Il Comune di Genova fa deporre una corona a Staglieno per i caduti della Rsi fascista
Genova. Il Comune di Genova ha deposto una corona alla commemorazione dei caduti della Repubblica sociale italiana. A comunicarlo in una nota sono l’ex consigliere regionale Gianni Plinio e l’ex senatore Giorgio Bornacin che lo avevano chiesto ieri.
“Il Comune di Genova ha fatto deporre una corona al sacrario
ove sono tumulati i resti di 1536 tra militari e civili di cui solo 389
identificati – scrivono Plinio e Bornacin
-. Onorare anche il sangue dei vinti è indice di pietas umana e di
civiltà. Siamo grati, insieme a tantissimi genovesi, al sindaco Marco Bucci, per il nobile gesto come da noi richiesto. Vogliamo sperare che anche il presidente della Regione Toti faccia lo stesso”.
Il programma ufficiale delle celebrazioni del 2 novembre non prevede commemorazioni per i caduti fascisti, anche se in passato avevano partecipato in veste ufficiale il consigliere comunale genovese Sergio Gambino (Fratelli d’Italia) e il consigliere regionale Angelo Vaccarezza (Cambiamo con Toti), suscitando molte polemiche.
La commemorazione tenuta oggi a Staglieno è stata organizzata
su iniziativa del presidente dell’associazione nazionale famiglie caduti
e dispersi Rsi Pietro Oddone.IL FASCISMO E' UN REATO E VA PERSEGUITO
Da due personaggi molto noti del mondo revanscista cittadino – gli ex senatori Giorgio Bornacin e Gianni Plinio – è giunta la richiesta al sindaco, Marco Bucci, e a Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, di partecipare ufficialmente al ricordo dei caduti repubblichini.
L’autore del pezzo sopra segnalato ricorda che già in passato ciò era accaduto con la presenza, in occasioni del genere, del consigliere comunale Giovanni Gambino, membro della cricca Fratelli d’Italia, e del consigliere regionale Angelo Vaccarezza, dei sedicenti “moderati” di Cambiamo.
E’ del tutto evidente che una simile cerimonia dovrebbe trovare l’ostracismo di ogni sincero democratico, di qualunque colore politico egli si professi: è altresì palese che la Magistratura deve lavorare per l’individuazione dei nostalgici in modo da punirli a dovere, contestualmente alla messa fuori legge delle organizzazioni di cui fanno parte.
Corrispondenza di Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova
Ventimiglia, martedì sera la prima ronda notturna di vigili e vigilanti
Ventimiglia. «Un immenso grazie da parte di tutta la giunta Scullino». Lo annuncia il sindaco Scullino che dopo aver iniziato la battaglia contro l’abuso dell’alcol e il degrado cittadino con tre ordinanze da tolleranza zero, dopodomani sera (martedì 2 novembre) dalle 20 sino alle 2 di notte metterà a controllare la sua città, insieme alle altre forze dell’ordine, un pattuglia mista composta da 2 agenti di polizia locale e 2 di vigilanti privati. Agiranno per la città a piedi, maggiore percezione di sicurezza per tutti i cittadini.
Migrante folgorato su treno tra Ventimiglia e Mentone
Alcune fonti parlano addirittura di due stranieri morti
Ventimiglia. Un uomo è rimasto folgorato nel
pomeriggio di ieri sul treno “80046” partito da Ventimiglia alle 13,30 e
diretto in Francia. Si tratterebbe di un migrante trovato alla stazione
ferroviaria di Menton Garavan. La notizia trapela soltanto ora e la
dinamica di quanto accaduto non è ancora del tutto certa. Alcune fonti
confermano il decesso dell’uomo, mentre altre parlano addirittura di due
stranieri morti folgorati dall’alta tensione che alimenta i convogli.
Al momento è certo che la circolazione ferroviaria è rimasta
interrotta per circa cinque ore: i treni sono ripresi a viaggiare
soltanto intorno alle 18,15.
Secondo quanto ricostruito fino ad ora, il migrante sarebbe
rimasto folgorato alla prima stazione francese dopo il confine, quella
di Garavan, appunto, forse aggrappandosi ai cavi dell’alimentazione nel
tentativo di scendere dal tettuccio del vagone sul quale si era
rifugiato.
IL GIORNO PAVIA
Ucciso dall'assessore leghista in piazza, terzo presidio a Voghera per ricordare Youns
La sorella Baijia protesta contro la liberazione per scadenza dei termini dell'ex assessore Massimo Adriatici
Voghera (Pavia), 31 ottobre 2021 - "Avete liberato un assassino". L'urlo parte da Bahijia, sorella di Youns El Boussetaoui,
nella stessa piazza Meardi a Voghera dove il fratello 39enne è stato
ucciso la sera dello scorso 20 luglio dal proiettile sparato dalla
pistola dell'ex assessore alla Sicurezza, Massimo Adriatici,
indagato in stato di libertà (dal 20 ottobre scaduti i termini per gli
arresti domiciliari) per l'accusa di eccesso colposo di legittima
difesa.
Dalle 15 e per tutto il pomeriggio un centinaio circa i manifestanti che hanno partecipato
al presidio organizzato da Gianpiero Santamaria, coordinatore di Buona
Destra Voghera, ma sotto più bandiere politiche, da Rifondazione ai
Giovani comunisti, accomunati dalla richiesta di giustizia per Youns e
dall'opposizione alla Lega della giunta vogherese guidata dal sindaco Paola Garlaschelli.
"A Voghera siamo la maggioranza silenziosa -
dice Santamaria - che non si riconosce in questa amministrazione. Siamo
qui oggi e ci saremo sempre, per Youns e per i vogheresi che non
accettano questa situazione". Rispetto alle due precedenti
manifestazioni, quella di sabato 24 luglio appena dopo la tragedia e
quella un po' meno partecipata dello scorso 25 settembre con Adriatici
ancora ai domiciliari, la differenza è proprio lo stato di libertà dell'ex assessore.
"La giustizia deve essere uguale per tutti - tuona la sorella
Bahija - mi vergogno di essere cittadina italiana se questa è la
giustizia italiana. Perché è libero l'uomo che ha ucciso mio fratello?
Ma quale legittima difesa, ha ucciso un uomo disarmato, malato, questo è
evidente ed è l'unica cosa che conta, è la verità. Chiediamo giustizia: l'assassino deve finire i suoi giorni in prigione, deve pagare per quello che ha fatto".
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