(Continua dalla Formazione operaia del 9 febbraio)
Lenin è estremamente chiaro nel tracciare i limiti della cosiddetta "guerra difensiva", cos come nel collocare esattamente le guerre che oggi chiamiamo di "liberazione" e che vanno viste limitatamente alle lotte di liberazione nazionale nei paesi oppressi dall'imperialismo.
Ciò domanda nell'attuale epoca anche un'analisi corrispondente di quando si può parlare di paesi oppressi dall'imperialismo, dato che gli sviluppi e i cambiamenti avvenuti nella fase imperialista hanno fatto si' che molti di questi paesi sia divenuti non paesi oppressi dall'imperialismo, ma paesi capitalisti essi stessi inseriti nella catena mondiale del sistema imperialista e nella divisione internazionale del lavoro e dello sviluppo disuguale che c'è sempre stato tra paesi capitalisti e ancor più vi è nella fase dell'imperialismo.
Estendere il concetto di paese oppresso dall'imperialismo porta ad estendere in seno a paesi divenuti capitalisti sia pur dipendenti del concetto di "difesa della patria", di "guerra difensiva". Questo produce la collaborazione di classe alle guerre del proprio paese, la subordinazione del proletariato e delle masse popolari alle borghesie capitaliste del proprio paese; e di conseguenza l'affermazione nelle fila proletarie e popolari dell'ideologia del nazionalismo e l'abbandono della lotta per il socialismo.
Questo ad esempio è del tutto evidente nel caso dell'Ucraina.
L'Ucraina non è un paese oppresso dall'imperialismo, è un paese capitalista dipendente, dove per altro il
capitalismo è stato restaurato dopo il cambio di natura della Russia.
La guerra Russia/Ucraina, anche se non ci fosse, come in questo caso, l'intervento di tutte le potenze imperialiste in contesa con la Russia a farne una pedina dello scontro inter imperialista, sarebbe sempre una guerra tra l'imperialismo russo e l'Ucraina capitalista. nella quale la posizione indipendente del proletariato sarebbe comunque quella di lottare contro l'imperialismo aggressore e contro la borghesia capitalista aggredita nel proprio paese.
Questo vale ancora di più nel contesto di quella che è oggi, in realta', una guerra inter imperialista.
Quindi, in Ucraina, nella quasi totalita' dei paesi dell'Est, all'interno dei paesi imperialisti e capitalisti, tranne rare eccezioni, non ci sono lotte di liberazione nazionale, e di conseguenza il concetto di "guerra difensiva" o di "difesa della patria" costituisce, come ci insegna Lenin, una "falsificazione storica e solo un inganno del popolo semplice da parte dei padroni".
Anzi, è su questa base che le borghesie di questi paesi servendosi dell'ideologia nazionale e del concetto di "difesa della patria" hanno portato al potere regimi di carattere sovranista, che nella sostanza praticano il fascismo all'interno e si allineano attivamente ai paesi imperialisti maggiori all'esterno, partecipando, e in certi casi fomentando, guerre reazionarie.
Proseguendo nell'esame dello scritto di Lenin. In un altro passo del testo "il socialismo e la guerra", Lenin scrive: "quasi tutti riconoscono che la guerra attuale è imperialista. Ma i più deformano questo concetto e lo applicano unilateralmente o cercano di far credere nella possibilita' che queste guerra abbia un significato progressivo, di liberazione nazionale".
Lenin prosegue descrivendo come l'imperialismo è il più alto grado di sviluppo del capitalismo, che ha sviluppato tutte le sue caratteristiche ad un livello che abbraccia, e oggi ancor più, la gran parte dei paesi del mondo. E' in questo contesto che via via che si estende l'imperialismo, si estende il capitalismo all'interno di questi paesi. Che certamente non è il capitalismo degli albori, è una sorta di capitalismo deformato che l'analisi marxista leninista maoista in molti casi ha analizzato nella forma di capitalismo burocratico, ma sempre capitalismo è. E, quindi, non vi può essere all'interno dei paesi dipendenti un capitalismo progressivo. E la linea del "capitalismo progressivo" e dell'alleanza con la borghesia capitalistica nazionale in seno ai paesi dipendenti è una deviazione grave che ha portato, in particolare nel dopo guerra, le lotte e i movimenti di liberazione nazionale a trasformarsi, anche quando hanno vinto, in nuovi Stati inizialmente a capitalismo di Stato, in Stati a capitalismo tout court parte integrante del sistema imperialista mondiale.
Per cui nella maggiorparte dei casi in questi paesi non è continuata la rivoluzione democratica, la rivoluzione di Nuova democrazia verso il socialismo.
Ma non solo. Questi Stati hanno contribuito allo sviluppo del capitalismo nel loro paese, trasformando questi paesi in paesi di capitalismo selvaggio; confermando quanto scrive Lenin: "da progressivo il capitalismo è divenuto reazionario".
E' chiaro, per rientrare nel tema di fondo dello scritto di Lenin e del suo rapporto con la realta' di oggi, che questi paesi diventano attivi protagonisti di guerre reazionarie e anelli dello scontro inter imperialista mondiale.
Lenin prende in considerazione lo stato delle cose in alcuni paesi che nel suo tempo erano oppressi dall'imperialismo, e scrive: "In Cina, in Persia e in India e in altri paesi soggetti si è sviluppata nel corso degli ultimi decenni una politica di risveglio alla vita nazionale di decine e centinaia di milioni di uomini, di liberazione dall'oppressione delle grandi potenze reazionarie. Su questo terreno storico una guerra può essere anche oggi borghese progressiva di liberazione nazionale".
Oggi è del tutto evidente che in paesi come Cina, Persia (ovvero Iran), India, in nessuna maniera si può parlare di una guerra borghese progressiva di liberazione nazionale.
Continuare a sostenere questa possibilita' è collaborazione di classe invece che lotta di classe all'interno di questi paesi tra borghesie imperialiste (Cina) o borghesie alleate e strettamente legate al sistema imperialista, dentro il quale proseguire lo sviluppo capitalista e in prospettiva imperialista, e classe operaia, contadini poveri e masse sfruttate che hanno necessita' e devono liberarsi dal dominio borghese capitalista nel loro paese con la guerra rivoluzionaria per la marcia verso il socialismo nel loro paese e nel mondo.
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