domenica 11 dicembre 2022

pc 11 dicembre - Il Governo Meloni in prima fila nello scontro/guerra internazionale per la spartizione delle risorse energetiche

a favore dei profitti dell'ENI attraverso la rapina delle materie prime in Africa 

Lo ha detto espressamente la Meloni nel suo intervento ai Dialoghi sul Mediterraneo di Roma: “Parto dalle parole del Ministro Tajani: l’Italia è fortemente impegnata con questo governo a rafforzare il suo ruolo nel Mediterraneo.

Il Mediterraneo allargato è la colonna della sicurezza energetica italiana. Da esso proviene circa il 45% dell’import di gas naturale….enormi sono le potenzialità dell’area e il contributo che si può dare alla sicurezza energetica europea in questa fase di crisi anche per lo sviluppo e lo scambio di nuove energie sostenibili”… Parlando dell’idrogeno verde “abbiamo la possibilità di produrlo nel Mediterraneo allargato e scambiarlo a prezzi competitivi. Quindi l’energia è sì un bene nazionale, ma anche comune”, ha aggiunto Meloni.

La piena e duratura stabilizzazione della Libia rappresenta certamente una delle più urgenti e delicate priorità di politica estera e di sicurezza nazionale, anche in ragione degli impatti che una protratta instabilità in Libia è suscettibile di avere anche in termini di flussi migratori, di sicurezza degli approvvigionamenti energetici per tutta l’Europa". 

CHE SIGNIFICA FINANZIAMENTI IN POLITICA ESTERA E IN POLITICA DELLA DIFESA PER GLI INTERESSI DELLA BORGHESIA IMPERIALISTA ITALIANA

Dopo il GreenStream, il gasdotto che porta il gas dalla Libia, a breve sarà la volta di Argo-Cassiopea, il gasdotto sottomarino che porterà il gas alle industrie del Nord, e successivamente del Melita Pipeline, che invece porterà il gas all’isola di Malta.

MA DOVE C’E’ L’ ENI C’E’ LA TENARIS che si espande e guadagna, multinazionale che produce tubi di acciaio per petrolio e gas, servizi collegati ai progetti, che ha sua volta si espande in Africa, ad esempio con l’ultima fornitura di prodotti per i prossimi 5 anni in Angola, dove entro il 2026 si arriverà a produrre sei miliardi di metri cubi di gas l’anno.

Ma anche per il giacimento di Cassiopea, situato nel canale di Sicilia, progetto che era già pronto nel 2018, ma sospeso fino ad oggi per problematiche legate ai permessi governativi e ambientali, "superati" con la crisi energetica/guerra ucraina, in quanto il giacimento è diventato strategico per l’approvvigionamento di gas italiano e quindi ora con tempi di produzione dei tubi serrati per gli operai, tra novembre dicembre e gennaio perchè deve entrare in funzione a fine 2023, ovviamente la Tenaris ha rinegoziato il prezzo  del contratto aggiungendo un sovrapprezzo...

questa è la logica dei  padroni per fare soldi:

“la situazione complessiva del nostro mercato è sostanzialmente positiva, anche se il mondo sta subendo gli effetti di una crisi a cascata”, HA DETTO PADRON ROCCA, CON GLI INVESTIMENTI NEL MERCATO DELL’ENERGIA IN AUMENTO DOPO ALCUNI ANNI DI RIDUZIONI, “c’è la sensazione che per raggiungere l’indipendenza energetica e la sicurezza in un mondo esposto a rischi geopolitici sia necessario aumentare gli investimenti in petrolio e gas”.

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