In Italia i padroni sono dispiaciuti perché l'approvazione
del Jobs Act (la legge appunto che elimina del tutto quel che è rimasto dei
diritti dei lavoratori) rischia di slittare a settembre per "l'ingorgo parlamentare",
e cioè le troppe leggi da approvare. Dice, infatti, Squinzi, il capo di
Confindustria: "Il tempo delle riforme concrete, incisive, è ormai agli
sgoccioli se vogliamo mantenere il nostro ruolo tra i paesi leader
dell'economia mondiale"! Vedi quanto vale la "riforma del lavoro"!
Che, nella sostanza, come ripete ossessivamente il moderno fascista ex ministro
del lavoro Maurizio Sacconi, significa "… una riforma vera che richiede il
superamento dell'articolo 18"!
Ed è qui che si può dire, per il proletariato in questo caso,
"tutto il mondo è paese". L'effetto della "globalizzazione"
si vede nelle iniziative dei governi che fanno leggi per permettere ai padroni
"licenza per lo sfruttamento sfrenato della forza lavoro" come si
dice in questo articolo.
***
India - Nuova Delhi – manifestazione unitaria di protesta
contro le riforme del lavoro proposte dal governo del Rajasthan
BIKANER HOUSE, 18 giugno
Le recenti riforme del lavoro introdotte nel Rajasthan
cercano di modificare tre diritti fondamentali del lavoro – la Legge sulle Controversie
Industriali, la legge sul Contratto di lavoro (Abolizione e regolamento) e la Legge
sulle fabbriche. Anche se lo scopo presunto di queste riforme è quello di
"creare posti di lavoro", in realtà ciò che si chiede è una maggiore
flessibilità dei mercati del lavoro e leggi favorevoli al flusso di capitali,
garantendo per la classe dei padroni una licenza per lo sfruttamento sfrenato
della forza lavoro.
Per Raje, Shourie e molti altri politicanti della destra nel
paese, tra cui il tanto amato nuovo Primo Ministro, la "via da seguire"
per uscire fuori dal pantano dell'inflazione e della disoccupazione in cui il
paese è attualmente bloccato, è una maggiore libertà per le imprese di
utilizzare il lavoro e le risorse del paese come meglio desiderano.
Che succederà?
Le implicazioni delle riforme sono di ampia portata e cambieranno
il volto dei diritti dei lavoratori come li conosciamo oggi.
Le modifiche suggerite per la Legge sulle Controversie
Industriali includono il capitolo sul ridimensionamento: che venga spostato da
unità che impiegano 100 lavoratori a quelli che ne impiegano 300. Ciò
significherebbe che un numero molto maggiore di aziende non avrebbe più bisogno
del permesso del governo prima di buttare fuori tutta la loro forza lavoro, chiudere
la fabbrica e lasciare un posto dopo aver guadagnato il maggior profitto come
volevano. Poi per la prima volta, ci sarà un limite di tempo di tre anni per iniziare
una vertenza industriale e questo ancora limita in modo significativo la
capacità dei dipendenti di portare le loro rimostranze dinanzi al giudice. Le
modifiche rendono anche più difficile registrare sindacati perché ora si ha la
necessità del 30% dei lavoratori che firmano una richiesta di iscrizione ad un
sindacato in contrasto con l'obbligo del 10% valso fino ad ora.
Per quanto riguarda la Legge sul contratto di lavoro
(Abolizione e regolamento), gli emendamenti sollevano l'applicabilità della
legge alle imprese con più di 50 lavoratori rispetto agli attuali 20, cosa che
negherà molti diritti fondamentali ad un settore più ampio della forza lavoro.
Nella legge sulle fabbriche, attualmente applicabile a locali
con più di 10 lavoratori con alimentazione elettrica e 20 senza alimentazione
elettrica, gli emendamenti portano questi numeri a 20 e 40, rispettivamente, il
che significa che un numero molto maggiore di persone non usufruirebbe più di
garanzie e benefici come condizioni di lavoro decenti con standard di pulizia,
ventilazione, fornitura di acqua potabile adeguata, latrine, ecc, disposizioni
di sicurezza che vietano l'occupazione di persone molto giovani intorno a
macchinari pericolosi, con norme per le vie di fuga in caso di emergenza,
regolamentazione per l'uso sicuro di macchinari ecc. e altri diritti sociali,
come la giornata lavorativa di 8 ore, vacanze settimanali pagate e doppio
compenso per lavoro straordinario, ecc.
Questi cambiamenti potrebbero tradursi direttamente in un
ampliamento del settore non organizzato, rendendo l'occupazione sempre più
precaria, limitando notevolmente il potere contrattuale dei lavoratori in un
certo numero di industrie, e rendendo i padroni meno responsabili nei confronti
di chi lavora per loro, permettendo loro il beneficio di maggiori economie di
scala. Questo significa anche permettere al governo di non occuparsi più di regolamentare
le condizioni di lavoro e di mediare nelle controversie industriali. Mentre
l'esperienza del movimento operaio in tutto il paese non lascia dubbi circa la
collusione tra l'amministrazione, i servizi del lavoro e i manager delle aziende nello sfruttamento dei
lavoratori, tali modifiche indebolirebbero significativamente i pochi terreni
di lotta oggi disponibili e formalizzare e normalizzare ciò che funziona come
violazione della legge.
In realtà il vero significato di ciò che sta accadendo nel
Rajasthan oggi si rivela nel Governo NDA che lo stesso giorno ha proposto una
riforma simile a livello del governo centrale. Queste sono infatti le
condizioni di "sviluppo" che Modi ha promesso al popolo - incentivare
gli investimenti facilitando lo sfruttamento! Questo vale anche a dimostrare
che le riforme del lavoro del Rajasthan sono un segno di cose che arriveranno in
futuro, con la promessa di cambiamento di Modi che annuncia un mercato del lavoro
flessibile e le riforme a favore delle aziende. Questo avviene in un momento in
cui l'India sembra essere in competizione con la Cina presentandosi come parte
del settore industriale-produttivo di un'economia globale che si basa sul
fulcro delle nazioni capitaliste avanzate come gli Stati Uniti e l'Unione
europea.
L'agenda neoliberista di cui ciò è sintomatico, è quindi da
collocare in un contesto di traiettoria di estrema destra della politica
indiana attualmente. Avendo presente il contesto dell'attuale congiuntura
capitalistica globale, queste riforme del lavoro annunciano l'offensiva
neoliberista del nuovo regime. Mentre le imprese danno chiaramente il benvenuto
a queste mosse, sta a noi vedere la verità in faccia. Noi che fatichiamo giorno
e notte per mettere due semplici pasti sulle tavole delle nostre famiglie, noi
che paghiamo con mille sforzi per la nostra educazione in modo che possiamo
ottenere un lavoro decente un giorno, noi che siamo gli eredi dei diritti che i
nostri predecessori hanno conquistato per noi, e anche delle loro lotte, noi
che non vediamo le persone come semplice foraggio per il profitto di pochi, noi
che crediamo che la strada da seguire non è quella che le imprese impongono, ma
quella che le persone richiedono per vivere meglio, una vita più appagante e
sicura.
SFIDIAMO LE RIFORME ANTI-LAVORO PROPOSTE DAL GOVERNO BJP DEL
RAJASTHAN!
DENUNCIAMO L'AGENDA DELLE RIFORME DEL GOVERNO NEOLIBERISTA BJP-NDA!
COMBATTIAMO PER SALVAGUARDARE I DIRITTI DURAMENTE CONQUISTATI
DALLE MASSE LAVORATRICI DEL PAESE!
KRANTIKARI NAUJAWAN SABHA
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