domenica 16 aprile 2023

pc 16 aprile - Ritornando sulla formazione marxista e verso la nuova lezione del 21 aprile... Incontro di studio con i lavoratori e lavoratrici a Palermo

Giovedì scorso presso la sede dello Slai Cobas per il sc di Palermo si è fatta una riunione di formazione con un gruppo di lavoratrici e lavoratori in vista della nuova lezione che terrà il Prof. marxista Di Marco, ex Preside della Facoltà di Filosofia Università Federico II di Napoli, rientrante nel ciclo di formazione operaia sul Capitale di Marx iniziato da circa due mesi e che ha già visto lo svolgimento di due lezioni, la prima dalla sede di Taranto e la seconda dalla sede di Palermo. La nuova lezione sarà tenuta dalla sede di Bergamo e precisamente il 21 aprile prossimo.

Le lavoratrici e i lavoratori di Palermo che stanno seguendo la formazione con interesse hanno ritenuto opportuno rivedersi tra una lezione e l’altra per riprendere gli argomenti trattati, discuterli, per chiarire o capire meglio, per ragionarci sopra. 

 Riportiamo stralci della riunione

Se non c'è la comprensione di come funziona il sistema sociale capitalista in cui viviamo non possiamo comprendere perché in questo sistema, come ci diceva il Prof. Di Marco, gli operai producono socialmente la ricchezza ma per la classe operaia e lavoratrice aumenta la miseria. 

 
Partire dall'analisi del sistema capitalistico, dunque, dall’analisi dell’economia politica che i nostri maestri Marx ed Engels hanno studiato fino in fondo. Essi a metà del 1800 hanno deciso di schierarsi dalla parte della classe operaia, del proletariato,  hanno visto la società, per semplificare, divisa tra ricchi e poveri e  hanno deciso di stare dalla parte di chi sta peggio, della classe sfruttata e oppressa perché vedono in questa classe non solo la classe sfruttata che deve comprendere le ragioni di questo sfruttamento da parte della classe dominante borghese, ma anche perché essa è l'unica classe che non avendo nulla da conservare in questo sistema ha un ruolo sociale determinante e determinato, quello di essere il becchino di questo sistema sociale capitalistico che non può essere cambiato dall’interno ma solo rovesciato.

 Analizzare il sistema capitalistico è una scienza e come per tutte le scienze ci vuole lo studio ma questo studio presuppone/pone un metodo scientifico che Marx ci spiega e ci insegna, il metodo materialistico – dialettico.

Uno scienziato in laboratorio quando deve analizzare un oggetto, riprendendo quanto detto dal Prof. Di Marco, prima lo vede nella sua interezza, poi inizia a selezionarlo, spezzettarlo, dividerlo in diverse parti, addirittura rispetto al cibo lo si deve mangiare per capirne le caratteristiche, per descriverne il sapore ecc. per poi ritornare all’analisi di quell’oggetto nella sua interezza ma ad un livello superiore.

 Lo scienziato sociale che analizza la società come ha fatto Marx non può usare i reagenti chimici o altri strumenti di laboratorio, ma ha bisogno di una grande capacità di astrazione.

 Gli operai  producono la ricchezza socialmente  in questa società ma non riescono come essere umani ad appropriarsi di questa ricchezza che alla fine è come una potenza che gli si para davanti, che risulta estranea; dicevano certi operai della Fiat di Termini Imerese “la macchina la facciamo noi” con orgoglio, ma poi quella macchina non era “loro”, si sentivano estranei dinnanzi alla potenza della ricchezza prodotta socialmente dalla classe operaia nel suo insieme, e il senso è di restare svuotati, questo è un sistema che ti svuota socialmente in cui la produzione è sociale, della maggioranza degli operai, ma l’appropriazione è privata, della minoranza dei capitalisti…

 E’ stato sempre cosi nella società? Hanno chiesto alcuni lavoratori

No, non è stato sempre così e la borghesia dominante che combattiamo e che ci inculca ogni giorno che i rapporti sociali tra le classi sono immutabili lo fa chiaramente perché ha tutto l’interesse di mantenere/conservare lo stato di cose esistenti.

