Ancora una statistica che conferma lo stato di semi schiavitù che vige in questo "paradiso per i padroni" che si chiama democrazia borghese e sistema capitalistico... Ancora una volta l'Ansa dà la colpa al caporalato, ma come abbiamo detto già in un nostro precedente articolo che si trova qui:
"... il
governo verso le aziende fa anche di più. Invece di porre leggi che impongano
il rispetto dei contratti, dei diritti dei lavoratori, i controlli, che
perseguano le aziende che traggono grandi profitti dalle condizioni di lavoro
schiaviste dei braccianti, il Ministro Martina, come in una commedia delle
beffe, sta pensando ad un aiuto alle imprese agricole, anticipando di un anno
l'eliminazione totale dell'imposta regionale (Irap).
Si tratta di una spudorata politica per
salvaguardare gli interessi economici delle aziende agricole, ortofrutticole,
che sono generalmente grandi società capitaliste.
Ma il caporalato
nelle campagne è legato a filo stretto con le aziende, non potrebbe vivere
senza le aziende e le aziende non possono e soprattutto non vogliono lavorare
senza di loro.
I caporali gli
fanno il lavoro “sporco”: di scegliere i braccianti, decidendo chi va a
lavorare e chi viene lasciato a casa, di prenderli e portarli nei campi
riempendo fino al massimo i bus, di fare da intermediari nei pagamenti ai
braccianti detraendo dalla loro paga, non contrattuale, il loro costo di
caporali, il costo del viaggio, spesso il costo acqua, ecc., garantisce alle
aziende di tenere i braccianti sotto controllo durante il lavoro...."
Lavoro: in 400mila sfruttati dal caporalato a 2,50 euro l'ora
Assosomm, più di 12 ore nei campi. Nel 74% dei casi i lavoratori si ammalano e la mancanza di soldi per le medicine provoca problemi cronici di salute
Più di dodici ore di lavoro nei campi per un salario di
25-30 euro al giorno, meno di 2 euro e 50 l'ora. È la situazione in cui
lavorano in Italia 400 mila lavoratori sfruttati dal caporalato,
stranieri nell'80% dei casi.
È quanto emerge da uno studio di The European House-Ambrosetti su dati Flai Cgil relativi al 2015, presentato al convegno di Assosomm-Associazione italiana delle agenzie per il lavoro 'Attiviamo lavoro. Le potenzialità del lavoro in somministrazione nel settore dell'agricoltura'. Gli oltre 80 distretti agricoli italiani in cui si pratica il caporalato vedono in 33 casi condizioni di lavoro "indecenti" e in 22 casi condizioni di lavoro "gravemente sfruttato" e sottraggono alle casse dello Stato circa 600 milioni di euro ogni anno.
Alla paga di chi lavora sotto caporali, pari alla metà di quanto stabilito dai contratti nazionali, inoltre, devono essere sottratti i costi del trasporto, circa 5 euro, l'acquisto di acqua e cibo, l'affitto degli alloggi ed eventualmente l'acquisto di medicinali. Infatti il 74% lavoratori impiegati sotto i caporali è malato e presenta disturbi che all'inizio della stagionalità non si erano manifestati. Le malattie riscontrate sono per lo più curabili con una semplice terapia antibiotica ma si cronicizzano in assenza di un medico a cui rivolgersi e di soldi per l'acquisto delle medicine. Ad aggravare la situazione contribuisce poi il sovraccarico di lavoro, l'esposizione alle intemperie, l'assenza di accesso all'acqua corrente, che riguarda il 64% dei lavoratori, e ai servizi igienici, che riguarda il 62%. Solo nell'estate 2015 lo studio stima che le vittime del caporalato sono state almeno 10.
http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2016/02/23/lavoro-in-400mila-sfruttati-dal-caporalato-a-250-lora-_258b63e9-c49d-445f-8b23-6c0bc4b0d047.html
È quanto emerge da uno studio di The European House-Ambrosetti su dati Flai Cgil relativi al 2015, presentato al convegno di Assosomm-Associazione italiana delle agenzie per il lavoro 'Attiviamo lavoro. Le potenzialità del lavoro in somministrazione nel settore dell'agricoltura'. Gli oltre 80 distretti agricoli italiani in cui si pratica il caporalato vedono in 33 casi condizioni di lavoro "indecenti" e in 22 casi condizioni di lavoro "gravemente sfruttato" e sottraggono alle casse dello Stato circa 600 milioni di euro ogni anno.
Alla paga di chi lavora sotto caporali, pari alla metà di quanto stabilito dai contratti nazionali, inoltre, devono essere sottratti i costi del trasporto, circa 5 euro, l'acquisto di acqua e cibo, l'affitto degli alloggi ed eventualmente l'acquisto di medicinali. Infatti il 74% lavoratori impiegati sotto i caporali è malato e presenta disturbi che all'inizio della stagionalità non si erano manifestati. Le malattie riscontrate sono per lo più curabili con una semplice terapia antibiotica ma si cronicizzano in assenza di un medico a cui rivolgersi e di soldi per l'acquisto delle medicine. Ad aggravare la situazione contribuisce poi il sovraccarico di lavoro, l'esposizione alle intemperie, l'assenza di accesso all'acqua corrente, che riguarda il 64% dei lavoratori, e ai servizi igienici, che riguarda il 62%. Solo nell'estate 2015 lo studio stima che le vittime del caporalato sono state almeno 10.
http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2016/02/23/lavoro-in-400mila-sfruttati-dal-caporalato-a-250-lora-_258b63e9-c49d-445f-8b23-6c0bc4b0d047.html
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