[Quella che segue è la traduzione di un estratto dall’opuscolo Historical Background of Afghanistan pubblicato come appendice al Programma del PC(M)A del 2004. Il titolo Chi sono i talebani è stato apposto alla presente traduzione. Vi si racconta la storia dei talebani da quando sono apparsi, nel 1994, fino alla caduta del loro regime nel 2001]
Il 12 ottobre 1994 la città di confine di Spin Boldak, Kandahar, è stata attaccata da gruppi di talebani [studenti di scuole religiose], composti principalmente da afgani che studiavano in scuole religiose in Pakistan. Il nome Tahreek-e-Taliban divenne noto per la prima volta dopo la presa di Spin Boldak e la sconfitta delle forze di Hezb-e-Islami che la presidiavano.
Questa forza, fino ad allora sconosciuta, che dichiarava come suo obiettivo garantire la sicurezza e disarmare bande armate, apparentemente senza alcuna pretesa di formare un governo, fu in grado di avanzare rapidamente e occupare facilmente in pochi mesi diverse province meridionali fino a raggiungere la periferia di Kabul. In breve tempo i talebani riuscirono a scacciare le forze dei mujaheddin (Hezb-e-Islami, Junbish Milli e Hezb-e-Wahdat) intorno e dentro Kabul, e, a meno di sei mesi dalla loro comparsa, combattevano le forze di il Rabbani-Massoud, a capo dello Stato Islamico a Kabul. Inizia allora il conflitto tra i talebani e lo Stato islamico di Rabbani-Massoud. Fino ad allora, Rabbani-Massoud aveva salutato e agevolato l'avanzata dei talebani allo scopo di indebolire il rivale Hezb-e-Islami.
La rapida crescita dei talebani da una piccola a grande forza che rivendica il potere politico è stato in realtà il risultato di tre fattori, imperialisti e reazionari.
1. Gli imperialisti USA e britannici e i reazionari pakistani e arabi loro alleati si erano resi conto dell'incapacità di Hezb-e-Islami e dei suoi alleati di garantire i loro interessi imperialisti e reazionari, cioè una stabilità dell’Afghanistan che permettesse loro l'accesso alle ricche risorse dell'Asia centrale. Smisero così di sostenere Hezb-e-Islami e crearono e sostennero il movimento talebano.
2. Il clero e gli studenti delle scuole religiose sono la spina dorsale e il principale esercito di predicatori e propagandisti dell'Islam. Fin dall'inizio hanno giocato un ruolo di primo piano nel movimento dei talebani. I militanti islamisti, non solo nelle aree pashtun dell'Afghanistan e del Pakistan ma anche in larga misura in altre parti del Paese, ad eccezione delle aree sciite, si sono uniti ai talebani per “sanare” la “immoralità” delle forze islamiste mujaheddin, che dominavano il paese dopo il crollo dello stato sostenuto dai sovietici. Dunque, i talebani rappresentano una posizione più feudale rispetto a quella dello Stato islamico dell'Afghanistan guidato da Rabbani-Massoud.
