giovedì 9 maggio 2024

pc 9 maggio - Formazione operaia - La centralità del lavoro nazionale - Lenin "Che fare?"


La lotta all'economismo per la costruzione dell'organizzazione dei rivoluzionari è anche lotta per la centralizzazione e il lavoro nazionale.

Lenin sostiene: "Il nostro movimento soffre proprio del fatto che i dirigenti locali sono troppo assorbiti dal lavoro locale e che quindi è assolutamente necessario spostare il centro di gravità verso il lavoro nazionale...".

La cosa si riflette pienamente sulla questione della stampa nazionale e stampa locale. La bilancia pende nettamente verso la stampa nazionale e soprattutto nella fase iniziale del lavoro per l'organizzazione nazionale dei rivoluzionari, in cui il lavoro verso le fabbriche e parzialmente sul territorio, nel quadro dell'andare verso le altre classi sociali, ha assoluto bisogno di essere un lavoro sulle grandi questioni nazionali che si riflettono nelle fabbriche e che riguardano in generale le masse proletarie e le altre classi sul territorio

Lenin non sottovaluta affatto l'importanza dei giornali locali, ma sottolinea: "I giornali locali per lo più sono instabili dal punto di vista dei principi, privi di importanza dal punto di vista politico, eccessivamente cari per il dispendio delle forze rivoluzionarie e spesso del tutto insoddisfacenti per l'aspetto tecnico". Essi sono un'espressione della frammentazione e non di una lotta contro di essa, e anche della concezione frammentata della lotta politica rivoluzionaria, dell'organizzazione dei rivoluzionari. Riflesso, a loro volta, del primato dato dai militanti alla lotta economica e a quella

equivoca concezione, che abbiamo già criticato, su "ciò che è accessibile alla massa operaia", e di quel culto della spontaneità, di cui abbiamo parlato nel capitolo precedente; ancor più se pensiamo che stiamo parlando di una organizzazione di rivoluzionari formata in prevalenza da rivoluzionari di professione che deve tener conto di un altro dei temi, che non abbiamo ancora affrontato, del carattere "cospirativo" e "clandestino" adatto ai tempi di oggi e alla fase iniziale che attraversiamo. (Questo tema lo affronteremo in seguito). 

La prevalenza della stampa locale su quella centrale come strumento del lavoro locale rispetto a quello nazionale, dice Lenin, "è un segno di povertà e non un lusso. Di povertà, quando il movimento non ha ancora elaborato le forze sufficienti per la produzione in grande stile, quando vegeta ancora nel primitivismo e quasi affonda nelle inezie della "vita di fabbrica" (e della situazione locale in genere). Di lusso, quando il movimento è già venuto a capo interamente del proprio compito di denuncia e agitazione totale che rende necessario oltre che l'organo centrale numerosi organi locali".

La questione, sia in caso di "povertà" che di "lusso", è sempre la stessa "bisogna che la maggior parte delle organizzazioni locali pensi soprattutto a un organo nazionale e attenda soprattutto ad esso".

Detto questo Lenin affronta direttamente il tema della lotta sindacale. 
Riportiamo ampie citazioni che spiegano bene che tutto il discorso finora fatto, rispetto alla lotta economica e al lavoro principale per la costruzione dell'organizzazione dei rivoluzionari, non ostacola affatto la necessità della lotta sindacale e di come farla.
"A prima vista può sembrare che nel campo della lotta specificatamente economica sia inapplicabile la tesi della necessità di spostare il centro di gravità dal lavoro locale a quello nazionale. Il nemico immediato degli operai infatti è qui rappresentato da singoli imprenditori o da loro gruppi di imprenditori... Ma non è così. La lotta economica è lotta sindacale ed esige perciò l'unificazione degli operai in base alle categorie di lavoro e non soltanto in base al loro luogo di lavoro. E questa unificazione sindacale diventa tanto più urgente e necessaria in quanto sempre più rapidamente procede l'unificazione degli imprenditori in ogni sorta di società. La nostra frammentazione e il nostro primitivismo intralciano direttamente questa unificazione che esige un'organizzazione (nazionale) unitaria di rivoluzionari, capace di assumere la direzione dei sindacati operai".

Questo si riflette anche nella stampa necessaria a questo lavoro. Lenin qui parla di necessità di opuscoli sindacali che raccolgano materiali sulle condizioni di lavoro, sulle rivendicazioni principali degli operai, sulle deficienze della legislazione che le concerne, sullo stato attuale e sui bisogni dell'organizzazione sindacale.
Lenin sostiene questo tipo di stampa non solo perchè la ritiene più adatta al lavoro sindacale nazionale ma anche perchè questo tipo di materiale evita la necessità che la stampa nazionale, il giornale nazionale si concentri e contenga soprattutto questo tipo di materiali; e, invece, possa concentrarsi in quello che è essenziale, principale, centrale della stampa nazionale, dell'organizzazione dei rivoluzionari.
Con un'impostazione di tipo economista e localista è impossibile una "giusta proporzione" tra il lavoro locale e il lavoro nazionale, sempre se per il lavoro nazionale si intende quello fatto da "un'organizzazione di rivoluzionari che si attenga al saldo punto di vista del marxismo, diriga tutta la lotta politica e disponga di uno stato maggiore di agitatori di professione, (essa) non stenterà mai a determinare questa giusta proporzione".  

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