martedì 2 marzo 2021

pc 2 marzo - Nei cantieri si continua morire per lavoro a nero e per il covid per l'esposizione alle polveri

La fase 2 in questo settore conferma il dato generale: per i padroni il profitto degli appalti, per gli operati più sfruttamento e salute e sicurezza a rischio. Le denunce e il monitoraggio non bastano, serve la lotta generale a difesa della vita dei lavoratori nei luoghi di lavoro!

Un monitoraggio della Fillea parla di 32 incidenti fatali nei primi due mesi del 2021: il 170% in più rispetto all'anno scorso. Poche le denunce per covid ma molti i decessi: "Gli edili sono lavoratori anziani ed esposti a malattie polmonari, serve intervenire subito". Il monitoraggio al 31 gennaio dice che su oltre 147 mila denunce nell'industria e servizi per infortunio covid, gli operai edili rappresentano solo lo 0,6 %. Gli infortuni mortali per covid tra gli edili, invece, sono stati ben 30 su 461 totali: il 6,6%. 

Gli ultimi due sono arrivati nel fine settimana. Uno era un pensionato di 78 anni, caduto dal tetto di una azienda di Porcari, in provincia di Lucca, l'altro è

morto dopo 7 mesi di agonia dovuti all'ennesima caduta dall'alto, a Napoli. Il caso più eclatante, però, è forse quello di un paio di settimane fa nel catanese, dove un operaio di 60 anni è stato ricoverato nell'ospedale Cannizzaro di Catania e sottoposto a un delicato intervento chirurgico a causa dei traumi derivanti dalla caduta da un tetto. Tre giorni dopo l'uomo è morto. Stava lavorando in nero e in violazione delle norme di sicurezza e l'imprenditore che lo aveva assoldato avrebbe tentato di cancellare le tracce di sangue dal cantiere.

Tracce che in questo 2021 sono però più evidenti che mai. Dal monitoraggio della Fillea Cgil, ad oggi, i morti sul lavoro sono arrivati a 32 contro i 12 dello stesso periodo 2020. L'incremento è impressionante: quasi il 170% in più. Come sempre, nei cantieri italiani si muore soprattutto per caduta dall’alto (48%) e travolti da materiali (26%). Nel 33% dei casi i lavoratori erano totalmente o parzialmente irregolari; erano il 25% (4 casi su 12) nello stesso periodo 2020. E a preoccupare è anche l'età dei deceduti, sempre più anziani: il 43% delle vittime è tra i 40 ed i 60 anni, un altro 43% è di over 60, di cui 3 ultrasettantenni.

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