Renzi ha parlato dell’efficienza del suo governo, e dopo è andato a sciare. Forse tanta efficienza era una vanteria
Un operaio del porto di Brindisi
Cronaca ANSA
Valutazioni sulla sicurezza per l’ingresso in porto. La tragedia ha provocato 11 vittime accertate finora, feriti e un numero ancora imprecisato di dispersi. Un mese fa un incendio su nave della stessa compagnia.
Valutazioni sono in corso da parte di esperti che potrebbero anche effettuare una ispezione tecnica nei pressi del traghetto Norman Atlantic che si trova a poche miglia dal porto di Brindisi prima che venga autorizzato l’ingresso della imbarcazione nella zona portuale. A quanto si è appreso, infatti,
dalla nave si vede uscire ancora fumo. E sono in atto, infatti, procedure di spegnimento da parte degli equipaggi dei rimorchiatori. Per questa ragione non è stato ancora dato l’Ok all’accosto da parte del comandante della Capitaneria di porto Mario Valente il quale ha stabilito che qualsiasi manovra, trattandosi Brindisi di una città in cui vi sono stabilimenti industriali, tra cui un petrolchimico, dovrà avvenire in assoluta sicurezza.
Il Norman Atlantic è rimorchiato dal Marietta Barretta ed è scortato da altri due rimorchiatori italiani. Il Norman Atlantic era partito ieri intorno alle 16.30 dalla baia di Valona in Albania dove era stato ridossato al termine delle operazioni di salvataggio dei naufraghi scampati all’incendio verificatosi a bordo alle 4.30 di domenica 28 dicembre. La tragedia ha provocato 11 vittime accertate finora, feriti e un numero ancora imprecisato di dispersi.
Nuovi indagati per il naufragio della Norman Atlantic saranno formalmente iscritti in mattinata. Dal momento dell’imbarco a quello dell’evacuazione dei passeggeri ci sono altre responsabilità che la magistratura barese intende approfondire. E non convince gli inquirenti la giustificazione data da alcuni membri dell’equipaggio che il forte vento avrebbe impedito di gestire al meglio la propagazione delle fiamme. Si sta valutando, a questo riguardo, se i mezzi, camion e auto, sul ponte 4 – dove si ritiene si sia originato il rogo – erano troppo vicini uno all’altro. Ed anche se le dotazioni di sicurezza antincendio, che risulterebbero funzionanti, sono state attivate troppo tardi. A queste e molte altre domande dovranno trovare risposta le indagini della Procura di Bari sull’incendio della motonave, che domani, venerdì 2 gennaio, arriva a Brindisi.
Il rimorchiatore Marietta Barretta che ha agganciato il Norman Atlantic, traghetto a bordo del quale domenica mattina è divampato un incendio che ha provocato morti e feriti, ha iniziato la navigazione. Il Norman Atlantic – secondo le stime – raggiungerà Brindisi nella tarda mattinata. L’imbarcazione viene scortata da altri due rimorchiatori della società brindisina Fratelli Barretta: il Tenax e l’Asmara.
Le autorità greche insistono: i dispersi non sono più di 18: ‘Le liste in possesso delle autorità italiane dei passeggeri risulterebbero gonfiate a causa delle presenza di nomi duplicati o trascritti più volte con grafia diversa’.
“Il comandante del Norman Atlantic è stato eroico. Come lui lo sono stati anche i membri dell’ equipaggio. Noi ascoltavamo le conversazioni via radio. E’ rimasto lì, per tutto il tempo. Continuava a infondere calma a tutti, a dire che bisognava stare tranquilli. E’ riuscito a far sì che la situazione non degenerasse, che non si perdesse la testa”. Lo racconta il comandante del rimorchiatore Tenax, Luca Zizzi.
PARLA IL COMANDANTE, LA VIDEO-INTERVISTA – “Avrei voluto portarli a casa tutti” lo ha detto il comandante del traghetto Norman Atlantic, Argilio Giacomazzi incontrando brevemente i giornalisti fuori dalla sua abitazione in via Salita al piano in località Campiglia sulle colline de La Spezia. “Sono molto stanco – ha detto il comandante – enon chiamatemi eroe. I complimenti non fanno per me, non servono”. Giacomazzi, che soffre ancora di una lieve intossicazione per aver respirato il fumo dopo l’incendio sul suo traghetto, e di alcune lesioni patite durante il naufragio, ha ribadito di essere “molto stanco” e di aver necessità di riposo.