3. Con il crollo dello stato appoggiato dai sovietici, termina il dominio pashtun sullo Stato. Deposto lo sciovinismo delle
classi dirigenti pashtun, queste non potevano più contare sulle forze di Hezb-e-Islami, in via di disgregazione, né sulle sparse e odiate forze delle bande di mujaheddin islamici presenti nelle aree pashtun per ripristinare il loro potere, e si ritrovarono così a dipendere dal movimento dei talebani per ottenere l'unità reazionaria dei pashtun per restaurare il loro dominio.La composizione politico-militare delle forze talebane era il riflesso della concentrazione dei suddetti fattori imperialisti e reazionari, interni ed esterni, con i mullah e gli studenti delle scuole religiose nelle aree pashtun dell'Afghanistan e del Pakistan a giocare il ruolo decisivo. Alcuni ex membri del PDPA, gli Afghan Mellatis, e alcuni ex burocrati filo-monarchici parteciparono fin dall'inizio alla fondazione del movimento talebano o lo sostennero quando questo irruppe nell'arena politico-militare del paese. Sono stati coinvolti direttamente nel movimento talebano anche alcuni mullah e studenti religiosi appartenenti al Jamiat Ulema-e-Islam in Pakistan. Fin dall'inizio dell'ascesa dei talebani, militari pakistani ebbero parte nella guida delle loro forze combattenti. È stato principalmente attraverso i canali politici e militari governativi e non governativi pakistani che gli islamisti arabi e non arabi dei diversi paesi sono giunti sempre più numerosi in Afghanistan per sostenere i talebani. Il Jamiat Ulema-e-Islami del Pakistan, il governo pakistano, l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti hanno partecipato direttamente alla nascita dei talebani e fornito loro sostegno politico, militare e finanziario.
Anche gli imperialisti americani e britannici, direttamente e indirettamente, hanno sostenuto la creazione di questo movimento reazionario.
I talebani hanno conosciuto una vera guerra solo dopo quando hanno affrontato le forze militari del governo Rabbani-Massoud. Nell'affrontarle i talebani e i loro sostenitori stranieri imperialisti e reazionari hanno incontrato grossi ostacoli. Il governo Rabbani-Massoud combatteva in difesa difendere dell'emergente sciovinismo tagiko contro la rinascita del deposto sciovinismo pashtun ed dipendeva dall'imperialismo russo e dai suoi alleati regionali reazionari iraniani e indiani. Comunque, con la collaborazione diretta e attiva degli agenti pakistani, nel 1996 i talebani riuscirono a prendere Kabul, due anni dopo la loro prima apparizione a Spin Boldak.
Il calcolo dei talebani e dei loro sostenitori stranieri reazionari e imperialisti era che dopo la cattura di Kabul non avrebbero incontrato grossi ostacoli e sarebbero riusciti facilmente a dominare tutto il paese. Perciò, dopo aver catturato la città di Kabul, le forze talebane si spostarono rapidamente verso Nord e raggiunsero Salang e l’ingresso della valle del Panjshir. Ma le forze avversarie reagirono con violenza. Nelle loro incursioni a Nord, per la prima volta, i talebani subirono perdite per diverse migliaia di combattenti. Solo una parte delle loro forze riusci a ritirarsi in ordine sparso a Kabul.
La guerra durò a lungo, con brutalità e barbarie senza precedenti. Ciò mise ulteriormente in evidenza la natura reazionaria e antipopolare tanto dei talebani quanto e delle forze loro avversarie.
Con l'intensificarsi e l'espandersi della guerra, divenne sempre più evidente la presenza di forze islamiste reazionarie straniere tra i talebani, dalla base ai loro più alti livelli di comando politico e militare. I talebani combatterono ferocemente su tre fronti contro le forze del Jamiat, del Junbish Milli e dell'Hizb Wahdat [milizie appartenenti a etnie non pashtun.] Nella “partita” che si giocava in Afghanistan i sostenitori stranieri dei talebani erano ansiosi di accedere alle risorse di petrolio e gas dell'Asia centrale, con le compagnie petrolifere americane a svolgere un ruolo fondamentale.
Le forze pachistane, ufficiali e soldati governativi nonché volontari di partiti islamisti e scuole religiose, costituivano una parte significativa di questi elementi reazionari stranieri. Al-Qaeda, guidata da Osama bin Laden, trasformò l'Afghanistan in una base centrale delle sue forze. Nei territori controllati dai talebani affluirono Esponenti dei movimenti islamisti in Asia centrale e Cecenia . Alle file dei talebani si unirono anche elementi provenienti dai paesi occidentali. Crebbe il sostegno politico, militare e finanziario diretto dei governi reazionari del Pakistan, dell'Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti, di alcuni circuiti islamisti non governativi del mondo arabo e il sostegno indiretto degli imperialisti americani e britannici ai talebani. Il Pakistan, l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti riconobbero ufficialmente il governo talebano.