Il mondo cambia costantemente sotto i nostri occhi anche ora mentre siamo qui a studiare, e l’excursus storico che ha fatto il Prof. di Marco in particolare nella seconda lezione spiegandoci come si è sviluppata l’organizzazione sociale dell’umanità partendo dal modo di produzione ce lo fa vedere chiaramente come in un film: per gli antichi la ricchezza serviva a costruire meglio il cittadino cioè il cittadino doveva essere il buon cittadino,  il migliore cittadino,  con tutte le capacità  di saper vivere nella società e all'occorrenza essere anche un buon militare visto che c’erano le guerre, la ricchezza al servizio del cittadino…  oggi la situazione è rovesciata  “il cittadino” cioè il lavoratore, l'operaio deve essere al servizio  della produzione della ricchezza per i padroni, per i capitalisti… la società capitalista non l’ha inventata nessuno, né nasce dal cielo, è un'evoluzione costante che ha visto lo sviluppo nel corso dei millenni di diversi modi di produzione e conseguentemente di diversi modi di organizzazione sociale degli uomini a partire dal comunismo primitivo nella preistoria per passare alla società antica, al sistema feudale con il re e tutta la nobiltà dei vassalli, valvassori e valvassini campata dai contadini servi della gleba che lavoravano la terra, l'artigianato  era a gestione familiare, si faceva tutto in famiglia dai vestiti agli utensili… ma quel tipo di società via via si trasforma, per esempio si sviluppa rapidamente il commercio,  l’artigianato fuoriesce dalla gestione familiare, dalla campagne ci si sposta nelle città che si vanno formando, l’artigianato si sviluppa in senso più ampio… si tratta insomma di un lungo processo che porterà alla nascita delle prime fabbriche…

 Alcuni intellettuali borghesi tra la fine del 1700 e primi del 1800,  ha spiegato nella lezione Di Marco, si sono accorti, guardando anche lotte, proteste operaie, di che cos'è questo sistema e già allora lo criticavano, ma la critica a questo sistema sociale in termini moralisti da un lato, “quanto è orrido questo sistema”, o pensare di risolvere i problemi facendo andare indietro la ruota della storia (ritornare alle campagne e chiudere le fabbriche) si diceva nella lezione, è un errore per non dire un’assurdità ascientifica…

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Su questo una lavoratrice è intervenuta dicendo che oggi questo lo fa il governo Meloni… sulla questione del blocco, per esempio, della produzione di carne sintetica che potrebbe essere un andare avanti nel progresso, il tutto condito dal made in Italy, dal nazionalismo/patriottismo proprio della natura ideologica e politica fascista di questo governo per il quale invece gli allevamenti intensivi degli animali vanno bene per i profitti del Capitale… o l’ideologia reazionaria no vax di cui è infettato questo governo…

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In America ci sono ci sono state campagne ideologiche e politiche attraverso cui in molte scuole hanno cambiato i testi classici facendo sparire Darwin, di Marx non se ne parla completamente,  tutto quello che fa riferimento all'evoluzione è stato soppresso… ma accanto ai reazionari conservatori poi ci sono i cosiddetti progressisti che vedono nelle riforme, sempre dentro questo sistema capitalistico, la soluzione del problema che resta in termini di sfruttamento e oppressione per il profitto e si acuisce invece con una minoranza sfruttatrice che si arricchisce sempre di più e una maggioranza sfruttata che invece si impoverisce sempre di più.

 …le condizioni per arrivare ad una nuova società in cui come dicono le compagne del Mfpr “tutta la vita cambi davvero” sono già insite in questa società ma sono sempre più ristrette e soffocate nelle sempre più stringenti catene dei rapporti di produzione capitalisti fondati sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo per l’insaziabile fame di profitto di pochi, la borghesia capitalista, a discapito di molti, la classe operaia e lavoratrice.

