mercoledì 8 settembre 2021

Internazionale - Afghanistan. Lo stato delle cose e il sostegno ai comunisti afghani

La fase che si è aperta in Afghanistan, dopo la sconfitta e la conseguente ritirata delle truppe d’occupazione imperialiste a guida USA, è il ritorno al potere dei talebani. La propaganda ideologica dei media servi imperialisti mira a nascondere il fallimento totale dell’occupazione e, nell’interessarsi oggi, in maniera ipocrita, delle sorti del popolo afghano, sta dando voce ai collaborazionisti in fuga che hanno servito quell’occupazione, per continuare a legittimarla.

Anche il nostro paese è coinvolto nell’opprimere il popolo afghano e il nostro impegno come comunisti è quello di denunciare e combattere prima di tutto il nostro imperialismo e di portare tra le masse del nostro paese la solidarietà alle forze che combattono imperialismo e reazione.

Chi sono i talebani, quale sarà la natura del loro governo (governo dei mullah o governo nazionale “inclusivo”?), quale sarà il ruolo che potranno avere anche gli altri signori della guerra, il riconoscimento che cercheranno di ottenere dagli stati imperialisti, soprattutto come lottare contro di essi che vogliono l’edificazione dell’Emirato islamico, sono tutte questioni che i media borghesi stanno trattando per confondere le acque al servizio della loro politica. Fa parte della guerra che continua da parte dell’imperialismo contro questo popolo.

Organizzare la lotta rivoluzionaria e portare la solidarietà internazionalista per noi, proletari comunisti, significa sostenere il Partito Comunista dell’Afghanistan (maoista) e la Resistenza che si sta riorganizzando.

Ad apprendere dalla nostra storia, quella dei comunisti nel nostro paese durante la Resistenza antifascista, la lezione di quanto sia decisivo il ruolo del Partito comunista

nella direzione del Fronte Unito è fondamentale. La nostra classe, il proletariato internazionale, combatte e resiste in Afghanistan attraverso i comunisti del Partito Comunista dell’Afghanistan (maoista), l’organizzazione dei contadini, delle masse povere, delle donne, delle minoranze oppresse, degli intellettuali progressisti afghani. E’ a loro che dobbiamo trasmettere tutto il nostro appoggio e fare conoscere la loro linea, le analisi che guidano la loro attività politica nella resistenza antimperialista e antifeudale.

Il movimento comunista in Afghanistan sostiene che la caduta di Kabul sotto i talebani segna la fine di una tragedia e l'inizio di un'altra per i popoli dell'Afghanistan come se l'Afghanistan fosse una terra di catastrofi ricorrenti e la sua gente fosse condannata a sofferenze infinite.  L'imperialismo e la reazione, che hanno causato questa grande tragedia per il popolo afghano, sono essi stessi impegnati a riparare le loro sconfitte o a concentrare le loro vittorie. I talebani sono ubriachi della loro vittoria e della conquista del potere e sono impegnati in una lotta interna per il bottino di guerra e per la divisione del potere politico. A molti giorni dopo la conquista di Kabul, i talebani non sono stati in grado di stabilire il loro governo. Ciò indica che stanno affrontando serie sfide politiche. I superstiti delle forze armate del regime fantoccio stanno principalmente cercando di salvare le loro vite e si nascondono, alcuni hanno lasciato il Paese, altri si sono radunati nel Panjshir (l'unica provincia che non è stata conquistata dai talebani). Alcuni, dopo Abdullah e Karzai, approfittano dell'amnistia dei talebani e sperano di trovare un posto per loro tra le fila dell’Emirato islamico dei talebani,

I talebani non stanno solo cercando di attirare i funzionari dell'ex regime, ma stanno anche cercando di ottenere il sostegno degli imperialisti statunitensi e dei loro alleati e di presentarsi come accettabili, ma nessuna offensiva di fascino nasconderà la loro brutta faccia alla masse. Il sostegno interno che potranno ricevere è dai tecnocrati ex collaborazionisti, dagli elementi sciovinisti pasthun, gli svenduti rappresentanti delle nazionalità oppresse che elemosinano la loro quota di partecipazione all’Emirato islamico come prima hanno fatto col governo fantoccio. Non ci sarà spazio per le donne, per le minoranze nazionali e per l’opposizione progressista, comunista, coerentemente antimperialista.

Il ritiro della sicurezza, dell'intelligence e del personale politico USA da Kabul significa la fine dell'occupazione militare dell'Afghanistan, ma non significa la fine dell'influenza dell'imperialismo USA e di altri imperialisti in Afghanistan

L’imperialismo cerca di mantenere in qualche modo la sua influenza e lo sta facendo dietro le quinte con i negoziati con i rappresentanti dei talebani. Come riporta il corriere della sera del 6/06/2021: "i circoli più «politici» legati Mullah Abdul Ghani Baradar hanno ricevuto i rappresentanti delle Nazioni Unite, tra loro il sottosegretario per i Diritti Umani, Martin Griffiths, e il presidente della Croce Rossa Internazionale, Peter Mourer. Altro ospite d’eccellenza da tre giorni è il capo dell’intelligence militare pakistana, Faiz Hameed, che sta cercando di contribuire alla formazione del nuovo esecutivo talebano. Anche il nostro imperialismo lavora dietro le quinte attraverso la propria ambasciata spostata da Kabul in Qatar.