Il rozzo sciovinismo dei talebani divenne evidente a tutti. Attuando i loro piani criminali di pulizia etnica delle aree delle etnie non pashtun, senza precedenti nella storia dell'Afghanistan, centinaia di migliaia di persone furono massacrate, derubate e scacciate dalle loro case.
L'estremismo religioso dei talebani raggiunse livelli patologici. Scatenarono morbosamente contro le masse la loro polizia religiosa per “promuovere la virtù e impedire il vizio” per imporre violentemente le loro regole, rituali e tradizioni religiose. Inoltre, mettendo insieme una Jirga di mullah simpatizzanti, i talebani appellarono il loro leader "Amir al-Mu'minin" [comandante dei fedeli] e chiamarono il loro governo Emirato islamico dell'Afghanistan. Imposero la legge della sharia in tutta la sua brutalità e cercarono di restaurare pene crudeli quali esecuzioni pubbliche, lapidazioni, fustigazioni e amputazioni.
Un aspetto importante della reazione religiosa e del fanatismo dei talebani si è manifestato nella loro ossessiva misoginia. Non riconoscevano alle donne nessun diritto sociale o individuale, le consideravano semplici schiave domestiche prigioniere nelle mura delle loro case, e negavano diritti quali l'istruzione, lavorare fuori casa, libertà di vestirsi, persino di fare compere o acquistare generi alimentari. La lapidazione delle donne divenne pratica comune nell'Emirato islamico. Una polizia zelota e ignorante per “impedire il vizio e promuovere la virtù” ogni giorno perseguitava e insultava le donne e, al minimo segno di “trasgressione”, le fustigava in strada. Giovani donne e ragazzine furono addirittura catturate come bottino di guerra.
Come i loro predecessori mujaheddin, i talebani continuarono a saccheggiare la proprietà pubblica, ma iniziarono a depredare anche le masse, in nome delle decime e della zakat. Trasformarono il programma di disarmo generale del popolo, il primo punto nella loro agenda, in un mezzo per torturare e taglieggiare le masse. L'amministrazione e la magistratura talebane, pur primitive e scarne, eccellevano in corruzione e appropriazione indebita e divennero centri di saccheggio e rapina contro masse.
Durante il regime dei talebani l’Afghanistan divenne uno dei principali produttori di droga al mondo. Il mullah Omar definiva l’oppio la bomba atomica dei talebani. Assicurarsi le decime e le tasse islamiche sull'oppio era una delle principali fonti di finanziamento dei talebani. In combutta coi narcotrafficanti, guadagnavano enormi risorse finanziarie. Il divieto della coltivazione del papavero da oppio nell'ultimo anno del governo talebano era una misura commerciale e temporanea per prevenire un crollo dei prezzi dell'oppio.
Contro i talebani e i loro sostenitori stranieri imperialisti e reazionari, gli imperialisti russi e i loro alleati iraniani e indiani e, in misura minore, gli imperialisti francesi, sostenevano apertamente le forze reazionarie che vi si opponevano. Ma, nonostante tutti questi appoggi, Junbish-e-Milli e Hezb-e-Wahdat non erano coerenti nella loro opposizione ai talebani, continuamente impegnati in tentativi, segreti o pubblici, di compromesso con i talebani e i loro sostenitori stranieri imperialisti e reazionari. Questa incoerenza e divisione tra loro divenne uno dei fattori importanti nell'avanzata dei talebani nell'Afghanistan settentrionale e centrale. Nonostante le gravi perdite, nel 1998 i talebani sconfissero Junbish-e-Milli e Hezb-e-wahdat e conquistarono l'Afghanistan settentrionale e centrale. Da allora, Rabbani e Massoud guidarono le forze Jamiat che continuarono a combattere, perdendo, lentamente ma costantemente, terreno e rimanendo confinati in territori sempre più ristretti. Quando, il 9 settembre 2001, Ahmad Shah Massoud fu assassinato, le forze Jamiat, che controllavano solo Badakhshan e parti di Kapisa, Parwan e Takhar, erano sull'orlo della disfatta. Gli eventi dell’11 settembre 2001, seguiti, 7 ottobre, dall'invasione dell'Afghanistan da parte degli Stati Uniti e dei loro alleati, salvarono le forze reazionarie anti-talebane dalla scomparsa definitiva.