 Il problema, ha detto il Prof. Di Marco, è legato all’uso che si fa dei mezzi di produzione e delle forze produttive così sviluppate in questa società, ed è l’uso capitalistico di essi finalizzato al profitto, alla ricchezza ma non per tutti gli operai, i lavoratori, le masse popolari, ma solo per la classe dei padroni.

Si pone pertanto la questione del potere che non è nelle mani della classe operaia, si pone il problema del partito di classe della classe operaia…

 Sempre rifacendosi all’excursus storico fatto dal prof. Di Marco, si è ripresa la parte relativa allo sviluppo dell’organizzazione sociale che andava di pari passo con lo sviluppo dell’organizzazione familiare e in particolare riprendendo e leggendo alcuni passi dell’opuscolo di formazione rivoluzionaria prodotto dalle compagne Mfpr sul testo di Engels “L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato” che durante la lezione il Prof. Di Marco aveva indicato come testo da riprendere, ci si è soffermati sulla questione della nascita storicamente determinata della proprietà privata, della prima divisione del lavoro tra uomo e donna e della prima nascita delle classi… lettura che ha suscitato interesse tra le lavoratrici e i lavoratori presenti.

 “E’ sempre stato così, ricchi e poveri, oppressori e oppressi, sono sempre esistiti” si sente dire spesso: non è vero che è sempre stato così, nel comunismo primitivo la differenza di genere non produceva oppressione di un sesso, supremazia di un sesso su un altro , disuguaglianza sociale… gli uomini uscivano più fuori per andare a cacciare le donne gestivano la casa “...la mole eccessiva di lavoro svolto dalle donne tra i selvaggi e i barbari, non sono affatto in contraddizione con quanto è stato detto. La divisione del lavoro tra i due sessi è condizionata da cause diverse dalla posizione della donna nella società... (la donna) lavorava duramente, ma era considerata presso il suo popolo come una vera signora, ed era tale anche per il suo carattere...”. IL PASSAGGIO “...l’addomesticamento degli animali e l’allevamento degli armenti avevano sviluppato una fonte di ricchezza fino ad allora sconosciuta ed avevano creato condizioni del tutto nuove... a chi apparteneva questa ricchezza? Senza dubbio originariamente alla gens. Ma già presto deve essersi sviluppata la proprietà privata degli armenti... Tali ricchezze, una volta passate nel possesso privato delle famiglie e qui rapidamente moltiplicate, dettero alla società fondata sul matrimonio di coppia e sulla gens matriarcale un colpo potente... Secondo la divisione del lavoro nella famiglia allora in vigore, toccava all’uomo procacciare gli alimenti, come anche i mezzi di lavoro a ciò necessari, e quindi anche la proprietà di questi ultimi. L’uomo poi in caso di separazione se li portava con sé, come la donna conservava le sue suppellettili domestiche. Secondo l’uso d’allora, dunque, l’uomo era anche proprietario delle nuove fonti di alimentazione, del bestiame e, più tardi, dei nuovi strumenti di lavoro: gli schiavi. Secondo l’uso di quella stessa società, però, i suoi figli non potevano ereditare da lui.... secondo il diritto matriarcale... la discendenza fu calcolata soltanto in linea femminile...” (Ma) “...le ricchezze, nella misura in cui si accrescevano, da una parte davano all’uomo una posizione nella famiglia più importante di quella della donna, dall’altra lo stimolavano ad utilizzare la sua rafforzata posizione per abrogare, a vantaggio dei figli, la successione tradizionale. Ma ciò non poteva essere finché era in vigore la discendenza matriarcale. Era necessaria dunque l’abrogazione di essa, ed essa infatti fu abrogata”. Engels

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Questo testo sarebbe bello leggerlo ha detto una lavoratrice… quando ti dicono che per noi donne è sempre stato così si dimostra che non è così… oggi poi con questo governo Meloni "donna madre e cristiana" ci vuole ancora di più inculcare che il nostro ruolo è solo quello fare figli,  lavorare sì, quando il lavoro ce l’hai, ma per essere sfruttate al pari o forse più degli uomini e le prime ad essere licenziate anche per la maternità

