Il gruppo degli operai Slai Cobas, tra questi le operaie e gli operai delle fabbriche Belgravia e Montello che sono in lotta contro la repressione padronale mirata contro chi sciopera e il Circolo Operaio organizzato da Proletari Comunisti, nella manifestazione provinciale a Bergamo dello sciopero generale ai lavoratori, agli altri operai hanno portato la loro posizione concentrata nello strgiscone molto fotografato, a favore della rivolta sociale, quella che Landini ha lanciato in tv, che è giusta, serve ma deve marciare concretamente dalle fabbriche alle piazze, perché la lotta per il salario, il lavoro, la sicurezza, oggi si scontra con un governo moderno fascista e un padronato che da questo ne esce rafforzato.
Un governo che continua il lavoro dei precedenti governi, a difesa degli interessi borghesi e di taglio dei diritti e delle tutele dei lavoratori, ma il governo Meloni lo fa da fascista schierato completamente dalla parte dei padroni.
Per questo i salari troppo bassi, le condizioni precarie di lavoro, i morti per la mancanza di sicurezza, 3, 4 lavoratori uccisi tutti i giorni per il profitto, abbiamo gridato che hanno bisogno della rivolta, di una mobilitazione che esca dagli schemi delle solite vertenze tenute sotto controllo e che concentri le forze dei lavoratori per rovesciare il governo Meloni.
Una lotta autonoma dalle fabbriche alle piazze che attraversi le fila degli operai, perché serve schierarsi, sul fatto che il 29 novembre è stato solo il primo passo e che c’è tanto da lavorare in quella direzione, anche facendo i contri con un sindacato come la Cisl, che si è messo proprio dalla parte di governo e padroni, che frena il contratto e organizza il crumiraggio attivo allo sciopero generale perché
neocorporativo e il suo obiettivo è quello di legare ancora di più i lavoratori agli interessi dei padroni e portare consensi al governo.Al governo Meloni della guerra, dell’economia di guerra, dell’enorme aumento delle spese militari, del tagli di sanità e servizi sociali, altro che organizzazione dei lavoratori, dalla parte dei lavoratori. Per i capitalisti, per gli imperialisti, gli operai, i proletari, sono forza lavoro fonte di plusvalore da sfruttare nelle fabbriche, così come diventano carne da cannone nella guerra imperialiste. E il governo fascio imperialista della Meloni sta trascinando il paese sempre più verso i conflitti globali.
Governo Meloni del Ddl 1660 sicurezza,
voluto voluto proprio per la sua natura fascista, per reprimere il
dissenso, le lotte studentesche, sociali, dei lavoratori,
ambientaliste, nelle prigioni, degli immigrati perchè questo decreto è razzismo di stato. L’opposizione possibile solo quella
autorizzata dal governo! Gli attacchi di Salvini al diritto di
sciopero, che hanno trovato segnali di risposta nelle piazze del 29
novembre, rendono l’idea. Imbavagliare le lotte, ridurle da forza
di cambiamento a forme di mera testimonianza. Con nuovi reati, con il
manganello, con la galera. Un decreto contro cui la stessa Cgil ha
preso posizione con un inizio di campagna contro ‘il ddl 1660,
contro la repressione’. Ma cominciare non basta, Cgil/Fiom
devono dimostrare di fare la loro parte perchè la classe operaia sia
coinvolta nella lotta contro il decreto sicurezza, la repressione, lo stato di polizia, che vuol dire più solidarietà, intensificare le
lotte, rompere i divieti.
Guerra e Palestina due grandi temi gravemente assenti dalla piattaforma dello sciopero di Cgil e Uil. Ma gli operai dello Slai Cobas hanno alzato le bandiere della resistenza palestinese nella manifestazione, per portare a tutti i lavoratori il messaggio di solidarietà internazionalista, che la lotta per il lavoro è lotta a fianco dei popoli oppressi, che la natura dello sfruttamento e dell’oppressione è la stessa capitalista imperialista, che in Palestina guida e arma la mano nazi sionista di Israele e del suo boia genocida Netanyahu sostenuto anche dalla complicità politico militare del governo Meloni, terzo fornitore di armi di Israele.
Ed allo stesso modo forte è stao portato tra i lavoratori il messaggio di solidarietà con i 'giovani proletari di Corvetto' , della necessità di essere dalla parte di questi giovani giovanissimi per giorni in rivolta nelle piazze del quartiere dopo che un loro amico è stato ucciso da un'auto dei carabinieri dopo un folle inseguimento di 8 km, perchè vogliono verità per Ramy e Fares, per ribellarsi al razzismo di stato che li chiama delinquenti perchè immigrati e ha sempre pronta polizia e repressione.
interventi alla manifestazione
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