Strage al cantiere Esselunga, l'imam parla di "caporalato": "Metà stipendio a chi ha trovato lavoro agli operai”
"Tre ragazzi egiziani che lavoravano nel cantiere mi hanno raccontato che, pur avendo un contratto regolare, dovevano dare metà del loro stipendio a chi aveva trovato loro il lavoro. Me lo hanno detto ieri (martedì, ndr) in moschea, chiedendomi se era lecito in senso religioso non dare più questi soldi. Ho detto loro che questo è da denunciare"
Stando alle parole dell'imam, i tre giovani che gli avrebbero raccontato i fatti di cui sopra avrebbero lavorato al cantiere da diversi mesi, "ma c'era chi era stato assunto da dieci giorni, perché sembra che i lavori fossero in ritardo”.
... ha raccontato come i giovani operai fossero "sconvolti" per la morte dei loro colleghi ma anche disperati: con lo stop dei lavori - tutta l'area è sotto sequestro da ieri su disposizione della procura - hanno infatti perso il lavoro.
Questa è la frase del “giornalista” di Libero servo del potere Sandro Iacometti:
“Beh, non dovevano stare in Italia. Se sono lavoratori clandestini che vengono fatti lavorare, la colpa è di chi li ha fatti lavorare, di chi li ha fatti entrare e di chi non li ha espulsi – aggiunge – Non è che possiamo essere contenti perché ci sono gli immigrati clandestini che vanno in giro per i cantieri, perché quello è un ulteriore problema da risolvere. Non sono risorse preziose, sono risorse che non dovrebbero stare in Italia“.
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