Alla “COP26” di Glasgow, Modi ha minacciato: «emissioni zero” di CO2? Ci potremo arrivare solamente nel 2070», così da spingere i paesi imperialisti a finanziare la ripresa economica indiana, a beneficio dei padroni delle industrie, banche, dei latifondisti.
A chi giova la "transizione verde" in un paese dove più di 300 milioni di persone non hanno accesso all’energia elettrica?
Intanto i profitti dell'industria del carbone i padroni li fanno sulle spalle di 4 milioni di lavoratori/lavoratrici indiane
L’India produce il 70% della sua elettricità con il carbone, su 135 centrali elettriche alimentate con questo combustibile fossile, più della metà funziona con alte emissioni fumogene. Si estendono a est del subcontinente e comprendono, principalmente, gli Stati di Jharkhand, Chhattisgarh e Odisha. Almeno 4 milioni di persone lavorano direttamente o indirettamente nell’industria del carbone e decine di milioni di indiani non hanno accesso alla fornitura. Negli ultimi 10 anni il consumo di questo combustibile fossile in India è raddoppiato. Il Paese ne importa di conseguenza e sfrutta, a pieno regime, le centrali in attività.
Contro questo modello di devastazione, sfruttamento e oppressione capitalista, contro il fascismo delle sue classi dirigenti che scatenano il terrore e fanno la guerra contro il loro stesso popolo -oggi rappresentati dal servo fascista Modi- le masse in India si sono sollevate e stanno lottando, armi in pugno, guidate dal Partito Comunista dell'India maoista.
Una campagna internazionale di solidarietà è stata indetta per il 24 novembre contro la nuova operazione genocida “Prahaar 3”, a sostegno della guerra popolare e del PCI (maoista).
Aderisci, sostienila, prendi contatto con il Comitato a sostegno della guerra popolare in India - Italia.
csgpindia@gmail.com
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