Ieri mattina c’è stato lo sciopero generale in Sicilia
indetto dalla Cgil e dalla Uil (la Cisl non ha partecipato perché è d’accordo
con la manovra del governo) come parte degli scioperi in diverse regioni e che
si concluderanno il 16 a Roma con la manifestazione nazionale dei pensionati
contro la manovra finanziaria.
Ci si aspettava ed era stata annunciata una partecipazione
soprattutto da parte degli operai della Fincantieri per ricordare l’operaio
Angelo Salamone morto sul lavoro il 7 dicembre scorso, con le bandiere listate
a lutto. Una partecipazione che di fatto non c’è stata. Nessuno striscione
della Fincantieri, una decina di operai della Fiom Palermo e una decina
dell’indotto Fincantieri Uilm, di fatto dell’apparato sindacale.
Dopo 5 giorni di chiusura della fabbrica eravamo andati per incontrare anche in questa occasione gli operai, ma tutti i partecipanti, o quasi, alla manifestazione facevano parte, appunto, dell’apparato sindacale. Il corteo ha percorso i circa 500 metri del centro di Palermo; un migliaio di partecipanti provenienti da tutta la regione in maggioranza pensionati (età medio alta in generale) e poi altri settori: scuola e funzione pubblica, sanità, forestali… pressoché nessun settore operaio se non come citazione da un intervento dal palco. Nessun operaio, né rappresentante della Fincantieri è intervenuto. E dal
palco solo nell’introduzione è stato accennato e chiesto un minuto di silenzio (non osservato di fatto) per l’operaio morto della ditta esterna impegnata nei lavori alla Fincantieri.Gli altri interventi (un lavoratore della banca, un
precario, una lavoratrice della sanità…) sono stati tutti un elenco di lamenti
sulle tasse, il lavoro che manca, il carovita… e denunce delle cose non
fatte dal governo; si è accennato a qualche vertenza in corso come quella
delle lavoratrici e dei lavoratori di Almaviva, ma non c’è stato, come è
normale per i sindacati confederali complici di fatto delle “manovre” di
padroni e governo, nessun accenno a lotte in corso né alcun invito a farle, le
lotte.
A proposito di padroni, c’è stato un timido tentativo di
critica dal palco usando la frase “quelli che una volta si chiamavano padroni”,
esattamente la stessa frase che usa il segretario generale dei pensionati della
Cgil: “quelli che una volta si chiamavano i padroni” che “devono capire che il lavoro
va pagato degnamente”. Insomma, andiamoci piano con parole che ricordano le classi.
In questo senso anche la Cisl nella giornata ha voluto fare
la propria parte depositando dei fiori sotto una targa in memoria delle “Vittime
del Dovere”! Anche la frase “morti sul lavoro” è diventata troppo
imbarazzante per chi sostiene attivamente i padroni.
Padroni che non hanno minimamente sentito gli effetti dello
sciopero visto che, naturalmente, la Sicilia non si è fermata, come invece a
chiacchiere avevano preannunciato Cgil e Uil.
Tutto questo mentre arrivavano gli ultimi dati su morti e infortuni sul lavoro in Sicilia che confermano la media di quasi 4 morti al giorno.
Nessun commento:
Posta un commento