mercoledì 16 gennaio 2013

pc 16 gennaio - FIAT: 2 anni di cassa integrazione a Melfi, Landini scopre l'acqua calda e continua ad affidare la lotta... ai tribunali mentre Marchionne fa ciò che vuole


Fiat: Landini, azienda è già succursale degli americani

Fiat già ora è una succursale degli americani: vende auto con Chrysler in America, vende in Brasile, mentre il buco nero resta l'Europa, resta l'Italia, dove l'azienda chiude fabbriche come Termini Imerese e Irisbus”. Così Maurizio Landini, segretario generale della Fiom Cgil, commenta le parole di oggi dell'ad di Fiat, Sergio Marchionne, sulla necessita di unificare rapidamente Fiat e Chrysler. 

Sul caso dei 19 licenziamenti a Pomigliano d'Arco, Landini aggiunge: “Il fatto che gli altri sindacati, Cisl Uil e Ugl, abbiano detto no a 19 licenziamenti è, mi pare, il minimo che un sindacato degno di questo nome possa fare. In questa decisione credo abbia pesato il fatto che domani il tribunale di Roma discuterà il ricorso presentato dalla Fiom proprio su questa vicenda: se il giudice ci darà ragione, non solo Fiat non potrà licenziare 19 persone, ma non potrà licenziare nessuno e tutti i lavoratori di Pomigliano che sono ancora fuori dovranno rientrare”.

Da: Rassegna.it 15/1/13

(ANSA) POTENZA - La Fiat ha richiesto per lo stabilimento di Melfi (Potenza) la cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione aziendale dal prossimo 11 febbraio al 31 dicembre 2014. Lo dichiara la Fiom-Cgil, che esprime "forte preoccupazione perché ad oggi ancora non si conoscono i dettagli degli investimenti per lo stabilimento".
La produzione della "Punto" nello stabilimento di Melfi (Potenza) della Fiat continuerà anche nei prossimi mesi, dopo l'avvio della cassa integrazione straordinaria per la ristrutturazione in vista della realizzazione dei nuovi modelli di auto. Nello stabilimento lucano del gruppo torinese vi sono due linee di produzione. Gli interventi programmati dall'azienda interesseranno a turno solo una delle due linee: sull'altra lavoreranno a rotazione gli operai, per continuare a produrre la "Punto" e soddisfare così le richieste del mercato. In tal modo al periodo quasi biennale di cassa integrazione straordinaria saranno interessati a turno tutti i lavoratori.
Il segretario regionale del sindacato, Emanuele De Nicola, ha sottolineato che la richiesta "arriva dopo gli annunci in pompa magna dei giorni scorsi, alla presenza del Presidente del Consiglio, Mario Monti e del Presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo e dei segretari generali di Cisl e Uil". La Fiom-Cgil inoltre esprime "forte preoccupazione perché ad oggi ancora non si conoscono i dettagli degli investimenti per lo stabilimento e i tempi per la realizzazione del nuovo progetto" e chiede "alla Fiat e anche alle istituzioni regionali la massima trasparenza nella gestione della Cigs al fine di garantire la rotazione al lavoro di tutti i lavoratori, per impedire come avvenuto a Pomigliano discriminazioni e perdite salariali a danno dei lavoratori".
AZIENDA, CIGS NECESSARIA PER FARE INVESTIMENTO - La cassa integrazione straordinaria a Melfi è necessaria perché "per poter realizzare fisicamente gli investimenti per circa un miliardo di euro previsti per lo stabilimento Sata saranno necessari importanti interventi sui fabbricati e sugli impianti". Lo precisa l'azienda spiegando che la cigs sarà a rotazione tra tutti i dipendenti.
MARCHIONNE, CIGS A MELFI PER INSTALLARE LE NUOVE LINEE - "Stiamo installando le nuove linee per fare le nuove vetture. Continueremo a produrre la Punto. Non capisco qual è il problema". Così' l'ad di Fiat Chrysler, Sergio Marchionne interviene sulla questione della cassa integrazione di Melfi.
"Si tratta di una richiesta standard, una procedura normale, che viene fatta per coprire i lavoratori impattati dall'installazione di nuove linee", aggiunge.
MARCHIONNE, NON CHIUDEREMO ALTRI IMPIANTI ITALIA - Fiat non chiuderà altri impianti in Italia. Lo ha detto - secondo Bloomberg - l'a.d. di Fiat Sergio Marchionne al Salone di Detroit. Secondo il top manager italo-canadese inoltre, i tagli di posti di lavoro effettuati in Polonia hanno protetto i lavoratori delle fabbriche italiane.
Il Lingotto, in Italia, ha chiuso lo stabilimento sicilaino di Termini Imerese e quello Irisbus di Valle Ufita, in provincia di Avellino.

Nessun commento:

Posta un commento