giovedì 6 aprile 2023

pc 6 aprile - Con il governo Meloni l'economia di guerra porta profitti crescenti per i padroni italiani dell'industria bellica, Leonardo in testa

La guerra interimperialista sta consolidando il Capitale legato alle industrie degli armamenti e questo governo ha nel ministero della Difesa di Crosetto lo strumento politico per l'incentivazione dei piani dei gruppi industriali militari che spingono per la guerra e si saldano con lo Stato e la politica di questo governo fascio-imperialista e con il personale politico del PD complice di questo processo (Minniti, Violante). Pertanto è nella lotta contro il nostro imperialismo, rappresentato dal governo Meloni, il cuore delle lotta alla guerra.

L’Ucraina sta finendo le munizioni. Gli Stati Uniti e altri alleati in Europa devono fronteggiare la sfida dell’aumento di produzione di armi e proiettili. La guerra ha messo in luce l’incapacità di aumentare rapidamente la produzione industriale.

Ercolani, amministratore delegato di Rheinmetall Italia: “L’industria della Difesa verso un cambiamento epocale”

“Abbiamo scoperto che in un conflitto senza le munizioni tutto si ferma” ma il piano Ue per l’approvvigionamento di proiettili da 2 miliardi “porterà opportunità per l’industria italiana” secondo Rheinmetall Italia.

“Quello che è successo con l’Ucraina che ci ha restituito in questo momento 3 lezioni importanti che si possono poi riflettere nell’industria italiana e nella politica industriale dei prossimi anni: Munizionamento, Difesa Aerea e Carri”, ha spiegato Ercolani.

30 Marzo 2023 da analisidifesa

 “In un solo anno il conflitto in Ucraina ha visto il consumo di munizionamento pari ad almeno due

volte l’intera produzione annua degli Stati Uniti e dell’Europa. In Italia serviranno fino a due anni per recuperare il quantitativo di munizionamento nelle scorte dei magazzini con un investimento di decine di milioni di euro”.

In Ucraina sono stati esplosi in un anno tra uno e due milioni di munizioni d’artiglieria a fronte di una produzione annua negli USA di circa 200 mila proiettili e per l’Europa di circa altrettanti. I piani europei prevedono 3 miliardi d’investimento per  inviare munizioni disponibili all’Ucraina, ripianare le scorte e aumentare la produzione industriale.

Ercolani ha evidenziato come bel settore della Difesa aerea si ponga il problema della sostenibilità economica legata all’impiego di missili terra-aria del valore di uno o due milioni di euro per abbattere droni che ne valgono poche migliaia.

Dopo aver sottolineato le opportunità dell’industria italiana nel settore dei droni, Ercolani ha affrontato il tema del rinnovo e aggiornamento delle forze corazzate cingolate ricordando l’offerta di Rheinmetall di entrare nella proprietà della ex Oto Melara che Leonardo ha posto in cessione per produrre in Italia il KF-41 Lynx quale sostituto del veicolo da combattimento Dardo: programma cui farà seguito la sostituzione dei carri armati Ariete.

Quanto alle commesse industriali in seguito alle esigenze emerse col conflitto in Ucraina oggi le tempistiche di consegna stanno riducendosi dai 24/54 mesi ad appena 12.

“Un cambiamento epocale” – lo ha definito Ercolani – che impone di avere stock più ampi, comprare i materiali in anticipo ma, soprattutto per le PMI, significa dover attuare acquisti prima e quindi poter accedere al credito in modo più rapido.

La nuova sfida è integrare Difesa e industria per disporre di armamenti pronti all’impiego e quindi traghettare la ricerca e sviluppo verso una maggiore sinergia con le esigenze operative mentre potenziare e rinnovare le filiere richiederà forti investimenti ma offrirà anche nuove opportunità.

IL PIANO UE DA 2 MILIARDI PER ACQUISTO E POTENZIAMENTO SCORTE

“Adesso il piano che si sta varando nell’Unione indirizza un investimento di circa 2 miliardi da riversare nell’acquisto e nel potenziamento delle linee industriali secondo un percorso a 3 fasi orientato a: rifornire l’Ucraina, ristabilire le scorte e potenziare le industrie”, ha ricordato il numero uno di Rheinmetall Italia.

"Stimo che il 15-20% della somma di 2 miliardi destinata alle munizioni finisca al nostro Paese. Pensi a Fiocchi munizioni, che è in parte passata di mano a un fondo estero, ma la testa e le braccia sono tutte in Italia. A Rwm Italia, parte del nostro gruppo tutta italiana [la fabbrica di Rwm Italia Spa, con sede legale a Ghedi (Brescia) e stabilimento a Domusnovas (Sud Sardegna) – controllata dal gruppo tedesco Rheinmetall]. Cito Beretta, che è leader anche grazie alle acquisizioni in Svizzera.

LA PROPOSTA PER OTO MELARA

In questo quadro “si inserisce la nostra proposta per Oto Melara che come sapete abbiamo lanciato, dopo l’annuncio di Leonardo di vendere l’assetto, con lo scopo di investire centinaia di milioni di euro per unire le forze e creare un campione industriale nazionale” ha sottolineato l’ad di Rheinmetall Italia.

Oto Melara e Wass sono le due controllate armamenti terrestri e navali messe in vendita da Leonardo nel 2021, la cui cessione è rimasta in stand-by. Prima dell’estate scorsa sempre Rheinmetall si era fatta avanti con una proposta a Leonardo per rilevare una quota di minoranza di Oto. Nel frattempo è cambiato l’esecutivo e ora è in scadenza il CdA della società Leonardo, partecipata dal Mef, quindi si dovrà attendere ancora per sapere il futuro della business unit della divisione Sistemi di Difesa dell’azienda.

Leonardo=Minniti e Violante

Il Centro di supporto e sperimentazione navale (Cssn) è già un punto di riferimento e il polo nazione della subacquea, sottolinea Luciano Violante, presidente della Fondazione Leonardo-Civiltà delle macchine, "sarà utile anche per sostenere la filiera delle piccole e medie imprese, da coinvolgere direttamente nei programmi" oltre a favorire l'attività di ricerca e sviluppo.

Fincantieri e Leonardo pronti per il Polo nazionale subacqueo
28 Marzo 2023 
Sarà inaugurato a La Spezia il Polo nazionale della Dimensione subacquea, sotto la guida della Marina militare. Il governo ha già stanziato due milioni ma secondo il presidente di Aiad “servono più risorse”. Il ruolo di Fincantieri e Leonardo.
“La legge di bilancio 2023 ha stanziato due milioni per la costituzione del Polo Nazionale della dimensione subacquea per valorizzare e sviluppare competenze e potenzialità nazionali sotto la supervisione e il controllo della Marina Militare”, ha spiegato il ministro Musumeci. Ma potrebbero non essere sufficienti secondo il presidente della Federazione aziende italiane per l’aerospazio, la difesa e la sicurezza (Aiad), Giuseppe Cossiga: “Ne serviranno 20 di milioni, se non 30, ma non per un anno, per cinque o sei”. Il presidente dell’associazione delle industrie della difesa ha ricordato che il progetto ha coinvolto tutti, “dalla Marina al Parlamento, fino al governo, che ha trovato lo spazio nella Finanziaria per creare il polo”.

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