Durante la guerra di resistenza contro i social-imperialisti sovietici, gli imperialisti americani e i loro alleati pakistani e arabi organizzarono e equipaggiarono gli islamisti di vari paesi e li mandarono in Afghanistan. Al-Qaeda, guidata da Osama bin Laden, fu formata da contingenti di questi islamisti.
Dopo il crollo dell'Unione Sovietica, Osama bin Laden, che si opponeva alla presenza delle forze americane in Arabia Saudita, entrò in conflitto con la famiglia reale saudita, fu espulso dall'Arabia Saudita e riparò in Sudan. Il governo sudanese, su pressione della famiglia reale saudita, rifiutò di concedere asilo a Osama, che nel 1996 tornò in Afghanistan. Comunque, il rientro di Osama in Afghanistan e l'unità tra al-Qaeda e talebani sarebbe stati impensabili senza il sostegno di il governo pakistano e gli imperialisti americani.
Al-Qaeda, che nel 1998 si era stabilita nelle aree controllate dai talebani diventando uno dei più importanti finanziatori dei talebani, rimase fedele al proprio antiamericanismo. Quando dalla sua base in Afghanistan Osama bin Laden dichiarò la jihad contro gli Stati Uniti, e poco dopo furono attaccate le ambasciate statunitensi in Africa orientale, i rapporti tra il servo e l'ex padrone giunsero a livello di tensione senza precedenti. Il governo degli Stati Uniti accusavano al-Qaeda e il suo capo per gli attacchi e il lancio di missili contro le loro basi in Afghanistan del 20 agosto 1998. Tuttavia questi attacchi non significavano che gli americani avessero smesso di sostenere i talebani.
Con la crescente concentrazione in Afghanistan di islamisti provenienti dai paesi dell'Asia centrale, l'Emirato islamico talebano rappresentava una minaccia per i governi dell'Asia centrale, oltre che della Russia e della Cina. Ciò spinse i governi di questi paesi, in cui anche gli imperialisti americani stavano investendo, ad avvicinarsi a Russia e Cina, e si formò il “Gruppo dei Cinque di Shanghai”, che in seguito divenne un patto regionale tra sei paesi: Russia, Cina, Kazakistan , Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan.
Così, invece di aprire agli imperialisti USA la strada verso l'Asia centrale e le sue risorse, l'Emirato islamico talebano divenne fattore di rafforzamento dell'influenza russa e cinese nella regione. Era chiaro che l'Emirato Islamico non era più un vantaggio ma un danno per gli interessi dell'imperialismo americano.
Gli eventi dell’11 settembre 2001 sopraggiunsero mentre i talebani erano sull'orlo della vittoria completa, dopo l'assassinio di Ahmad Shah Massoud. La Casa Bianca accusò al-Qaeda e Osama bin Laden dell'attacco e l'Afghanistan fu invaso.
Usando a pretesto gli attacchi dell'11 settembre, gli imperialisti USA riuscirono a formare un’ampia coalizione internazionale imperialista e reazionaria per l’invasione dell’Afghanistan. La sera del 7 ottobre 2001, le forze americane e britanniche, dotate di armi ed equipaggiamenti militari più moderni e devastanti, lanciarono i loro pesanti attacchi contro l'Afghanistan. Altre potenze imperialiste si unirono all'aggressione e fornirono supporto logistico e di intelligence. Diversi paesi dell'Asia centrale, del Mare dell'Oman e del Golfo, il Pakistan, divennero basi per le forze di invasione dell'Afghanistan.
