domenica 2 aprile 2023

pc 2 aprile - In 16 anni raddoppiati i nuclei familiari in povertà assoluta… dalla “massima ricchezza alla massima povertà”

Perché? Solo l’analisi scientifica marxista lo può spiegare… e dare le soluzioni

Questa cifra, in Italia, arriva a quasi 5 milioni di persone tra proletari e masse popolari. Un processo in realtà mondiale perché “il proletariato non ha nazione”!

“A scattare la fotografia è il primo rapporto della Fondazione Cariplo proprio sulle diseguaglianze e che evidenzia come nel 2021 circa due milioni di famiglie si trovavano in una situazione di povertà assoluta, ossia più del doppio rispetto al 2005.” (Gds 29/3)

Praticamente “1 su 12”, ma a questi bisogna aggiungere quelli “a rischio povertà” che secondo l’Ocse sono 1 su 5. 

Aumento della povertà nello stesso momento in cui la ricchezza prodotta dalla classe operaia di tutto il mondo è aumentata in maniera esponenziale concentrandosi sempre più nelle mani di un piccolo gruppo di capitalisti.

Questi della Fondazione bancaria insieme ad altri rappresentanti della ricca borghesia italiana denunciano l’indifferenza delle “istituzioni” come “il numero uno di Intesa Sanpaolo” che “ricorda che il gruppo da lui guidato ha ‘lanciato il più grande progetto per la povertà, per dare da mangiare alle persone, dare posti letto, dare medicine e dare vestiti ai poveri’” e che è necessario, dicono, che “qualcosa venga fatto a livello di governo e di pubblico”; “Serve una presa di consapevolezza di sistema”…

La borghesia “vede” la povertà, la considera normale, al massimo “si deve fare qualcosa” per attenuarla, e si è abituata perfino a differenziarne i vari tipi: povertà educativa, povertà alimentare, povertà sanitaria, povertà lavorativa, povertà urbana… e le “sfugge” forse che la povertà è povertà e che è proprio il suo “sistema”, capitalista imperialista, a generarla, quello in cui “la massima ricchezza

produce la massima miseria”. Il problema, dunque, non è “vedere” la povertà, ma capire da dove viene, perché esiste e cosa si deve fare per cambiare “sistema” ed eliminarla definitivamente.

Sono questi i temi che si affrontano nelle lezioni sul marxismo di base con una analisi seria e scientifica, attraverso l’uso della dialettica materialistica, e senza giudizi moralistici” come invece fanno i “riformatori” di ogni risma, di ieri e di oggi, tutti quelli che si considerano di “sinistra” mentre con le loro parole e azioni vorrebbero attenuare gli effetti mortali del capitalismo ma in realtà lo abbelliscono e lo rendono accettabile, qualunque siano le loro “sincere intenzioni”.

I borghesi di “destra” invece sono più cinici e diretti, come Carlyle, un borghese dell’800 che viene citato nella seconda lezione, che critica il sistema capitalistico ma in nome di un passato, quello feudale, che non può più tornare e che a Londra aveva visto scendere in piazza 1 milione di lavoratori: “questi lavoratori affamati insorsero, si riversarono sulle strade e vi restarono. Che altro avrebbero dovuto fare? Le ingiustizie patite, le loro proteste erano amare e intollerabili, il loro furore era invece giustificato.”

Ed è infatti solo con questo furore che si può spazzare via questo sistema sociale morto (ma ancora da seppellire definitivamente)!

E le prossime lezioni marxiste di base ci daranno ancora altri strumenti per comprendere i perché di questo sistema e i come  liberarcene. 

Le prime due “lezioni” si possono leggere e ascoltare ai seguenti link

https://proletaricomunisti.blogspot.com/2023/02/pc-18-febbraio-la-prima-lezione-della.html

https://proletaricomunisti.blogspot.com/search?q=Di+Marco&max-results=20&by-date=true

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