesanti contraddizioni e divaricazioni sociali..."
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