sabato 17 dicembre 2016

pc 17 dicembre - RICHIEDENTI ASILO PER STRADA: COSI HA DECISO LA PREFETTURA DI BERGAMO



CHIEDONO IL PERMESSO GLI DANNO POLIZIA E' QUESTA LA LORO DEMOCRAZIA
questura-prefettura-sindaco-associazionismo cattolico-cooperative sociali 
TUTTI UNITI A LEGITTTIMARE IL RAZZISMO DI STATO VERSO I MIGRANTI


LE FOTO CHE NON VEDRETE MAI SUI MEDIA ....


LA FOTOGRAFIA DELLA REALTA' ...
FATTA DAL  MOVIMENTO 
dati riepilogativi della Prefettura aggiornati all’11 maggio 2016 parlano di un totale di 1518 persone. Ognuna di loro ha avviato la procedura per la richiesta d’asilo in momenti diversi. Non sappiamo ancora quante possano essere le persone che verranno “sfrattate” dai centri.

Da:

noconfini@autistici.org
Anche a Bergamo si stanno verificando proteste di diniegati che non vogliono lasciare le strutture e richiedono permessi di soggiorno. La notizia è emersa ieri e fatta sparire dai giornali locali 
immediatamente, digos e celere stanno "gestendo" la situazione per evitare che si propaghi nelle altre strutture. Intanto il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, sta cercando di ritagliarsi uno spazio nella 
politica nazionale promuovendo un modello di accoglienza basato sul lavoro gratuito e "ronde di profughi" (sic.) per "garantire la sicurezza"



I PIAGNISTEI DI ALTERNAINSIEME LISTA DI rifondazione comunista
(15.12.16) SAN PAOLO D’ARGON. BLITZ DELLE FORZE DELL’ORDINE CONTRO LA PROTESTA DEI GIOVANI MIGRANTI
Quello che ci è dato sapere è che stamattina verso le 9.00 le forze dell’ordine in assetto antisommossa sono entrate nella cascina annessa al Monastero dove alloggiano i richiedenti asilo in custodia della cooperativa Ruah. Una ventina di loro da tre giorni avevano “occupato” lo stabile come forma di lotta per chiedere
– esasperati dopo ben tre anni di attesa e trafile – il permesso di soggiorno, forse anche perché da qualche tempo corre voce che le autorità governative siano intenzionate a sbarazzarsene e buttarli in strada al freddo e senza documenti (cfr. “BgReport 14.12.16: qui) . Della protesta informava solo ieri un trafiletto de “L’Eco di Bergamo” (cfr. qui). L’irruzione nella cascina delle forze dell’ordine è avvenuta senza alcuna resistenza da parte degli occupanti che però subito dopo sono stati fatti salire su di un pullman nel piazzale dietro la scuola materna e portati a Bergamo in Questura. Quello che rischiano è di essere estromessi dal progetto di accoglienza o addirittura di essere portati in un Cie, cioé misure di vera e propria repressione, che potrebbero avere conseguenze pesanti per il loro futuro. Sono colpevoli di aver voluto alzare la testa contro una situazione insostenibile fatta di totale precarietà e totale incertezza rispetto alla propria vita, considerati – come altre decine e decine di migliaia di persone sopravvissute ai naufragi e a mille traversie - in base alle leggi dello stato italiano e dell’Unione Europea come pacchi ingombranti da nascondere, deportare, nonché tenere a bada o far tacere con il pretesto “responsabile” di non svegliare la xenofobia diffusa nell’opinione pubblica portando acqua al mulino dell’imprenditoria (politica) della paura. Chiedono un permesso di soggiorno, cioè che venga loro riconosciuto il diritto sacrosanto di potersi muovere su questo pezzetto - Europa - della Terra, diritto ora negato da una “ragion politica” sempre più irreale e disumana nei confronti di chiunque non sia ricco e privilegiato. Quanto avvenuto questa mattina, questa protesta finita negli ingranaggi della repressione senza che i ragazzi abbiano avuto la possibilità di parlare quantomeno alla nostra comunità, davvero ci lascia molta amarezza. In attesa di avere notizie più precise e aggiornate, chiediamo con forza che i ragazzi tornino a San Paolo d’Argon, non abbiano a subire alcuna ritorsione e al più presto siano messi nelle condizione di disporre di sé stessi e della lora vita come tutti gli altri profughi e richiedenti asilo che vivono in analoghe condizioni. (15.12.16 - “L’Alternativa - San Paolo d’Argon”)
* Cfr. anche L’Eco di BeRGAMO 

