La spirale della violenza in Medio Oriente non ha fine e, come se non bastassero le stragi quotidiane che non si fermano e che la cronaca ci riporta, il Parlamento israeliano ha deciso di vietare l'assistenza ai palestinesi massacrati, mutilati e bruciati vivi dall'esercito israeliano.
Dopo 12 mesi di attacco ai locali delle Nazioni Unite, anche se ospitavano sfollati, malati, dopo aver ucciso oltre 200 dipendenti delle Nazioni Unite in meno di un anno, un atto del Parlamento israeliano assunto a larga maggioranza ha messo al bando l'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, l’UNRWA che è un organo sussidiario delle Nazioni Unite. L’UNRWA per i rifugiati palestinesi è un pilastro delle operazioni umanitarie nella Striscia di Gaza e gestisce centri sanitari e scuole in Cisgiordania. L'azione umanitaria dell’UNRWA non si sta spiegando soltanto in questi ultimi tempi, ma agisce in supporto del popolo palestinese da tantissimi anni, ovvero da quando Israele ha cominciato deliberatamente a violare tutte le risoluzioni Onu, mettendo in crisi umanitaria il popolo palestinese. Praticamente l’UNRWA assiste i rifugiati palestinesi da oltre sessant'anni e per 5 milioni di rifugiati
rappresenta un vero punto fermo ed un vero aiuto, quindi mettere al bando l’UNRWA è una condanna a morte di una sofferenza abominevole per il popolo palestinese.In realtà una decisione come questa da parte di Israele
significa semplicemente che è stato individuato un nuovo modo per uccidere i
bambini e per ammazzarli. Invece che ucciderli direttamente, li affamano e li
distruggono umanamente, perché se l’UNRWA non potrà operare, il sistema di
aiuti umanitari, tra cui istruzioni e cure mediche, saranno impedite definitivamente
per i palestinesi, moltissimi bambini saranno privati dell'accesso
all'istruzione e centinaia di migliaia di persone non avrebbero accesso ai
servizi sanitari primari.
Quindi è un modo diverso per uccidere un popolo, per
sterminarlo, poiché in alternativa all’UNRWA non esiste alcun altro ente che possa
alleviare le sofferenze dei palestinesi, e quindi dare un supporto alternativo
umanitario. Questa decisione quindi avrà un impatto catastrofico sulla crisi
umanitaria di Gaza. Saboterà ogni possibilità d'aiuto perché nessun altro ente
può fornire supporto a tutti questi bambini, ad un'intera generazione di
bambini.
Possiamo affermare che con l'approvazione di questa legge
Israele abbia legalizzato il genocidio.
Ma le violazioni al diritto internazionale da parte di
Israele non sono soltanto negli ultimi tempi, vanno avanti da oltre
cinquant'anni, risalgono a quando il sionismo ha rivelato il suo vero volto,
ovvero quello di un progetto di colonialismo insediativo. Eppure Israele deve
la sua legittimità giuridica proprio ad una risoluzione dell'Assemblea generale
dell'ONU, la famosa risoluzione 181, ma da quel momento in poi Israele ha
sistematicamente ignorato e ha apertamente violato tutte le risoluzioni
successive, diventando un vero e proprio Stato fuorilegge.
Fanno terrore le parole che il ministro israeliano Smotrich
ha pronunciato con estrema serenità, ha detto che è giustificato e morale far
morire di fame quegli uomini civili perché loro devono abbandonare quel
territorio, perché loro devono essere cacciati dal territorio. Alla luce di
queste terrificanti parole, possiamo dire che il piano del genocidio portato
avanti da Israele, con tutti i crimini messi in atto finora, con la
deliberazione di messa al bando dell'UNRWA vedrà i suoi effetti amplificati.
L'attacco ad un'associazione umanitaria si inserisce quindi in una strategia
intenzionale di riduzione alla fame di un'intera popolazione. Ultimamente,
quando Netanyahu alle Nazioni Unite ha definito proprio le Nazioni Unite una “palude
antisemita”, ha formulato un ossimoro perché lo Stato di Israele nasce proprio
dalle Nazioni Unite. Ma sappiamo bene che l'antisemitismo non c'entra nulla con
il sionismo. Il sionismo è un progetto di colonialismo insediativo e Israele si
è manifestato per quello che è, ovvero un'etnocrazia di apartheid, genocida,
messianica.
Israele viola sistematicamente il diritto internazionale e
le violazioni del diritto internazionale umanitario sono state la regola, dalle
violenze sui civili, dalle deportazioni durante la Nakba, all'imposizione del
regime di apartheid, all'assassinio di leader ostili, fino ai recenti assassinii
di Haniyeh, Nasrallah e Sinwar degli ultimi tempi, all'orrore di Gaza con
l'attacco intenzionale al personale umanitario medico, al personale
dell'informazione, all'uso dei civili come studi umani, al massacro di bambini
e alla distruzione di interi edifici con centinaia di morti civili per colpire
presunti terroristi.
Ma ciò che è ancora più spregevole è l'attacco contro i
bambini, che è diventato una scandalosa normalità. Una media di oltre 67
bambini vengono uccisi o feriti ogni singolo giorno, come ha detto la
direttrice generale dell'Unicef, Catherine Russell. Allo stesso modo, il capo
dell’UNRWA, Philippe Lazzarini, ha inviato una lettera al Presidente
dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite in cui sottolinea la gravità della
situazione umanitaria, soprattutto dopo il voto del Parlamento di Israele che
rischia di portare al collasso le operazioni umanitarie in Cisgiordania, a
Gerusalemme est e a Gaza, oltre che a compromettere gravemente l'intera
operazione umanitaria delle Nazioni Unite.
Una situazione del genere non si può più tollerare. Non si
può più tollerare che il diritto internazionale venga calpestato
sistematicamente in questo modo, con l'appoggio di tutti gli Stati occidentali,
perché tutto ciò che sta accadendo, il genocidio diretto di un popolo, sta
avvenendo in modo vergognosamente ostentato, sostenuto dalle politiche occidentali perché
soprattutto l'USA continua a fornire decine di miliardi di aiuti militari, ma
anche gli Stati occidentali europei garantiscono collaborazione militare ed
intelligence proprio nei confronti dello Stato di Israele che persegue quindi questa
sua attività.
Riteniamo che i tempi siano più che maturi per
l'applicazione nei confronti di Israele dell'articolo 6 della Carta delle
Nazioni Unite, la quale prevede che un membro delle Nazioni Unite che abbia
persistentemente violato i principi enunciati dal presente statuto possa essere
espulso dall'organizzazione da parte dell'Assemblea generale su proposta del
Consiglio di sicurezza. Un tale provvedimento andrebbe accompagnato anche
dall'adozione di sanzioni a partire da un embargo totale immediato sugli
armamenti con i quali ogni giorno Israele porta avanti la sua politica di
sterminio.
Rivolgiamo un appello in questo senso all'opinione pubblica
mondiale e a tutti i governi. Siamo consapevoli del possibile veto che membri
permanenti delle Nazioni Unite, fra i quali gli Stati Uniti, da sempre
protettori e complici di Israele, potrebbero interporre, ma tale veto può
essere aggirato da una votazione a maggioranza dell'Assemblea generale, come è già
avvenuto in altre situazioni.
Sperando quindi che questo affronto, ovvero la messa al
bando di un'associazione umanitaria, sia la goccia che faccia traboccare il
vaso e che segni l'inizio della fine dell'impunità di Israele.
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