Quello del Norman Atlantic è il secondo incendio in meno di un mese che si verifica a bordo di un traghetto che opera sulla rotta Italia-Grecia per conto della Anek Lines. Il 30 novembre scorso, infatti, a 25 miglia da Brindisi, un rogo era divampato nella sala macchine dello Ierapetra L. diretto a Igoumenitsa.
La testimonianza di un camionista camionista “I soccorritori hanno fatto tutto il possibile, provavano in tutte le maniere a salvare le vite dei passeggeri”, comunque l’esperienza “è stata la cosa più brutta successa nella vita, ma nel male è stata un’esperienza, da cui trarre forza per affrontare le avversità future”. E’ un passaggio dell’intervista che Zoran Koron, autista di camion della Gruarin di Sesto al Reghena (Pordenone), a bordo del Norman Atlantic, ha rilasciato al quotidiano Messaggero Veneto. Koron, di 42 anni, sloveno, sposato e padre di due figli, è giunto martedì a Brindisi con la nave militare San Giorgio con altri naufraghi, sulla quale gli è stata medicata l’intossicazione da fumo. Dal capoluogo pugliese è giunto ieri in aereo a Venezia, dove lo attendeva il titolare della ditta, Simone Gruarin che l’ha accompagnato a Sesto al Reghena, dove lo aspettavano famiglia e colleghi. Koron non ha notato scene di panico a bordo: “Stando sul ponte non ho visto niente di tutto ciò. Quando è arrivato l’elicottero si è formata una fila e abbiamo dovuto attendere.
LE AUTOPSIE SULLE SALME – Potrebbe slittare al 2 gennaio l’inizio degli accertamenti medico-legali sulle nove salme delle vittime della Norman Atlantic. Fonti legali degli indagati e dei familiari dei passeggeri deceduti riferiscono di non aver ricevuto ancora alcuna notifica relativa alle autopsie. La Procura di Bari ha già affidato l’incarico ai medici legali Alessandro Dell’Erba e Biagio Solarino. Nell’istituto di Medicina legale del Policlinico di Bari ci sono da ieri mattina le salme di nove delle undici vittime accertate nel naufragio (due corpi non sono stati ancora recuperati). Solo quattro, tuttavia, sono state formalmente riconosciute e identificate. Si tratta dei due autotrasportatori napoletani Michele Liccardo di 32 anni e Giovanni Rinaldi di 34, di un sacerdote georgiano e di un cittadino turco. Tra le cinque salme non identificate c’è il corpo di una donna, l’unico che presenterebbe segni di ustioni e bruciature, tuttavia compatibili con lesioni da assideramento. Soltanto le autopsie potranno stabilire con certezza le cause dei decessi, se legati all’incendio sulla motonave, ad annegamento oppure all’assideramento nelle fasi di trasbordo durante i soccorsi.
GIALLO SUL NUMERO DEI DISPERSI – Intanto la Guardia costiera ieri sera ha consegnato al ministero degli Esteri, alla Procura di Bari e al Governo greco la lista nominativa delle 477 persone tratte in salvo sulla Norman Atlantic. Sarà ora possibile, viene sottolineato, effettuare i riscontri con la lista di imbarco stilata dalle autorità del porto di Patrasso, in Grecia.
Il numero delle vittime dell’incendio sulla Norman Atlantic finora accertato resta fermo ad 11: 9 vittime sono state recuperate in mare, mentre altri due corpi, avvistati, non è stato possibile recuperarli. Lo rende noto la Guardia Costiera, sottolineando che “continuano le ricerche”. Questo il bilancio attuale, “fatta salva – viene precisato – l’ispezione della Norman Atlantic una volta che il traghetto incendiato giungerà in porto”.
Non si conosce ancora la sorte di un centinaio di persone che erano a bordo. A dichiararlo è il procuratore della Repubblica di Bari, Giuseppe Volpe. “Il bilancio definitivo sui dispersi – chiarisce – potremo farlo solo quando verificheremo se a bordo del relitto ci sono vittime”. Stando, infatti, ai numeri in possesso della Procura, sulla motonave c’erano 499 persone, compresi tre clandestini. Undici le vittime accertate, 390 quelle messe in salvo sulle coste pugliesi e greche su navi militari, motovedette della Guardia costiera, elicotteri e pescherecci. Dopo i 212 naufraghi sbarcati ieri a Brindisi, altri 38 sono arrivati oggi a Taranto e 80 in Grecia (sette su un elicottero e 73 su un peschereccio). “Non abbiamo notizie del secondo peschereccio diretto sulle coste greche su cui potrebbero esserci altri naufraghi”, ha detto Volpe.
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