Riceviamo da Campagne in Lotta
In questi due anni di pandemia tra chi è stato maggiormente penalizzato e chi non ha mai smesso di lottare ci sono le persone immigrate che per vivere dipendono da un permesso di soggiorno; un permesso che a sua volta è subordinato al contratto di lavoro, alla residenza, e a tutta un'altra serie di infiniti ostacoli burocratici che ne rendono sempre più difficile l'accesso e il mantenimento, sia per chi arriva in Italia che per chi ci vive e lavora da anni e magari ha anche dei figli qui, o prova a portare qui la propria famiglia.
La sanatoria del 2020, che avrebbe dovuto regolarizzare chi non aveva un permesso di soggiorno, è stata un fallimento e ha invece alimentato un giro di ricatti e di business sulle spalle dei lavoratori e le lavoratrici immigrate, che a un anno e mezzo dalla richiesta si ritrovano ancora a mani vuote.
La questione dell'accesso ai documenti ci riguarda tutti, italiani e immigrati. Si tratta dell'accesso alla salute, alla casa, ai servizi e alle tutele di base.
Per questo il 6 novembre torniamo in piazza, dalle campagne e dalle città di tutta Italia, per chiedere un incontro al ministero dell'Interno e ottenere risposte concrete. Vogliamo la regolarizzazione di chiunque non ha un permesso, l'abolizione delle attuali sull'immigrazione e dei decreti sicurezza, e la fine degli abusi nelle questure.
Contro confini e sfruttamento, per documenti per tutt*!
APPUNTAMENTO alle ORE 10:00 in PIAZZA ESQUILINO/VIA CAVOUR
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