Costui, noncurante del fatto che –
durante la campagna referendaria sulla deforma della Costituzione della
Repubblica Italiana – aveva dichiarato che, nel caso fosse uscito
sconfitto dalle urne, si sarebbe ritirato e non si sarebbe più sentito
parlare di lui, continua a salire in cattedra, come se fosse il genio
che ha dimostrato ampiamente di non essere.
Lo sproloquio del Bischero Fiorentino è
un intervento a tutto campo, che investe tutto lo scibile politico; come
se non fosse successo nulla, egli pretende di dare lezioni su qualunque
tema gli venga proposto.
Particolarmente fastidiosa è l’arroganza di pretendere di aprire bocca per dire qualcosa anche in rappresentanza di
altri, usando il plurale majestatis; non gli è bastato aver preso una
facciata di proporzioni inenarrabili il quattro dicembre scorso:
pretenderebbe anche di continuare a fare dei danni contro il volere
degli italiani.
Alla domanda: “Davvero ha pensato di
uscire dalla politica?”, il Diversamente Sincero risponde: “Sì, nei
primi giorni. Mi tentava: e devo dirle, un po’ per curiosità, un po’ per
arroganza. Poi ho pensato che solo il vigliacco scappa
nei momenti di difficoltà. Ho ripensato alle migliaia di lettere
ricevute, al desiderio di futuro espresso da milioni di persone. La
nostra – di chi altri, oltre a lui, non è dato sapere – battaglia è
appena incominciata”.
Non si preoccupi di essere considerato un
Don Abbondio della moderna politica, di essere cioé catalogato come un
vigliacco: visto il modo da lui usato per defenestrare il suo
predecessore alla carica di presidente del Consiglio dei ministri –
l’ormai famoso “Enrico, stai sereno”, rivolto al Nipote di Famiglia –
nessuno può dubitare delle sue capacità di bieco tramatore nel buio.
Genova, 20 gennaio 2017
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova
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