“Assassini in Giacca e Cravatta!” poi la contestazione e le cariche al passaggio di Minniti e Piantedosi! Quando un giorno si farà la storia dei crimini di Stato nel Mediterraneo e del razzismo istituzionale sarà importante se si potrà dire che c’è stato chi si è opposto, chi ha resistito, chi ha chiamato gli assassini col loro nome, chi ha detto coi fatti “non nel mio nome”!
Un centinaio di manifestanti – appartenenti alle associazioni antifasciste e antirazziste napoletane – si sono radunati all’esterno della Stazione Marittima al Molo Beverello per protestare contro le politiche del governo soprattutto sul tema dell’accoglienza e dell’immigrazione. Una delegazione dei manifestanti, poi intenzionata a deporre una corona di fiori davanti al monumento al migrante, un totem per la pace che sorge proprio all’interno della Stazione Marittima in memoria di tutte le persone morte in mare durante le traversate.
I manifestanti hanno però trovato la polizia, in assetto antisommossa, schierata all’ingresso della Stazione Marittima a sbarrargli la strada. Quando alcuni partecipanti al corteo hanno insistito affinché li lasciassero passare, per deporre i fiori sono scattate le cariche e le manganellate e due manifestanti sono rimasti feriti
Il comunicato di Antirazzist* di Napoli e Napoli senza confine
Così oggi oltre un centinaio di antirazzist*, migranti, autoctoni, studenti, associazioni hanno contestato alla Stazione Marittima di Napoli la presenza del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e dell’ex Ministro Marco Minniti.
Con le mani bagnate di vernice rossa i manifestanti hanno gridato “questo è il sangue di cui sono sporche le vostre”.
La polizia ha caricato due volte, quando è passata la macchina di Marco Minniti mentre i manifestanti volevano deporre una corona di fiori sotto al monumento del migrante che si trova all’ingresso della stazione marittima e quando è passata l’auto del ministro dell’Interno verso cui gli attivisti hanno tirato foglie di insalata a ricordare che lo sfruttamento nelle campagne e sul lavoro è l’altra faccia di decreti come quello che è al voto in parlamento: attaccando la protezione speciale (e non solo) aumenta clandestinità e ricattabilità delle persone. Dopo le cariche tra i manifestanti molti contusi e un ferito alla testa…
“Basta parlare di Stragi del mare – si spiega dal camioncino dello speaker- quando 94 persone come a Cutro muoiono affogate a due passi dalla riva, dopo essere state avvistate da almeno un giorno bisogna parlare di Stragi di Stato, per la quale i parenti delle vittime e la democrazia italiana hanno diritto ad avere Verità e Giustizia!”
Se Matteo Piantedosi è il tecnocrate che fa la guerra al soccorso in mare in nome di un governo di estrema destra che parla senza vergogna di “difesa della razza”, Marco Minniti è l’architetto di quel memorandum sulla Libia che dal 2016 finanzia bande di aguzzini in Libia per sequestrare, torturare, violentare e schiavizzare migliaia di esseri umani.
“Morti in mare – Schiavi in terra!” denunciava lo striscione del movimento migranti, un altro “Minniti e Piantedosi Not Welcome” e quello al centro “Stragi di Stato – Minniti e Piantedosi assassini in giacca e cravatta!”.
La contestazione precede la manifestazione antifascista e antirazzista del 25 aprile (da piazza Garibaldi alle 10) e quella nazionale del 28 aprile a Roma contro il nuovo decreto in discussione in parlamento, per la quale solo da Napoli sono già stati organizzati dieci autobus di manifestanti.
Da potere al popolo Napoli
Si è da poco conclusa la manifestazione alla Stazione Marittima, contro le politiche razziste del governo italiano sull’immigrazione, in occasione della presenza a Napoli di Minniti e Piantedosi.
Durante la contestazione pacifica, ci sono state alcune cariche. Ancora una volta, lo Stato risponde con la violenza a una manifestazione di dissenso. In questo modo, si criminalizza chi chiede un cambiamento. In realtà, i veri violenti sono i politici che, negli anni, occupando posizioni di potere, hanno lasciato morire migliaia di persone al largo delle coste del Mediterraneo.
La nostra protesta non si ferma qui: il 28 aprile saremo a Roma per Non sulla nostra pelle
Dalla stampa
Napoli, Piantedosi contestato: scontri e lancio di ortaggi e vernice contro l’auto per i morti di Cutro. Striscioni e proteste contro il ministro
«Piantedosi e Minniti non siete i benvenuti a Napoli». È uno degli slogan dei movimenti di protesta davanti l'ingresso della Stazione marittima di Napoli in attesa del ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, per partecipare al Forum sui beni confiscati. In piazza, gli attivisti di Mediterranea, del Movimento migranti e rifugiati Napoli, di Potere al popolo...
I manifestanti parlando delle politiche del Governo Meloni affermano che «hanno le mani sporche di sangue». Alcuni manifestanti si sono tinti le mani di vernice rossa espressione del sangue dei migranti. Nel momento in cui i manifestanti hanno tentato di avvicinarsi di più all'ingresso ci sono stati contatti con le forze dell'ordine.
E poi ci sono stati gli scontri tra manifestanti e polizia... Oggetto della contestazione il cosiddetto decreto Cutro che ridimensiona la protezione speciale per i migranti che arrivano in Italia. Dure le critiche anche all'indirizzo dell'ex ministro Marco Minniti, anche lui a Napoli...
Vernice e ortaggi sono stati lanciati contro l'auto del ministro. I manifestanti - collettivi studenteschi e universitari, associazioni di migranti - hanno preso di mira l'auto del ministro. La polizia, presente sul posto in tenuta antisommossa, è intervenuta con cariche di alleggerimento. Ma ci sono anche stati tafferugli. I manifestanti, che già in precedenza avevano tentato di avvicinarsi all'ingresso della struttura venendo però respinti dalla Polizia, hanno avuto un altro contatto con le forze dell'ordine. Uno dei manifestanti è stato visto con una ferita alla testa.
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