MARLANE MARZOTTO, PROCESSO AL
BIVIO?
Si è svolta venerdì 11 gennaio, la prima delle tre
udienze settimanali programmate a gennaio per il processo Marlane Marzotto di
Praia a Mare.
Ancora una volta è stata una seduta fiume, intervallata da
brevissimi periodi di pausa atti a consentire l’avvicendamento dei
numerosi testi chiamati a deporre.
Allasbarra i consueti tre imputati del
reparto tintoria, mentre i restanti nove -sempre assenti -sono stati
considerati dalla giuria contumaci. Ieri abbiamo assistito alla testimonianza
resa dal facente funzioni di capo del personale, nonché ultimo
responsabile della contabilità industriale. Pur avvezzi alle bugie di
siffatto personaggio, in questa occasione ha dato il meglio di sé, dimentico
di aver pronunciato in premessa la formula del giuramento. Eppure questi era
stato assunto e ha fatto una carriera bruciante esclusivamente per meriti
politici, occasione mancata per gli avvocati dell’accusa ancora una volta
distratti da beghe e faziosità intestine. Nessuno ha messo
l’inciso sul suo passato nebuloso da sindacalista Cisl, né sull’assunzione
in azienda di ben tre nipoti nel mentre decine di lavoratori venivano
collocati in Cassa Integrazione, sulla gestione in qualità di socio di
un’azienda dell’indotto, sul fratello responsabile del reparto filatura,
sulla cugina richiamata in fabbrica dalla cassa integrazione mentre gli altri
finivano in mobilità, sulla parentela con l’ex responsabile di fabbrica
ora alla sbarra come imputato.
Il rituale si è ripetuto con un
sindacalista della Cgil, nonostante avesse sottoscritto a suo tempo un
articolato verbale al cospetto del PM e di un ispettore di Polizia
Giudiziaria; anche questi poteva vantare parentele
compromettenti essendo
cognato della titolare di un’altra società dell’indotto. C’è voluto
l’intervento alla carbonara dello SLAI cobas per indurre un avvocato a
chiedere al presidente di reiterare l’audizione di questi testi e
di quello già sentito nella precedente udienza e poi minacciato di querela
per falso.
Dopo questi fatti è il caso di vigilare costantemente sulle fasi
del processo, pur collidendo con le norme del codice di procedura penale.
Lo SLAI Cobas, in uno con Medicina Democratica, nutre serie preoccupazioni
sul parterre di legali spesso proiettati in un processo molto più grande
di loro. Ovviamente fanno eccezione gli avvocati Branda, Senatore e La Rosa,
unici a fare barriera contro i tentativi di banalizzazione di una delle
cause penali in itinere più importanti d’Italia.
Prossima udienza il 18
gennaio, anche questa caratterizzata da ulteriori sindacalisti coinvolti in
faccende collegate a corda doppia con la Marlane.
Paola (CS),
12.01.2013
SLAI COBAS
COSENZA
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