ORGANIZZARE ED ESTENDERE LA LOTTA CONTRO RAZZISMO E SFRUTAMENTO FRUTTO DELLA POLITICA IMPERIALISTA DEL NOSTRO GOVERNO , L'ESEMPIO DEL SINDACATO DI CLASSE A TARANTO 

Una grossa assemblea di circa 50 migranti di tre centri di accoglienza ha portato anche altri migranti a dire "Basta", a rompere timori e ricatti da parte di alcune associazioni che gestiscono i centri e decidere di scendere in lotta, seguendo l'esempio dei migranti del Bel sit. Mercoledì 21 dicembre vi saranno presidi sia alla Prefettura che al Comune.
 Importante è l'unità tra i migranti che si sta realizzando, frutto anche dell'appello dello Slai cobas sc di Taranto a passare dalle lamentele alla lotta, con coraggio, perchè i migranti hanno mille ragioni, e invece Istituzioni locali, governo e una parte delle Associazioni (su questo, che siano "di sinistra" o gestite dalla Chiesa non fa differenza) hanno torto. Per questo è giusto ribellarsi!

 TUTTI I MIGRANTI HANNO DENUNCIATO DI ESSERE TRATTATI MALE!
 I MIGRANTI DEL "CAMPO DI EMERGENZA" DELL'ASSOCIAZIONE SALAM dove vi sono sia minori che adulti, hanno nei giorni scorsi scritto una lettera per denunciare una serie di problemi e di inosservanza dei diritti, ma soprattutto per chiedere di essere trasferiti in un altro centro:
"Quando siamo arrivati a questo campo di emergenza- scrivono i migranti - ci hanno informati che saremmo stati trasferiti immediatamente al campo permanente per fare richiesta alla Commissione, ma questo non è mai avvenuto.
Il capo del campo di emergenza ha tenuto una riunione con noi dicendoci che dovevamo restare nel campo di emergenza, dove avremmo ricevuto una dotazione di 2,50 Euro al giorno, cibo, “acqua potabile e per uso domestico”, vestiario, etc. Ma questo non è avvenuto.
Questi i problemi di questa situazione che richiedono una soluzione:
- prima di tutto la dotazione di 2.50 euro al giorno, che non riceviamo;
- il cibo, che non è buono ed è sempre lo stesso, e a volte anche scaduto;
- l’acqua per uso domestico, che manca e per questo le latrine sono sempre maleodoranti;
 - il vestiario non è buono e non protegge dal freddo;
 - sovraffollamento, troppe persone in una sola stanza, in alcune 10 o anche dodici persone;
 - Nessuno di noi poi ha il permesso di soggiorno, benchè stiamo da più di due mesi in Italia".

I MIGRANTI DI PAOLO VI, DELL'ASS. NOI E VOI, presidente un prete, a loro volta denunciano: Nonostante siamo nel Centro la maggiorparte da minimo 7 mesi, buona parte di noi è ancora priva del permesso di soggiorno, e, per coloro che lo hanno, di documenti di identità, e nessuno di noi ancora è stato convocato dalla Commissione per l'istanza sul diritto d'asilo.
Insieme a questi problemi, vi sono vari altri legati alle condizioni di vivibilità nella struttura a Paolo VI, i migranti vivono al freddo, non ci sono riscaldamenti, non c'è acqua calda.
L'associazione Noi e Voi aveva loro detto quest'autunno che dovevano essere trasferiti in un'altra struttura, ma questo non è avvenuto e intanto vi è molto freddo. Inoltre ai migranti non vengono dati
vestiti adeguati per l'inverno; il cibo non è buono, sempre pasta, anche poco condita; il corso di italiano viene fatto solo una volta alla settimana.

PER I MIGRANTI DEL BEL SIT continua il problema della mancata assistenza sanitaria e farmaceutica. Qui nei giorni scorsi i migranti che hanno lottato per il pagamento del pocket money che non ricevono da 5 mesi, si sono rifiutati di accettare il pagamento di soli due mesi.

SLAI COBAS per il sindacato di classe - Taranto

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