pc 19 gennaio - Interdizione dai pubblici uffici? Ride ben chi ride ultimo. Iurato, Gratteri, da L'Aquila al mondo intero,aspettiamo ancora di farci una sazia risata. Sarà una risata che vi seppellirà!
Indagine appalti "sicurezza": L'Aquila, le risate al telefono del prefetto Iurato con l'ex capo dello SCO (servizio centrale operativo) Francesco Gratteri: io, commossa per finta.
La conversazione risale al 28 maggio 2010, la Iurato sta parlando con Francesco Gratteri, già capo della Direzione centrale anticrimine, condannato (si fa per dire) a 4 anni per l’irruzione nella scuola Diaz, durante il G8 di Genova del 2001.
Il gip di Napoli Claudia Picciotti ha firmato un'ordinanza di interdizione dai pubblici uffici nei confronti dei prefetti Nicola Izzo, ex vicecapo della Polizia, e Giovanna Iurato, ex prefetto dell'Aquila, indagati nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti per la sicurezza. Izzo è indagato nella sua qualità di autorità di gestione dei fondi Pon sicurezza, mentre la Iurato è chiamata in causa nella qualità di direttore dell'asse 1 dei fondi Pon sicurezza.
Particolare inquietante, poco dopo il suo insediamento nella carica di Prefetto dell'Aquila, città sconvolta dal terremoto, Giovanna Iurato «scoppiava a ridere ricordando come si era falsamente commossa davanti alle macerie e ai bimbi rimasti orfani», stigmatizzano i pm di Napoli commentando una telefonata del prefetto intercettata.
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I magistrati napoletani - titolari dell'inchiesta sugli appalti per la sicurezza nell'ambito della quale Iurato è indagata per turbativa d'asta - fanno riferimento a una telefonata fra la stessa Iurato e il prefetto Francesco Gratteri, intercettata il 28 maggio 2010.
«Commentando la sua prima giornata ufficiale - scrivono i pm - nella città martoriata dal terremoto (definita sarcasticamente da Iurato "una città inesistente, che non c'è"), scoppiava a ridere, ricordando come si era (falsamente) commossa davanti alle macerie e ai bambini rimasti orfani. Una risata non giustificabile dalle circostanze e dagli eventi tragici di quelle ore, che avrebbero imposto al rappresentante del Governo di assumere comportamenti ben diversi e non certo (a proposito di cinismo) legati alla predisposizioni di condotte e strumenti atti a prevenire e/o scongiurare indagini in corso».
Appalti sicurezza a Napoli, ex capo Dia rivelò nomi indagati
L'ex capo della Dia, generale Antonio Girone, avrebbe rivelato i nomi di alcuni indagati nell'inchiesta sugli appalti per la sicurezza a Napoli. È una circostanza all'esame della Procura di Napoli che nel corso dell'inchiesta ritirò nei mesi scorsi la delega alla Dia per affidare le indagini al Nucleo di polizia Tributaria della Guardia di Finanza.
La vicenda è riportata nella richiesta di misure cautelari firmata dal procuratore aggiunto Rosario Cantelmo e dai pm della Dda Vincenzo D'Onofrio, Raffaello Falcone e Pierpaolo Filippelli.
Della presunta fuga di notizia si fa riferimento in una telefonata intercorsa tra i vicecapi Francesco Cirillo e Nicola Izzo (quest'ultimo dimessosi e coinvolto nella inchiesta). La telefonata risale al 2 giugno 2010. L'argomento al centro della conversazione è l'inchiesta napoletana e l'eventuale coinvolgimento di alti dirigenti del Viminale.
Gli inquirenti riportano anche la sintesi di una precedente telefonata tra il prefetto Giovanna Iurato e Izzo «nel corso della quale - scrivono i magistrati - concordando la linea difensiva comune da adottare innanzi ai pm, la prima riferisce di ricevere indicazioni e notizie dal Generale Girone su quale fosse la linea investigativa seguita dalla pubblica accusa. Generale Girone, che all'epoca dei fatti era il Capo (nazionale) della Direzione Investigativa Antimafia, e quindi a conoscenza delle più importanti attività di indagini che gli organi periferici (e in particolare il centro operativo DIA di Napoli)».
«Lo stesso Girone che evidentemente, stando alle parole della Iurato, - osservano i pm - non si limitava a fornire informazioni (coperte da segreto investigativo), ma anche a 'dettarè, in forza della sue conoscenze particolareggiate degli atti di indagine, una linea difensiva 'utilè alla sua posizione processuale».
«In altre conversazioni emerge la reiterazione dei contatti tra la Iurato e Girone, nonché i contatti tra quest'ultimo e l'altro vice-capo della Polizia, Francesco Cirillo a cui - scrivono gli inquirenti - comunica illegittimamente il nominativo delle persone iscritte nel registro degli indagati».
Durante la conversazione Nicola Izzo chiede se «Giovanna è indagata o meno». Francesco - sintetizzano gli investigatori - riferisce che «Girone gli ha detto che gli indagati sono: Giovanna (Iurato), Saporito (Salvatore, morto poi suicida, ndr) e poi esce fuori anche Castrese De Rosa».
Concessi i domiciliari all'ex provveditore Mautone
Il gip Claudia Picciotti, infine, ha disposto l'attenuazione delle misure cautelari per una serie di indagati destinatari di provvedimenti restrittivi nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti per la sicurezza a Napoli. La decisione è stata adottata a conclusione di tutti gli interrogatori di garanzia.
Sono stati concessi gli arresti domiciliari alle persone che erano finite in carcere: l'ex provveditore alle opere pubbliche della Campania e del Molise, Mario Mautone, l'ad di Telespazio ed ex amministratore delegato di Elsag Datamat spa Carlo Gualdaroni, Francesco Subbioni, ad di Electron Italia e consigliere di Elsag, e Lucio Gentile, indicato come faccendiere e intermediario. Obbligo di firma è stato invece adottato nei confronti degli indagati che erano agli arresti domiciliari, tra i quali l'ex questore di Napoli Oscar Fioriolli.
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