da Controinformazione rossoperaia del 21/02
Venerdì 23 e sabato 24 vi sono due importanti giornate nazionali a sostegno del popolo palestinese. Entrambi hanno come prima parola d'ordine “fermate il genocidio” perché nessuno può più nascondere che quello che persegue lo Stato sionista di tipo nazista d'Israele e il suo governo ultrareazionario e di stampo effettivamente neonazista di Netanyahu sia il genocidio del popolo palestinese, la sua espulsione dalle sue terre - quelle che gli sono rimaste - la sua espulsione dalla Striscia di Gaza. E tutti sanno che poi toccherebbe alla Cisgiordania.
Ormai nessuno può nascondere che questo avviene con la pratica dei massacri, dei bombardamenti di massa che, in nome della sedicente lotta al terrorismo, si colpisce tutto un popolo. 30.000 morti, 100.000 feriti, donne, bambini, tutte le strutture civili vengono distrutte dall'azione di Israele che scrive una nuova pagina storica dei crimini dell'umanità dell'imperialismo e dei regimi reazionari.
Per questo “fermate il genocidio” è chiaramente una parola d'ordine che sosteniamo e che giustifica pienamente la giornata di lotta del 23 e la manifestazione nazionale del 24.
Però, nello stesso tempo, diciamo chiaro che combattere il genocidio significa sostenere la resistenza del popolo palestinese. Descrivere il popolo palestinese come un'immane montagna di vittime che sta subendo di fronte al crimine genocida dello Stato d'Israele, è solo una parte della verità ed è una parte della verità che nasconde spesso un'ipocrisia e una menzogna.
Il popolo palestinese viene punito per essersi ribellato perché la resistenza ha alzato il tiro nei confronti
dello Stato sionista di Israele, contro la sua invasione, la sua occupazione. Il popolo palestinese vuole lo Stato palestinese libero e laico. Vuole la libertà, la terra. Va il diritto ad esistere e a riprendersi ciò che lo Stato sionista di Israele sostenuto dell'imperialismo gli ha tolto.Lo Stato palestinese vuole portare più avanti la lotta storica cominciata con l'OLP, proseguita con le fasi di guerra di popolo e di lotta armata antimperialista e antisionista, condotta per tanti anni. Vuole ribellarsi a un destino che non poteva che essere quello espresso attualmente. Posizioni strategiche dello Stato sionista di Israele e dagli interessi generali dell'imperialismo che lo sostiene. Questa ribellione è passata dalle varie Intifada, il popolo palestinese ha pagato un costo altissimo alla sua eroica Resistenza e questa eroica Resistenza è arrivata al 7 ottobre per mostrare ancora al mondo che non ci può essere giustizia in quella zona e pace senza giustizia. Giustizia vuol dire diritto del popolo palestinese ad avere il suo Stato contro la presenza dell'imperialismo e del suo gendarme nell'area. E’ questo nell'interesse di tutte le masse arabe, di tutto il Medio Oriente, di tutti i popoli oppressi del mondo, e oggi, in un contesto in cui le potenze imperialiste marciano verso la guerra per fermare la mano dell'imperialismo che marcia verso la guerra - che è sempre consolidamento e oppressione, ripartizione di territori e beni e fonti energetiche di materie prime che appartengono ai popoli schiacciando i popoli.
Per questo è giusto legare le due giornate alla lotta contro la guerra imperialista in corso con nomi e cognomi e in tutte le aree del mondo, il cui soggetto principale è l'imperialismo americano, la NATO, i governi imperialisti degli Stati europei, degli Stati capitalisti e il nostro governo, complice della marcia genocida in atto dello Stato di Israele.
Proprio in queste ore, in questi giorni, parte poi la missione “Aspides”, una missione che vuole portare le truppe imperialiste europee e italiane, in particolare nell'area, per combattere i solidali con la resistenza imperialista, in questo caso il popolo dello Yemen, definito Houthi che sta conducendo giusti e necessari attacchi militari contro lo Stato sionista d’Israele contro chi lo sostiene, mettendo in pericolo la navigazione nel Mar Rosso che è il centro di uno dei centri importanti nell'area, il centro dei centri del traffico mondiale. Per le cui ragioni si vuole cancellare anche il popolo palestinese.
Noi siamo contro la missione imperialista a guida italiana che raggiunge in questi giorni il Mar Rosso. La trasformazione dei soldati italiani in mercenari dell'imperialismo, in oppressori dei popoli, e sarà anche giusto che le truppe imperialiste - italiane comprese - trovino una risposta non solo sociale, umana, ma anche militare, perché l'imperialismo, quanto è sconfitto, diventa più debole, quanto conduce le sue operazioni e queste si affermano, diventano più forti. E l'imperialismo che diventa più forte rafforza i governi all'interno di questi paesi imperialisti che utilizzano questa forza per schiacciare gli operai e i proletari, le masse popolari all'interno del paese.
Più va avanti la marcia guerrafondaia del governo italiano, più viene schiacciato all'interno, al nostro popolo, inteso i proletari e masse popolari, maggiormente su di essi viene scaricata la guerra, i costi della guerra, più su di essi vengono scaricati in tutte le forme i danni di un'economia di guerra.
Per questo siamo perché l'imperialismo italiano prenda i colpi, si indebolisca. Indebolendosi rafforza la lotta dei proletari all'interno.
Il 23 e il 24 in queste manifestazioni di solidarietà col popolo palestinese bisogna portare con forza la lotta contro il nostro imperialismo, perché questo aiuta il popolo palestinese e aiuta in forma internazionalista i proletari e le masse popolari nel nostro paese.
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