sabato 4 agosto 2012

pc 4 agosto - Condannato per mafia, si fa il carcere a rate, è libero per buona condotta e (in nome del popolo italiano) ha la pensione del Senato!

Ed è stato pure coinvolto nella trattativa Stato-mafia. Ma quanto è severo lo Stato con i politici che vengono condannati per mafia!

Da quel che si ricava dall’articolo che riportiamo sotto, fino ad ora, gli unici politici indagati per mafia che hanno fatto la galera sono 3 (TRE): Vincenzo Inzerillo, Franz Gorgone, Salvatore Cuffaro, tutti e tre della Democrazia Cristiana.

Vincenzo Inzerillo si è fatto 4 anni e 4 mesi invece di 5 e 4 mesi e a rate: tra il ’95 e il ’97 (!) e dal 2011 ad ora.

È stato senatore ma senza finire la legislatura e ha la pensione perché dice: “Ho riscattato il resto del periodo!”

Il giornalista sembra un po’ imbarazzato: “Palazzo Madama paga il vitalizio a un condannato per mafia, ma non è il solo e potrebbe non essere l’ultimo” (!!)

Naturalmente in politico si dichiara innocente e farà ricorso. Naturalmente niente sa della trattativa “… se trattativa ci fu, è stata convergenza tra mafia, alte istituzioni e Servizi” se dovessero ammazzarlo “…non sarà stata la mafia. Saranno stati i Servizi deviati piuttosto.” E da chi dipendono i Servizi segreti? dalla politica…

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Libero per buona condotta l’ex senatore dc Enzo Inzerillo

È tornato in libertà con un anno di anticipo, grazie alla buona condotta tenuta in carcere e al fatto di avere aiutato gli ultimi, detenuti con problemi fisici e mentali che ha assistito durante la detenzione. Vincenzo Inzerillo doveva rimanere in prigione 5 anni e 4 mesi, è uscito dopo 4 anni e 4 mesi. Lui, ex senatore della Dc, è uno dei tre politici siciliani che hanno scontato una condanna definitiva per reati di mafia, assieme a Franz Gorgone, che ha finito da tempo di espiare una pena per il suo stesso reato, il concorso esterno, e a Totò Cuffaro, che è ancora in cella per favoreggiamento aggravato.
Il carcere, patito in due diversi periodi, tra il ’95 e il ’97 e dal 12 gennaio 2011 alle scorse settimane, non ha fiaccato l’ex senatore, oggi 65 anni, pensionato delle Ferrovie e anche del Senato, nonostante la sua legislatura, tra il ’92 e il ’94, sia durata appena un paio d’anni. “Ho riscattato il resto del periodo”, spiega. Palazzo Madama paga il vitalizio a un condannato per mafia, ma non è il solo e potrebbe non essere l’ultimo.

Il ritorno a casa, a San Lorenzo, non ha spento l’amarezza: “Sono stato assessore con Orlando, ai tempi della Primavera”, ricorda. Ma ora l’ex vicesindaco sta scontando la misura di sicurezza ed è costretto a non uscire dal territorio comunale, a tornare a casa presto. “I boss Graviano non avevano fatto votare per me – dice Enzo Inzerillo - mi aveva scagionato Gaspare Spatuzza. Io sono contento che degli innocenti siano usciti dal carcere, dopo tanti anni, grazie al pentito. Ma perché io sono stato condannato?” Perché i giudici hanno ritenuto che ci fossero molti altri elementi: “Ma io voglio giustizia e non mi arrenderò finché non l’avrò avuta”. Punta alla revisione del processo, ma lui è stato sotto inchiesta anche per la trattativa fra Stato e mafia, a Firenze, dove il caso era stato affrontato e archiviato dieci anni fa. “Io – dice l’ex indagato – non so niente della trattativa, ma penso che i magistrati agiscano in buona fede e che vengano fuorviati dai pentiti, dai depistaggi e dai Servizi deviati. Stima comunque Ingroia, che ha indagato su di me per mafia. Verrà mai a galla la verità? Non lo so. Posso dire solo che se trattativa ci fu, è stata convergenza tra mafia, alte istituzioni e Servizi”. Teme per la sua vita? “Se domani mi succederà qualcosa, non sarà stata la mafia. Io non ho fatto patti con la mafia. Saranno stati i Servizi deviati, piuttosto. La mia vicenda? Si cercava uno su cui scaricare: si è trovato comodo farlo su di me. Forse perché sono nato a Brancaccio”

Gds 1 agosto 2012

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