lunedì 14 novembre 2022

pc 14 novembre - Povertà in aumento: 13 milioni di italiani e 2,2 milioni di stranieri sono a rischio…

Più che “rischio”, bisognerebbe parlare di certezze visto che, ieri, 13 novembre, nella “celebrazione” della VI Giornata mondiale dei poveri voluta dal Papa, i dati sulla povertà che sono stati diffusi in abbondanza, sono stati chiari.

La fondazione Moressa, per esempio, nel suo Rapporto annuale sull'economia dell'immigrazione (edizione 2022), ha messo in rilievo non soltanto la povertà degli italiani ma anche degli immigrati, che vengono definiti “stranieri” anche se sono oramai da decenni in Italia.

L’articolo che ne parla è del quotidiano dei padroni, il Sole 24 Ore di oggi, il quale prova a confondere le acque non citando mai le classi sociali.

I “Quasi 13 milioni di italiani e 2,2 milioni di stranieri” che “sono a rischio di povertà o di esclusione sociale” sono infatti “italiani e stranieri” che appartengono ad una classe specifica, ad una delle due grandi classi in cui è divisa la società capitalista-imperialista, la classe operaia o proletariato.

“Basandosi su dati Eurostat, la Fondazione rileva che fra gli italiani è a rischio di povertà e di esclusione sociale il 22,6% della popolazione sopra i 18 anni, mentre fra gli stranieri la quota a rischio sale al 44,4%.”

E anche a livello europeo le differenze sono enormi: “il rischio di povertà per gli stranieri nella Ue a 27 è in media del 40,4% contro il 19,5% degli autoctoni.”

E all’origine di questa condizione non è tanto il fatto che manca il lavoro, dice la Relazione, quanto il fatto che le “mansioni svolte che comportano spesso retribuzioni più basse

.”

I salari più bassi di questo enorme esercito industriale di riserva aiutano i padroni a tenere più bassi i salari in generale e a fare più profitti.

Questi dati sono importanti perché mettono in evidenza non solo la povertà crescente e l’aumento dei “working poors”, dei lavoratori poveri, come diceva già Marx nel Capitale, ma anche il divario crescente con la ricchezza dell’altra classe sociale, la borghesia.

La battaglia per l’aumento dei salari è diventata indispensabile ed è da fare qui e ora!

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