Dal blog femminismorivoluzionario
La crisi che sta attraversando il sistema capitalista imperialista ha generato un graduale deterioramento delle condizioni di vita delle classi popolari. Nell'Ecuador ci sono più 350.000 persone senza lavoro, dove le donne occupano un posto importante in questo numero di disoccupazione. Le promesse dei governatori di turno di creare maggiori opportunità di lavoro sono solo offerte che si diluiscono quando i politici raggiungono il potere.
Quito rimane ancora la città dove c'è maggiore disoccupazione, motivo per cui non sorprende che il lavoro informale o ambulante si posizionino con maggiore forza, in questo contesto le donne sono in cima alla percentuale di lavoratori ambulanti, perché molte di loro affrontano da sole la mantenimento dei vostri figli o sono capifamiglia. Situazione che diventa allarmante data la criminalizzazione del lavoro ambulante da parte del sindaco di Quito e della polizia metropolitana, che si sono incaricati di eseguire un continuo di molestie e repressione contro le donne del paese, hanno persino usato armi cortopunzzanti per sottrarre loro la merce.
Un altro dei settori più vulnerabili sono le donne lavoratrici retribuite a casa, che sono per lo più donne indigene e afroecuadoriane, dove il 62,8% di loro ha lavorato senza affiliazione all'IESS nel 2022 e 9 su 10 sono state discriminate e sottoposte a violenza di genere. Le lavoratrici retribuite a casa oltre a svolgere compiti di pulizia, si occupano di nutrimento e assistenza della famiglia per cui lavorano, alcune di loro vivono in un regime "porte in casa", iniziano la loro giornata molto presto al mattino, anche al mattino presto e il loro orario non finisce fino a quando l'ultimo membro della famiglia non è andato a dormire; pochissime tornano a casa, hanno vacanze o ricevono stipendi giusti.
Nonostante la quasi zero esistenza di industria nel paese, esistono alcuni settori della produzione in cui alcune donne sono collegate lavorativamente come il settore tessile e fioricolo principalmente. L'80% dell'industria tessile è guidata da donne nella forza lavoro, che sono per lo più madri e capofamiglia. Anche in questi settori esiste la precarietà del lavoro, i problemi della salute e sicurezza, poiché molte di esse non dispongono degli strumenti necessari per svolgere il proprio lavoro o di attrezzature protettive, con conseguenti malattie respiratorie dovute all'inalazione di pelurie nel caso dell'industria tessile o di disturbi cutanei nel caso dei fiori. Oltre alle giornate faticose senza pagare gli straordinari quando sono dati perchè cresce la domanda di questi prodotti come il 14 febbraio, la festa della mamma, ecc.
Di fronte a questa preoccupante situazione lavorativa, nemmeno noi donne delle classi sfruttate siamo riuscite a distaccarci dal lavoro domestico o dal lavoro di assistenza, in questo sistema impossibile, poiché è un lavoro che va direttamente a vantaggio del capitalismo, che non solo rappresenta una minore spesa economica per la classe ricca, ma anche riafferma il nostro ruolo di sottomissione. Questa situazione tradotta in ore, dimostra che noi donne in Ecuador investiamo 31 ore settimanali nelle attività domestiche, mentre gli uomini 11 ore, ratificando tale ruolo di servizio e sottomissione.
La sussistenza delle famiglie ogni giorno è messa a rischio, ricordiamoci che ad aprile iniziamo con un aumento dell'IVA dal 12% al 15%. Noboa ha detto che questo non inciderà sulle famiglie dei settori popolari, ma è noto l'incidenza sulle tasche delle lavoratrici e dei lavoratori.
Nelle famiglie sono le donne a distribuire le risorse economiche. Si dice che i beni di base non aumenteranno, ma se aumentano le tasse con cui si realizzano alcuni prodotti di consumo di base, come il pane, e anche con il previsto aggiornamento dei prezzi del carburante, verdura, frutta e altro hanno un rialzo, quello che tocca alle donne del paese è, qualunque sia il reddito mensile, raggiungere lo stesso con meno.
D'altro canto, per le donne capifamiglia è ancora più difficile sostenere le loro famiglie, donne che talvolta non ricevono uno stipendio di base, lavorano a ore o sono commercianti autonomi - è importante tenere presente che il costo del ceto di base per il momento è di circa 750 dollari; difficile da raggiungere ancora di più se sei madre o padre di una famiglia monoparentale.
Le condizioni di vita per le donne delle classi popolari diventano più precarie e insostenibili, rifiutiamo quei discorsi trasmessi da Daniel Noboa con cui cerca di posizionare nell'immaginario della gente il "nuovo Ecuador" o quando parla della "creazione di più posti di lavoro" quando è evidente che ogni giorno le nostre possibilità di sopravvivenza si limitano.
Per questo oggi parteciperemo alla marcia del 1° maggio insieme al Blocco Proletario, con l'indipendenza di classe e con la coscienza ferma che l'unica soluzione di fronte a questa grave crisi che attraversiamo noi donne e uomini della classe popolare è la rivoluzione.
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