Draghi è un esponente dell’oligarchia finanziaria, dell’intreccio tra finanza e banche, tra finanza gestita dallo Stato e sistema bancario industriale.
Già negli anni ’70 aveva scalato le tappe da studente modello, studiando nei migliori campus Usa e arrivando al Mit, poi ha fatto il professore incaricato in diverse università per entrare negli anni ’80 nei corridoi ministeriali, come consigliere economico del Min. del Tesoro, Giovanni Goria, che lo designa a rappresentare l’Italia negli organi di gestione della Banca Mondiale, di cui diviene direttore esecutivo nel ’98; poi diventa direttore generale del tesoro e trasforma questo incarico in una poltrona chiave del potere economico e finanziario del paese, accumulando cariche e conquistando postazioni. Per 10 anni, fino al 2001, Draghi resta in posti di controllo dell’industria e della finanza pubblica, collaborando con i governi Andreotti, Amato, Ciampi, Berlusconi, Dini, Prodi, D’Alema, ancora Amato e ancora Berlusconi, contribuendo alla loro politica economica, partecipando alla svendita e privatizzazione delle Partecipazioni statali.
Con questi “meriti” acquisiti e con i legami con buona parte della finanza internazionale svolge il lavoro per l’entrata dell’Italia nell’Euro. Nel 2002 entra in una delle più grandi banche di affari del mondo, la Goldman Sachs, di cui diviene vicepresidente per l’Europa. In quegli anni il “calamarovampiro”, come
veniva definito, aiutava la Grecia a truccare i conti che poi ne provocheranno il crack.In altro periodo con la Grecia si spinse oltre contribuendo a portare il paese sull’orlo della bancarotta e fu definito “despota tragico” da Varouakis, noto ministro dell’economia nel governo di Siryza.Draghi ha diretto l’acquisizione da parte dell’Italia di titoli speculativi che hanno arricchito le banche d’affari e impoverito le casse dello Stato, in particolare i famigerati “derivati”. Conquista la presidenza della Banca d’Italia e il naturale posto del Consiglio generale della Banca centrale europea. E’ sostenitore in questa veste della riduzione delle tasse per i ricchi, della controriforma della previdenza e del mercato del lavoro, dell’innalzamento dell’età pensionabile, del sostegno alle imprese, della modernizzazione in senso privatistico e aziendalistico della scuola.
E’ il governo Berlusconi che lavorerà per farlo diventare nel maggio 2011 presidente della BCE, dove rimarrà fino al 2019; tramite questa postazione è sostenitore di tutte le politiche economiche monetarie liberiste e interventiste della UE.
Nominato “uomo dell’anno” dai grandi quotidiani inglesi e definito “18° uomo più potente nel mondo” nel 2018. Nessuno in questi giorni ha parlato dei suoi legami storici con la massoneria. Alcuni libri affermano che è membro di ben 5 logge. Un libro lo definisce “terminale della finanza americana”. In una intervista al Fatto quotidiano il gran maestro del ‘Grande Oriente d’Italia’, Magaldi, scrive, non smentito, che Draghi appartiene alla aristocrazia massonica sovranazionale.
Fra i vari scandali che lo attraversano senza intaccarne la carriera vi è quello del Monte dei Paschi di Siena e dell’acquisizione da parte del MPS della Banca Antonveneta. L’ultimo numero dell’Espresso si occupa di questa vicenda e scrive che “l’origine di tutti i guai di MPS va ricercata nella sciagurata acquisizione di Antonveneta alla fine del 2007 e fu proprio Draghi che diede luce verde ad un affare destinato a dissanguare il bilancio alla vigilia della grande crisi”.
Sulla grande stampa è venuta in luce anche il suo essere presidente del “Gruppo dei 30”, che comprende le grandi banche di investimento e i Fondi di investimento. E’ in questo “Gruppo dei 30” che parla delle cosiddette “aziende zombi” - che sono 15mila secondo le stile più recenti di Banca d’Italia - vale a dire di distinguere tra aziende che si possono salvare e aziende che devono essere invece chiuse e basta.
Non potevano mancare in questa biografia i suoi legami col Vaticano. Si dichiara fervente devoto di Sant’Ignazio da Loyola, fondatore dell’Ordine dei gesuiti, vicino in questa veste anche all’attuale papa Bergoglio che lo nomina membro ordinario della pontificia Accademia delle scienze sociali.
Le notizie sono liberamente tratte da 'il bolscevico'
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