La lotta all'economismo per la costruzione dell'organizzazione dei rivoluzionari è anche lotta per la centralizzazione e il lavoro nazionale.
Lenin sostiene: "Il nostro movimento soffre proprio del fatto che i dirigenti locali sono troppo assorbiti dal lavoro locale e che quindi è assolutamente necessario spostare il centro di gravità verso il lavoro nazionale...".
La cosa si riflette pienamente sulla questione della stampa nazionale e stampa locale. La bilancia pende nettamente verso la stampa nazionale e soprattutto nella fase iniziale del lavoro per l'organizzazione nazionale dei rivoluzionari, in cui il lavoro verso le fabbriche e parzialmente sul territorio, nel quadro dell'andare verso le altre classi sociali, ha assoluto bisogno di essere un lavoro sulle grandi questioni nazionali che si riflettono nelle fabbriche e che riguardano in generale le masse proletarie e le altre classi sul territorio
Lenin non sottovaluta affatto l'importanza dei giornali locali, ma sottolinea: "I giornali locali per lo più sono instabili dal punto di vista dei principi, privi di importanza dal punto di vista politico, eccessivamente cari per il dispendio delle forze rivoluzionarie e spesso del tutto insoddisfacenti per l'aspetto tecnico". Essi sono un'espressione della frammentazione e non di una lotta contro di essa, e anche della concezione frammentata della lotta politica rivoluzionaria, dell'organizzazione dei rivoluzionari. Riflesso, a loro volta, del primato dato dai militanti alla lotta economica e a quella
equivoca concezione, che abbiamo già criticato, su "ciò che è accessibile alla massa operaia", e di quel culto della spontaneità, di cui abbiamo parlato nel capitolo precedente; ancor più se pensiamo che stiamo parlando di una organizzazione di rivoluzionari formata in prevalenza da rivoluzionari di professione che deve tener conto di un altro dei temi, che non abbiamo ancora affrontato, del carattere "cospirativo" e "clandestino" adatto ai tempi di oggi e alla fase iniziale che attraversiamo. (Questo tema lo affronteremo in seguito).La prevalenza della stampa locale su quella centrale come strumento del lavoro locale rispetto a quello nazionale, dice Lenin, "è un segno di povertà e non un lusso. Di povertà, quando il movimento non ha ancora elaborato le forze sufficienti per la produzione in grande stile, quando vegeta ancora nel primitivismo e quasi affonda nelle inezie della "vita di fabbrica" (e della situazione locale in genere). Di lusso, quando il movimento è già venuto a capo interamente del proprio compito di denuncia e agitazione totale che rende necessario oltre che l'organo centrale numerosi organi locali".
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