Il G20 di Bali è stato un fallimento. Alla fine non sono stati d’accordo su niente, fingendo di essere d’accordo su tutto.
I paesi imperialisti, di diverso grado presenti al Vertice e quelli aspiranti ad esserlo, che di tanto in tanto si travestono da nazione oppressa per poter scalare la gerarchia del mondo, hanno un solo interesse comune: difendere gli interessi e i profitti dei padroni del mondo, difendere i profitti e gli interessi dei propri padroni, cercando di travestirli da interessi generali o da interessi nazionali.
Ma l’imperialismo si è incartato, come spesso nella storia gli è successo. La crisi esige una nuova ripartizione mondiale, e il passaggio spinge alla guerra come esito cosciente, o “tempesta perfetta” delle contraddizioni insanabili.
Il G20 è finito, come il cuore di esso, il traballante G7, aveva già dimostrato.
A questo Vertice mondiale l’Italia imperialista si è presentata con una sorta di “Di Maio in gonnella”, la Presidente Meloni, che si è aggirata sorridente, elemosinante incontri, e quando li ha tenuti si è prostrata come serva e segretaria, ancella degli interessi nazionali; dove l’interesse nazionale dell’imperialismo italiano è sempre stare al servizio dell’imperialismo americano, anche se questo costasse la secca reazione degli altri stati imperialisti che in qualche maniera le ripetono, o cercano di farle capire, che l’imperialismo Usa è “l’altra squadra”, non quella in cui l’Italia deve giocare nella contesa imperialista.
Ma la Meloni questo è, anche se il riformismo straccione dell’ex “sinistra” italiana le ha servito su un piano d’argento il diventare con il 17% l’attuale capo del governo italiano.
Ma la natura dei fascisti è essere servi e facendo i servi, divenire i padroni ideologici, politici e pratici del governo e dello Stato in Italia; in una parodia dall’alto della “marcia su Roma”, come sono state le recenti disastrose e disastrate elezioni.
Tornando al punto, alla Meloni interessava garantire le miserie, chiedere soldi, aiuti e protezione che essa intende usare contro i nemici interni che sono oggi gli immigrati, domani, come il Duce ha insegnato, il popolo trascinato in miseria e guerra.
Il G20 di Bali, al di là delle chiacchiere della stampa borghese e della TV, restituisce l’immagine dell’italietta stracciona che posa a potenza.
Le parole però stanno a zero. E un’analisi giusta e una denuncia chiara non oscura la realtà dei rapporti di forza che sono i soli fatti che contano contro i governi dei padroni e ancor più oggi contro il governo dei padroni in tinte razziste e moderno fasciste.
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