L’Accordo di programma per la reindustrializzazione dell’area ex Fiat di Termini Imerese, tanto richiesto da politici e sindacati, sembra in dirittura d’arrivo. C’è una “bozza”, ha detto l’assessore, di Accordo, che dovrebbe essere finanziato con 70 milioni di euro di soldi pubblici, e che è stato al centro dell’incontro che si è tenuto l’altro ieri: a quanto si legge il “tavolo” era abbastanza pieno! “Al tavolo, convocato dall'assessore Tamajo, hanno partecipato i tre commissari della ex Blutec (Giuseppe Glorioso, Fabrizio Grasso, Andrea Bucarelli), l'assessore regionale al lavoro, Nuccia Albano, il dirigente del dipartimento attività produttive Carmelo Frittitta, il commissario della Zes Sicilia occidentale Carlo
Amenta. Presenti anche i responsabili dell'Inps regionale e i segretari Fim Fiom e Uilm.”L’incontro era comunque, urgente, visto che il precedente
Accordo era già scaduto, e serve anche a dare una giustificazione alla cassa
integrazione perenne per i circa 600 ex operai rimasti, più quelli dell’indotto.
Questi operai della ex Fiat come si sa aspettano oramai da 12 anni la fantomatica
reindustrializzazione e nel frattempo in tanti stanno raggiungendo l’età per la
pensione, tanto che l’assessore, ha tenuto a comunicare ai presenti di aver “attivato
l’Inps affinché assieme ai commissari verifichi le condizioni per accompagnare
i lavoratori, che hanno i requisiti, al prepensionamento”.
Nell’incontro è stato illustrato il piano di rilancio dell’azienda
ucraina, Alumeta. Si tratta di “Un investimento da 41 milioni di euro di cui 27
milioni di capitali propri e 14 di finanziamento bancario. Obiettivo la
realizzazione di una fabbrica di produzione di profilati e componenti di
alluminio con una capacità di 1.100 tonnellate al mese. L'avvio a regime in 24
mesi, prevista nella prima fase l'assunzione di 250 lavoratori.”
“I commissari, da quanto si apprende, hanno espresso parere
favorevole sulla sostenibilità del progetto e hanno annunciato che chiederanno
al ministro dello sviluppo economico la pubblicazione del bando per
l'assegnazione dello stabilimento.” Quanto ne possano capire i commissari della
Blutec di reindustrializzazione non si sa… nel frattempo si aspetta la pubblicazione
del bando e i vari passaggi necessari che però sono ancora tanti.
Ai padroni ucraini dell’Alumeta lo stabilimento fa gola,
anche perché “si trova in area Zes [Zona Economica Speciale], il che vuol dire
che può usufruire di iter autorizzativi agevolati e un regime fiscale
favorevole” cioè, incassa i profitti e paga meno tasse in generale!
Ma se anche alla fine l’accordo dovesse andare in porto,
rimangono diversi problemi: innanzi tutto per il numero di operai, visto che si
parla di 250 operai, naturalmente da “riconvertire”, passando dalla costruzione
di auto alla produzione di profilati di alluminio; per i tempi, che sembrano
abbastanza lunghi… non dimenticando che in ballo ci sono milioni di euro
pubblici!
Ma, soprattutto, quanto può essere affidabile un’azienda che
ha sede in Ucraina, un paese attualmente in guerra?
Su tutto questo, sulle manovre di padroni e governi, gli
operai hanno ormai una lunga esperienza, e anche su questa proposta possono
benissimo riflettere, ma soprattutto possono decidere cosa fare!
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