La morte di Navalny in Russia in un carcere siberiano è indubbiamente un crimine del regime russo di Putin, un regime imperialista, un regime capitalista, un regime di dittatura di stampo fascista, un regime che ha invaso l'Ucraina per scopi imperialisti, un regime che - in forme semplificate - si può definire neozarista.
È chiaro che questo tipo di regime nei confronti dell'opposizione politica - qualunque essa sia - usa la repressione, la persecuzione, la carcerazione e, in alcuni casi, questo produce morte. Su questo non ci possono essere dubbi. Non importa chi fosse la figura di Navalny, qui il problema è cosa è il regime in Russia e su questo i proletari avanzati, i comunisti autentici, marxisti, leninisti, maoisti, hanno sempre denunciato quello che è avvenuto in Russia con la restaurazione capitalistica.
Quello che è avvenuto in Russia - Stato socialimperialista all'esterno, socialfascista all'interno - è una definizione che dobbiamo innanzitutto al movimento comunista, ai comunisti cinesi che hanno combattuto quello che è avvenuto in Russia e hanno denunciato la trasformazione di questo Stato, da
Stato socialista con problemi e limiti, a Stato neocapitalista con una borghesia rossa che ha restaurato il capitalismo. E l'evoluzione di questo Stato è stata conseguente a questa trasformazione interna che ha attraversato diverse fasi – di cui non è qui il momento di fare la storia - ed è arrivata a Putin; il percorso della Russia è stato della stessa natura di quello che è avvenuto per i capi dei partiti comunisti che hanno attraversato una fase di trasformazione di tipo revisionista avviata con Togliatti e la via italiana socialista, proseguita con tutti i successivi segretari del PCI, fino al compromesso storico, all'accettazione della NATO di Berlinguer, fino alla degenerazione per tappe che ha portato a Renzi, ecc ecc.Tutto questo non mette assolutamente in discussione che noi siamo in Italia, nell'arco del mondo dominato dall'imperialismo USA, che i governi di Stati europei sono stati imperialisti, che lo Stato italiano è uno stato imperialista. E che la guerra in Ucraina è una guerra per interposta persona, che l'imperialismo USA, i governi europei, Italia compresa, vogliono trasformare in guerra di aggressione contro la Russia in una nuova guerra mondiale di ripartizione del mondo che, per conto dell'imperialismo occidentale ha come obiettivo di cancellare gli oppositori imperialisti, ridimensionare le altre potenze imperialiste e quindi la Russia e la Cina innanzitutto, che sono i loro competitor sul piano mondiale.
Non c'è alcun dubbio che noi siamo contro l'imperialismo USA, contro quello che sta avvenendo in Ucraina, consideriamo il regime di Zelensky un vassallo dell'imperialismo. Consideriamo la maggior parte delle opposizioni interne alla Russia aspiranti a uno Stato e a una società che possa far parte dell'integrazione internazionale, economica, politica, strategica e militare dell'imperialismo Usa, europeo.
Una cosa sono le contraddizioni interimperialiste e la nostra ferma opposizione a ogni imperialismo, un'altra cosa è avere una valutazione positiva della Russia di Putin e considerare il suo comportamento interno come giustificato e quindi accettabile.
Navalny era un uomo via via trasformatosi in una pedina dell'Occidente, non c'è dubbio, la sua linea e la sua politica di rovesciamento di Putin era per aprire la strada a un regime di tipo occidentale, assimilato alle potenze imperialiste occidentali. Ma questo non deve portarci a nascondere quello che è avvenuto in Russia, d'altra parte tutti i regimi imperialisti si comportano allo stesso maniera: guerra all'esterno, repressione, moderno fascismo, persecuzione degli oppositori all'interno.
Cosa dovremmo dire di quello che succede, per fare un esempio di cui molti ne parlano, al giornalista fondatore di WikiLeaks che ha smascherato crimini e segreti delle guerre americane e che per questo è perseguitato e gli americani stanno facendo di tutto perché venga estradato, e, se avvenisse, il suo destino sarà la pena di morte? Non vediamo tante forze politiche e organi di stampa che mettono in discussione questo crimine contro Assange. Per non dire quello che succede a Ilaria Salis in Ungheria o che succede agli oppositori in Francia, in Italia, in Germania, o quello che succede agli oppositori in America Latina, negli Stati del Terzo mondo legati all'imperialismo occidentale, di quello che succede in India, e così via.
Su tutto questo non vediamo affatto tante “anime belle” in campo che oggi santificano Navalny, ma vediamo qualcosa di peggio; oggi si usa la figura di Navalny per fomentare la guerra contro la Russia, quindi per alimentare la marcia verso una carneficina mondiale che comporta questa logica di guerra, per sostenere lo spettacolare aumento di spese militari, per sostenere il regime filonazista ucraino riempito di armi di ogni genere e tipo. Anzi, la questione Navalny mostra come, in nome di Navalny, si è realizzata da noi una “unione sacra” da PD ai partiti di governo Meloni, che è obiettivamente e, per la maggior parte dei partiti, soggettivamente, una campagna reazionaria, guerrafondaia.
Chi parla di libertà per gli oppositori in Russia ma vuole la guerra alla Russia, vuole sostenere e alimentare tutta la l'attività che l'imperialismo occidentale, la NATO, il governo italiano, fanno in direzione della guerra. E su questo non ci può essere alcun dubbio che noi siamo contro tutto questo; e diciamo ai proletari, alle masse popolari, ancora una volta, di non farsi ingannare dalle campagne di tutti i partiti, di tutta la stampa, di tutta la televisione. La campagna Navalny è una campagna di guerra non una campagna difesa di un perseguitato politico.
Le responsabilità della persecuzione politica nei confronti di Navalny che ha portato alla sua morte in carcere, senza dubbio ricadano, al di là dei fatti materiali che possono aver causato l’azione politica statale repressiva dello Stato imperialista russo, nelle mani attualmente di Putin.
NO a questa infame campagna guerrafondaia, NO all'unità nazionale intorno alla figura di Navalny che è parte della marcia verso una guerra interimperialista mondiale.
SI invece alla lotta contro la repressione nei nostri paesi, contro la marcia reazionaria e dittatoriale dei governi del nostro paese nei confronti dell'opposizione proletaria antifascista antimperialista, contraria alla guerra, contraria alla devastazione ambientale, contraria alla restrizione del diritto di sciopero, del diritto di informazione, ecc.
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