I reazionari anti-talebani, comprese le forze reazionarie vincolate all'imperialismo russo, i signori della guerra reazionari, dichiararono apertamente la loro disponibilità a porre le loro forze militari al servizio dell'invasione americana, sia prima che durante la guerra.
I pesanti attacchi aerei e missilistici degli invasori durarono quasi due mesi, durante i quali decine di migliaia di civili afgani rimasero uccisi e altre centinaia di migliaia furono sfollati, lasciando un Paese ancora più devastato.
Odiati dalle masse, i talebani e i loro alleati islamisti stranieri, nonostante il loro diffuso armamento e forze combattenti agguerrite, non riuscirono a opporre una resistenza prolungata. La natura estremamente reazionaria e anti-nazionale dei talebani e dei loro alleati stranieri li portava a persistere nella guerra civile reazionaria, nonostante il paese fosse vittima di un'invasione imperialista. Anche dopo l'invasione, mantenevano la maggior parte delle loro forze schierate a combattere le forze di opposizione reazionarie. Tale strategia militare li ha resi bersagli estremamente facili per gli invasori che avevano gioco facile nel distruggerne forze, strutture e armi.
L'offensiva divenne più precisa e mortale quando fu raggiunta la cooperazione militare tra gli invasori e i signori della guerra reazionari che si opponevano ai talebani. Il crollo delle linee dei talebani, dopo meno di due mesi di resistenza, fu rapido, improvviso e generalizzato. Le forze in prima linea furono massacrate e molti sopravvissero solo fuggendo dal campo di battaglia. Così, i signori della guerra, le cui forze erano state rianimate e messe al servizio degli invasori imperialisti come loro principali forze di terra, catturarono senza sforzo gran parte del paese, compresa Kabul. Dopo di che, le forze di terra degli occupanti imperialisti sbarcarono in diverse parti del paese e vi stabilirono le loro basi.
L'incontro di Bonn fu convocato dagli imperialisti sotto gli auspici delle Nazioni Unite e vi si radunarono tutti i traditori nazionali. Questo incontro ha messo insieme un regime fantoccio e ne ha stabilito il suo incerto corso futuro. Prima che il regime fantoccio prendesse il potere a Kabul, le residue forze talebane furono spazzate via Kunduz e Kandahar. Alcune di queste si sono disperse, altre si sono arrese all'opposizione interna.
In quasi tutto il paese gli sbandati talebani si sono uniti al regime fantoccio o sono fuggiti dall'Afghanistan. Restano solo piccoli gruppi, confinati insieme ai loro alleati stranieri in alcune remote aree di confine orientale e meridionale, inseguiti e braccati dagli invasori imperialisti e dai loro satrapi.
Il 7 dicembre 2001, sotto la protezione e il sostegno degli occupanti imperialisti, si è insediato a Kabul un regime fantoccio che dia loro una copertura al servizio dell'occupazione imperialista del paese. A seguito alle decisioni prese nel vertice dei traditori nazionali di Bonn, le forze di occupazione imperialiste, sotto la bandiera delle Nazioni Unite, restano in Afghanistan a protezione il regime fantoccio e e contro i rischi di disgregazione interna.
Così, sotto la tremenda pressione della coalizione imperialista e reazionaria mondiale, il tradimento dei jihadisti e dei reazionari talebani, i tumultuosi effetti di un decennio di invasione e occupazione social-imperialista, la guerra civile reazionaria e la debolezza del campo rivoluzionario e democratico nazionale nel paese, la terra di un popolo che da sempre cerca l'indipendenza, è stata al momento soggiogata.
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