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Marx ed Engels sono eccezionali, essi guardavano coma fa uno scienziato serio sia l'aspetto positivo che l'aspetto negativo dello sviluppo storico ad esempio la monogamia fu un progresso storico perché il fatto di arrivare a un matrimonio dove c'era solo la coppia di un uomo e una donna al posto della promiscuità è stato un progresso sociale, ma nello stesso tempo analizzano come i rapporti economici in ultima istanza hanno influito sul cambiamento, il passaggio dal matriarcato al patriarcato, con la nascita della proprietà privata che ha mutato lo stato sociale delle donne… 

La nascita della società capitalistica è stato un progresso che ha fatto andare avanti l’umanità rispetto al modo di produzione e organizzazione sociale feudale, è un progresso perché ci ha fatto uscire fuori dal medioevo e dal feudalesimo, questa società stessa genera la classe del proletariato, l'unica classe rivoluzionaria che abbatterà il capitalismo... 

Oggi con lo sviluppo enorme delle forze produttive siamo arrivati a un punto che la ricchezza potrebbe essere al servizio del benessere sociale mondiale ma appunto l’uso capitalistico per il profitto in questa società divisa in classi lo impedisce, una società che riserva alle classi sfruttate miseria, oppressione repressione, guerra…

Si è quindi passati a riprendere la seconda parte della lezione del Prof. di Marco rispetto ai primi concetti di base, a partire dal concetto di merce, tutto quello che si produce nel Capitale è merce dal duplice valore, valore d’uso e valore di scambio, ogni merce ha due valori:  valore d'uso che significa che essa dev'essere utile a qualcosa, e ciò dipende dall'uso che se ne fa., valore di scambio che varia a seconda delle altre merci con cui può essere scambiata per arrivare ad un’altra merce, la merce denaro… se dovessimo scambiare un diamante con una penna dovrei dare come minimo 10.000 penne, serviva una merce che come tutte le altre e come tutte le altre merci avesse un valore che le rappresentasse tutte… anche qui lo sviluppo storico materialistico reale e non il cielo delle idee,  dalla pecunia all’oro, metallo facile da usare anche in piccoli pezzi che hanno valore... ma cosa dà questo valore di scambio? Ci si è soffermati quindi sul concetto di lavoro umano insito nella merce prodotta, lavoro umano speso per produrre quella data merce, il valore di scambio di una merce che risiede nel "lavoro socialmente necessario" per produrla...

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Ma oggi non lo vediamo questo valore quando compriamo le merci in un supermercato, ad esempio, ha detto una lavoratrice chi ce le dice queste cose normalmente? Nessuno

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Siamo nati in questa società e senza alcuna spiegazione tutto ci sembra normale, così è, ma per fortuna abbiamo i nostri maestri che ci danno gli strumenti per capire innanzitutto e poi per organizzarci e lottare contro chi come i padroni usano tutto questo per fregarci… secondo il sistema capitalistico l’operaio e il padrone sarebbero uguali, è scritto nel contratto con cui l’operaio vende la sua forza lavoro al padrone, tu lavori nella mia fabbrica e io ti pago ma come mai io operaio non mi arricchisco e il padrone sì? Lo vedremo nelle prossime lezioni del Prof. di Marco.

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Devo riconoscere che è stata una riunione interessante, ha detto a fine riunione un lavoratore, è importante capire certe cose per migliorare e comprendere anche per le  lotte che stiamo facendo… voglio fare una domanda al Professore: ma il padrone quando sfrutta gli operai, abbassa i salari nasconde il vero motivo, l’estorsione di  profitto, giustificandosi dietro la questione dell’acquisto dei macchinari che si logorano, dei rischi da produzione ecc.?

 Sono lezioni che seppur non semplici suscitano interesse anche per capire le cose reali che stanno dietro le apparenze che ci fanno passare per giuste così da aprire gli occhi e sapere rispondere e agire di conseguenza, non mi ponevo neanche il problema da dove venisse il capitalismo, si vive come se tutto fosse automatico e uguale…  da una lavoratrice

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 Alla prossima lezione del 21 aprile!

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