La stampa borghese e i sindacati collaborazionisti inondano di dati e statistiche sulla situazione dell'occupazione, dei salari, dei prezzi ma slegati dal contesto in cui si sta muovendo il sistema economico capitalista-imperialista, quindi utili a non fare chiarezza sulla fase in cui i padroni si stanno dibattendo per tentare di uscire dalla crisi in questo contesto internazionale, quando invece per i proletari e gli operai che vogliono pensare da se è indispensabile avere questo quadro generale per potere combattere in maniera adeguata, per questo riportiamo a premessa anche questo articolo uscito sul blog PC.
https://proletaricomunisti.blogspot.com/2021/10/lotta-di-classe-il-mondo-post-covid-dei.html?m=1
Dal blog Slai Cobas per il sindacato di classe
3 novembre - salari giù, bollette su: ecco cosa significa la crisi scaricata sui lavoratori e quindi la necessità di riprendere dopo lo sciopero dell'11 ottobre la lotta contro questo attacco di padroni e governo
SALARI GIÙ, PREZZI E BOLLETTE VOLANO. L'ITALIA IN RIPRESA SI SCOPRE POVERA.
NONOSTANTE IL BOOM DEL PIL, GLI EFFETTI DELL’AUMENTO DELLE MATERIE PRIME ABBATTONO IL POTERE D’ACQUISTO
C'è lo spiega questo titolo del "quotidiano nazionale" con un articolo demagogico che mette tutti gli italiani tutti sullo stesso piano e l'economia senza aggiungere capitalistica ossia non neutrale ma dove i padroni fanno profitti e gli operai pagano i costi doppiamente sia con aumento di produttività e sfruttamento, poi appena escono dalla fabbrica con l'aumento dei beni di prima necessità:
Mentre la Cgil tira fuori i dati che ben conosce, visto che gli accordi nazionali al ribasso e quelli aziendali al servizio della ristrutturazione e dice che il problema è il rilancio degli investimenti per avere un lavoro di qualità....
ECONOMIA Secondo il sindacato "il calo più ampio dell'Eurozona" Allarme Cgil: nel 2020 salari scesi del -5,8% Rapporto della Fondazione Di Vittorio: "Il salario medio di un dipendente in italia è diminuito del 5,8% rispetto al 2019". Per 5 milioni salari sotto i 10mila euro annui
Un crollo dei salari massiccio nel 2020, legato all'esplodere della pandemia, ma più marcato rispetto al calo medio nei paesi dell'Unione (intorno al 2,4%): sono tra i dati del rapporto della CGIL - Fondazione
Di Vittorio - reso noto oggi in occasione del convegno "salari ed occupazione in Italia" Per 5 milioni di lavoratori salari sotto i 10mila euro annui La percentuale di part-time involontario in Italia è la più alta a livello europeo: nel 2020 segna il 66,2% sul totale degli occupati a tempo parziale (contro il 24,7% dell'Eurozona).Decisivi ammortizzatori e blocco licenziamenti Decisiva tuttavia - così la Cgil nel rapporto- "la funzione positiva del blocco dei licenziamenti e degli ammortizzatori": il ricorso a cassa ed alla solidarietà ha così più che dimezzato la riduzione del salario medio annuale, riduzione che in questo modo si è fermata a 726 euro in meno (-2,4%). Cgil: disoccupazione al 14,5% Durante la presentazione del Rapporto è stato inoltre ricordato come il tasso di disoccupazione "sostanziale" - calcolato dalla Fondazione Di Vittorio - nel 2020 sarebbe pari al 14,5% (rispetto al 9,2% del tasso di disoccupazione ufficiale), tasso che corrisponde secondo le stime del sindacato a quasi 4 milioni di persone: un numero che ai 2,3 milioni di disoccupati aggiunge coloro che "sarebbero disponibili a lavorare ma non cercano perché sono scoraggiati", bloccati per la cura di figli o anziani oppure in attesa di riprendere l'attività. "Risulta evidente che il tema del lavoro riguarda la quantità di occupazione ma anche tanti aspetti della sua qualità", ha sottolineato il presidente della Fondazione Fulvio Fammoni, richiamando l'attenzione sulle modalità di utilizzo del Pnrr e dalle scelte della legge di Bilancio. Il gap con gli altri paesi europei La Germania - al netto delle manovre di sostegno fatte - cala solo del - 0,7%, la Spagna ha impegnato in tutele del lavoro nel 2020 ben 15 miliardi "una cifra molto simile alla nostra", ma 2019 - dati Ocse - "l'Italia era l'unico paese tra i maggiori sei dell'Eurozona che non aveva ancora recuperato il livello salariale precedente alla crisi del 2008: nel 2019 il salario medio italiano era inferiore di 9mila euro rispetto a quello francese, e di oltre 12mila rispetto a quello tedesco. - See more at:
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