Biden utilizza gli ultimi giorni
del suo mandato presidenziale per aizzare ancora di più la guerra interimperialista
in corso in Ucraina; ha deciso, infatti, non solo di continuare a mandare armi
e munizioni con “un nuovo pacchetto di aiuti militari da 275 milioni” di dollari,
“dopo la decisione di inviare anche controverse mine anti-uomo e di autorizzare
il lancio di missili americani a lunga gittata per colpire obiettivi in
territorio russo”. Questi aiuti – riporta il Sole 24 Ore del 22 novembre – “vanno
ad aggiungersi a un totale che per gli Stati Uniti già a fine ottobre aveva
raggiunto, soltanto in termini di arsenali, i 64,1 miliardi a partire
dal febbraio 2022, data dell’invasione russa.”
Di mine anti-uomo gli USA ne
hanno 3 milioni, che uccidono soprattutto vittime civili per anni, e né l’imperialismo
americano né quello russo hanno intenzione di firmare il trattato che ne vuole
vietare l’uso “firmato da oltre 160 Paesi”, secondo il quotidiano dei padroni che
continua: “L’obiettivo esplicito della frenetica corsa a sostenere Kiev è
trapelato dagli stessi collaboratori di Biden: mettere a frutto senza indugi
ogni dollaro già stanziato e rimasto nei forzieri statunitensi - forse fino a 6
miliardi. E sbloccare decisioni militari e arsenali finora prigionieri
dello spettro di escalation della crisi con Vladimir Putin ma che potrebbero
oggi rafforzare la difficile posizione di Volodymyr Zelensky.”
“Tra le ultime misure scattate,
la scelta di cancellare debiti per 4,7 miliardi” che sono solo “metà dei 9,4
miliardi dovuti agli Stati Uniti dall’Ucraina e destinati al budget e
all’economia del Paese.”
Gli Stati Uniti imperialisti,
come si vede, fanno affari con ogni guerra, con il controllo dei territori,
delle vie commerciali, con la ricerca di nuovi mercati e con i prestiti di
guerra, che spesso sono difficili da restituire e quindi si trasformano in legami
obbligatori del paese che li riceve per decenni.
Si possono impedire queste altre
spese? Il Congresso potrebbe ma “una simile eventualità appare improbabile”! Anzi,
l’attuale amministrazione USA continua anche con le pressioni per mezzo del Ministero
del Tesoro “sul settore finanziario del Cremlino: ha deciso sanzioni contro
Gazprombank, la terza banca russa, e la sua rete di 50 istituti interconnessi
su scala globale.” E senza tanti fronzoli il segretario al Tesoro Janet Yellen
afferma che «L’azione renderà più difficile per il Cremlino finanziare ed
equipaggiare le sue forze armate».
L’imperialismo è guerra! Nessuna illusione
che le guerre già accese ed alimentare quotidianamente non possano sfociare in
una nuova guerra mondiale!
Organizzarsi e lottare contro l’imperialismo,
quello del proprio paese innanzi tutto, è sempre più urgente e necessario.
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