domenica 16 ottobre 2016

pc 16 ottobre - l'imperialismo USA elogia l'Italia per il ruolo di primi della classe nel portare truppe ai confini della Russia

La Casa Bianca: Roma fa una mossa decisiva

«Il rafforzamento e la modernizzazione della deterrenza e del posizionamento della Nato è stato uno dei risultati concreti chiave, discussi al vertice tenuto questa estate a Varsavia dall’Alleanza. In Polonia - dice la Casa Bianca - abbiamo sottolineato la piena applicazione del Readiness Action Plan, dove abbiamo accolto con favore la decisione dell’Italia di essere la nazione guida della Very High Readiness Joint Task Force (Vjtf) nel 2018». Quindi il portavoce Stroh spiega: «In aggiunta, la Nato ha preso la decisione di rafforzare ulteriormente la sua presenza avanzata nei Paesi baltici e in Polonia. Noi plaudiamo all’annuncio dell’Italia dello schieramento di truppe, come parte di questa presenza accresciuta in Lettonia».

Il vice portavoce del dipartimento di Stato, Mark Toner, aggiunge: «Ciò manda un chiaro segnale che la Nato è pronta a difendere gli alleati. Accogliamo l’annuncio dell’Italia di contribuire con 140 soldati in Lettonia come dimostrazione dell’impegno a condividere i principi dell’Alleanza». La Casa Bianca però allarga il discorso al contributo complessivo di Roma: «L’Italia continua il proprio ruolo di forte leadership all’interno della Nato, attraverso la sua lunga storia di robusto sostegno della missione Resolut Support in Afghanistan, in Kosovo e nel Mediterraneo».

Soldati italiani ai confini russi, polemiche delle opposizioniQuesta presa di posizione, oltre a rappresentare una difesa delle decisioni di Roma dalle critiche di Mosca, inquadra anche lo stato delle relazioni bilaterali alla vigilia della visita di martedì, e in prospettiva verso la prossima amministrazione. Washington, attraverso l’intervista che il segretario di Stato Kerry ci aveva concesso a settembre, aveva già sostenuto le linee dell’Italia su diversi fronti, dalla necessità che Europa e Nato aiutino le operazioni di soccorso dei migranti, fino a quella di sollecitare la Ue ad una politica economica per la crescita, invece dell’austerità. Gli Usa condividono la strategia di affrontare l’emergenza dei rifugiati e profughi controllando i flussi nei Paesi d’origine, e investendo nello sviluppo affinché scompaiano le ragioni economiche per lasciare le proprie case. Sulla Libia, poi, gli americani fanno molto affidamento non solo sulle nostre capacità diplomatiche e sui nostri rapporti economici col Paese, ma anche sul lavoro fatto sul terreno dai nostri militari e dall’intelligence. La base di Sigonella svolge un ruolo centrale per la sicurezza dell’intero Mediterraneo meridionale, mentre anche nella lotta all’Isis, in Afghanistan, Siria e soprattutto in Iraq stiamo svolgendo compiti vitali, come la riparazione della diga di Mosul e l’addestramento delle forze dell’ordine.


Sulla Russia, Washington riconosce gli interessi specifici di Roma, e proprio per questo apprezza ancora di più il suo contributo offerto alla Nato. Gli accordi di Minsk sull’Ucraina non sono stati rispettati da Mosca, e gli Usa si aspettano il rinnovo delle sanzioni alla fine dell’anno. «Noi - ci aveva detto Kerry - dobbiamo rimanere determinati. Le sanzioni devono restare in vigore fino a quando la Russia applicherà pienamente i suoi impegni stabiliti dagli accordi di Minsk, e metta fine alla sua aggressione dell’Ucraina». L’intervento della Casa Bianca quindi ha un connotato strategico nel difficile rapporto generale col Cremlino, anche in proiezione futura. Se Trump vincerà le presidenziali, tutto è possibile; se però prevarrà Clinton, la linea è tracciata. Il suo consigliere per la politica estera, Jake Sullivan, ci ha detto in passato che la capacità di dialogo di Roma con Mosca può essere una risorsa, ma nell’ambito di un fronte compatto degli alleati contro le politiche aggressive russe.





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