Au matin du mardi 27 juin, un jeune homme de 17 ans au volant d’une voiture fait l’objet d’un « banal » contrôle policier, il s’appelle Nahel. Depuis le début de l’altercation, les flics sont virulents et n’hésitent pas à mettre des coups de crosse au conducteur ; pourtant, la fenêtre est baissée et Nahel est à l’arrêt. Le ton monte chez les policiers, ils crient à plusieurs reprises qu’ils vont « tirer » et lui « mettre une balle dans la tête ». Les chiens tirent. Nahel, 17 ans, jeune de quartier prolétaire, est assassiné de sang-froid.
Il nuovo articolo 435-1 del codice di sicurezza dà un’ampia discrezionalità agli agenti, prevedendo 5 circostanze in cui è legittimo ricorrere all’uso delle armi.
Come fa notare l’organo di informazione indipendente Basta – il solo che ha costituto un archivio consultabile di dati indipendenti – dall’approvazione della legge sono morte 26 persone nel tentativo di sfuggire ad un controllo, a differenza delle 17 uccise tra il 2002 ed il 2017.
In pratica si è legittimato un uso preventivo delle armi abbastanza discrezionale che ha prodotto effetti deleteri in termini di aumento delle morti, mentre l’opera di lobbyng delle potenti associazioni di categoria cerca di garantire di fatto l’impunità.
Yassine Bouzrou, uno degli avvocati della famiglia Nahel, ha precisato al sito di informazione indipendente Brut che i suoi clienti hanno depositato una denuncia per «omicidio volontario» contro il poliziotto autore della sparatoria e per complicità contro il suo collega, ma anche per «falso in trascrizione in atti d’ufficio».
Nomi conosciuti al grande pubblico anche italiano per i propri successi sportivi come Kylian Mbappé, capitano della squadra francese di calcio, o l’altro nazionale Jules Koundé, il rapper Niska o Medine, o Kameto, lo streamer da un milione di followers su Twitter, o l’attore Omar Sy.Tradotto da Contre Attaque
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