Nonostante il fatto che già
sabato 12 luglio in più di mille abbiamo manifestato per la Palestina;
nonostante sia iniziato l’attacchinaggio di manifesti e scritte per la città;
nonostante sono in preparazione delle iniziative x settimana prossima e altre si
stanno preparando per settembre sino al 1° maggio 2015 contro
l’Expo dove Israele è il
convitato di pietra; nonostante tutto e con un caldo afoso, dopo l’invasione
della striscia di Gaza non si poteva restare a casa e allora dopo un tam tam ci
siamo ritrovati in piazza S. Babila dalla comunità palestinese, alle
associazioni islamiche e non egiziane, marocchine, tunisine (tra loro come
sempre tanti giovani, ragazzi e ragazze), dal Fronte Palestina al Cantiere ai
Transiti e altri sodali da sempre con la causa palestinese. Tante le denunce
lanciate dai microfoni: contro l’asservimento della stampa;
contro il ruolo dei paesi Usa ed
europei – Italia in testa-; della giunta Pisapia come della regione. Molto
letti e condivisi lo striscione che abbiamo portato e i volantini –quello
nazionale e la locandina MFPR-. Ma comunque è emerso un sentire comune di fare
di più per costruire iniziative locali (una sarà mercoledì prossimo sotto la
sede RAI per denunciare da un lato il silenzio del genocidio perpetrato dai naz/sionisti
e dall’altro la complicità con gli assassini israeliani) sia nazionali (verso
una manifestazione nazionale) sia internazionali (fare una delegazione al
parlamento europeo in vista dell’incontro di martedì prossimo).
Ma se questi sono gli aspetti
positivi, uniti al fatto che la componente islamista era ridimensionata, è
negativo che molte componenti di movimento – a partire dal movimento NoExpo-
così come del sindacalismo di base e di classe non siano presenti o siano
silenti.
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