Venerdì diciannove febbraio – presso il Palazzo dei
Congressi, sito in piazza John Fitzgerald Kennedy 1, a Roma – inizia la tre
giorni di lancio del nuovo soggetto della falsa sinistra istituzionalista in
Italia.
Nella stessa giornata, il Manifesto pubblica, a pagina
quindici, la parte conclusiva del documento di apertura dei lavori
dell’assemblea, denominata ‘Cosmopolitica’.
Leggendola, ci si rende facilmente conto del
confusionismo che regna tra i soggetti promotori di questa adunata: basta
attenzionare alcuni brani.
In particolare, appare interessante riprendere il
paragrafo del testo che riguarda le tematiche di cui occuparsi per provare a
riconquistare una parte dell’elettorato di riferimento.
L’elenco comprende: “il diritto alla casa,
all’istruzione, alla salute, al rispetto dell’ambiente, alla solidarietà attiva
nei confronti dei migranti, alla difesa e alla valorizzazione dei beni comuni”.
Analizzando il comportamento tenuto fino ad ora ‘sul
campo’ dai rappresentanti istituzionali delle varie componenti del nuovo
soggetto, non si può non constatare che troppo spesso le parole di principio
non hanno avuto seguito nei fatti.
- Diritto alla casa. Non si capisce di cosa parlino, questi signori: le amministrazioni locali peggiori, in termini di sgomberi e sfratti, sono quelle – di Milano e Genova – guidate da Giuliano Pisapia e Marco Doria.
- Diritto all’istruzione e alla salute. Non è certo regalando annualmente milioni di Euro alle scuole e alla sanità private, sottraendoli a quelle pubbliche, che si garantisce alle fasce sociali più deboli la possibilità di studiare e di curarsi.
- Diritto al rispetto dell’ambiente. Su questa questione basta citare il comportamento dei rappresentanti nelle istituzioni rispetto alla questione delle linee ferroviarie ad alta velocità/alta capacità.
- Solidarietà nei confronti dei migranti. A chi scrive non risulta che alcuno di lorsignori si sia mai stracciato le vesti per far chiudere i centri di detenzione dei migranti.
- Difesa e valorizzazione dei beni comuni. Forse soffro di amnesie, ma anche in questo caso non mi pare che lorsignori abbiano innalzato barricate per non vedere completamente disatteso l’esito del referendum sull’acqua pubblica.
Se questi sono i fondamenti sui quali lorsignori hanno
deciso di puntare per costruire il nuovo partito, mi sembra evidente che non
riusciranno mai a risultare credibili.
All’interno di questo cartello c’è gente – come
Massimiliano Smeriglio, lo svendolino vicepresidente della Regione Lazio – che
pretende (si veda l’edizione del Manifesto di domenica ventuno febbraio, pagina
sei, articolo a firma Daniela Preziosi) “da parte di certi ex Pd più aderenza
alle proprie biografie. E’ paradossale che considerino tutto il campo di
centrosinistra come destra”.
Dato per certo che il così detto centrosinistra è
morto per volontà del Presuntuoso Toscano, la cosa sconcertante è che esista
ancora chi, come il politicante laziale, vorrebbe continuare a fare da zerbino
allo stesso, e si ostina a non voler vedere la natura reazionaria – totalmente
incompatibile con qualunque forma, anche estremamente blanda, di formazione di
sinistra – del progetto politico del Bischero Fiorentino.
Purtroppo, però, lo Smeriglio non è l’unico che sembra
provenire dalla Luna; sempre la stessa edizione del ‘quotidiano comunista’
riporta anche un’intervista a Luca Casarini, l’ex leader delle Tute Bianche nei
giorni del G8 di Genova del 2001: di seguito propongo ai lettori la parte più
assurda del suo sragionamento.
“Dobbiamo pensare ad un partito che oltrepassi se
stesso, che inventi delle nuove funzioni per sé. Magari con due segretari, un
uomo una donna, oppure un segretario a tempo. Sicuramente penso a un leader che
abbia vissuto la stagione di Genova 2001, e che abbia 40 anni e non 80”.
So che per lui sarà uno choc, ma voglio dargli lo
stesso una notizia; il segretario di qualsiasi partito è sempre a tempo, poiché
espleta le sue funzioni nel periodo da un congresso e l’altro: poi si sottopone
al giudizio degli iscritti, e non è detto che venga confermato per un altro
mandato.
Per quanto riguarda l’altra questione da lui posta,
penso che sarebbe meglio evitare ciò che propone lo svendolino veneto perché
nella storia, italiana ma non solo, quando il potere è finito nelle mani di
gente di quell’età è stato un disastro: basti pensare, per restare al caso
italiano, alla generazione dei Baffetto da Gallipoli e Uolter l’Amerikano; per
non parlare del Presuntuoso Toscano, e del suo predecessore al Governo, il
tristemente noto Nipote di Famiglia.
Genova, 25 febbraio 2016
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova
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