I talebani parlano di formare un governo “inclusivo”, promesso da 20 anni anche dai regimi fantoccio di Karzai e Ashraf Ghani. Alcuni hanno interpretato questo come un segno che i talebani sono cambiati. Non c'è dubbio che negli ultimi dieci anni i talebani hanno cambiato la loro diplomazia con i paesi imperialisti ei paesi della regione, e nel modo in cui trattano l'opposizione interna e il popolo afghano. Ma come ha detto Zabihullah Mujahid, il portavoce dei talebani, non c'è stato alcun cambiamento nell'ideologia e nelle credenze fondamentali dei talebani. Sebbene, nell'ultimo decennio, i talebani abbiano stabilito relazioni con le potenze imperialiste e reazionarie e abbiano acquisito esperienza in questo campo. Soprattutto dopo aver aperto il loro ufficio in Qatar e aver stabilito relazioni con i paesi del mondo, hanno acquisito le capacità e la vigilanza della diplomazia. D'altra parte, durante questo periodo, l'urbanizzazione è aumentata e la dimensione dei lavoratori e della popolazione istruita è aumentata. I talebani sono costretti a moderare il loro comportamento per mantenere le relazioni con questi paesi e per attirare gli aiuti imperialisti e, d'altra parte, per impedire una fuga di cervelli dei quadri politici e amministrativi dal paese. I talebani, come il precedente regime, non possono cambiare lo stato dell'economia del paese e, di conseguenza, rafforzare le basi economiche del loro governo. Hanno ereditato dal regime precedente un'economia dipendente dagli aiuti imperialisti e una burocrazia corrotta. Un'altra ragione della dipendenza dei talebani dagli aiuti esteri è la mancanza di un reddito interno sufficiente e la distruzione dell'agricoltura e dell'industria. I talebani non possono fare affidamento sull'innovazione e sulla creatività delle masse e, quindi, non saranno sostanzialmente diversi dal precedente regime

Un'altra sfida per i talebani sono le divisioni interne tra le varie fazioni, che hanno anche una dimensione intraetnica. Il regime di Ashraf Ghani aveva concentrato il potere nelle mani dei Ghaljai pashtun orientali, il che era uno dei fattori dei suoi attriti interni.

Secondo le valutazioni del movimento comunista afghano ci sono diverse fazioni all'interno dei talebani, le due principali sono la Quetta Shura guidata dal Mullah Haibatullah e la Peshawar Shura guidata da Sirajuddin Haqqani. Tuttavia, vengono menzionate anche le fazioni guidate dal Mullah Mansour e dal Mullah Yaqub. Pertanto, la sfida più immediata che devono affrontare i talebani sono le differenze tra i vari gruppi talebani da un lato e le differenze tra i ranghi e la leadership dall'altro. La fazione principale guidata dal Mullah Haibatullah è Durrani e le loro differenze con la fazione Haqqani guidata da Sirajuddin Haqqani e Khalil Haqqani, che sono Ghaljai, sono evidenti. Pertanto, il significato di governo "inclusivo" in primo luogo riguarda una divisione del potere tra le diverse fazioni talebane. Perché il corpo principale della leadership talebana proviene dalle tre province di Kandahar, Helmand e Uruzgan.

Altre sfide che i talebani devono affrontare sono la condivisione del potere con altri gruppi etnici e nazionalità. Alcune forze armate dell'ex regime si sono riunite nel Panjshir sotto il comando di Ahmad Masoud (figlio del defunto Ahmad Shah Masoud) che vogliono una parte del potere politico. Alcune altre forze armate del regime fantoccio sono sparse per il paese insieme alle loro attrezzature. Disarmare queste forze è un altro problema che i talebani devono affrontare. L'orribile esplosione all'aeroporto di Kabul ha messo in luce l'incapacità dei talebani di fornire sicurezza,

Le basi economiche semifeudali e semicoloniali di cui i talebani sono espressione sono un ostacolo all’autodeterminazione nazionale e sociale del popolo afghano. Prima portati al potere dai governi imperialisti e oggi ancora pedine al servizio di padroni esteri, comunque sempre dipendenti dall’economia e politica imperialista, i talebani non potranno cambiare la loro natura neanche di fronte al riconoscimento che riceveranno dai governi imperialisti e dai regimi reazionari.

Le donne, i lavoratori, la gioventù, gli attivisti socio-politici, i partiti, i gruppi politici e i comunisti saranno repressi  perché sono un oggettivo ostacolo all’edificazione di uno Stato teocratico, disumano e, dal punto di vista di chi ha una visione del mondo oscurantista, feudale, non è al progresso delle masse che può guardare e verso cui lavorare 

Le forze sociali e politiche colpite dalla repressione dei talebani sono in prima fila ad organizzare la Resistenza.

In queste condizioni Il Partito Comunista dell’Afghanistan (maoista)  ha da svolgere un grande lavoro nel rafforzamento del Partito, la costruzione del Fronte Unito, la creazione di un Esercito popolare. Per questo devono avere tutto l’incondizionato appoggio del movimento comuniste e delle forze progressiste nel mondo per la difficile sfida che i comunisti afghani stanno affrontando nell’organizzare la guerra popolare.

Proletari comunisti con il blog , il giornale è impegnato innanzitutto ora a fare conoscere la attuale situazione in Afghanistan e sostenere l’azione  del Partito Comunista dell’Afghanistan (maoista), per far avanzare le condizioni per una campagna di massa contro l'imperialismo e il nostro governo e a sostegno della resistenza popolare nazionale e allo sviluppo della guerra popolare.

info/contatti/ materiali diretti  pcro.red@gmail.com

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