Come avevamo sempre detto in tempi non
sospetti, la lotta degli operai Ilva poteva esplodere, ed è esplosa,
nella forma di una rivolta di massa. La cappa che ha tenuto per anni
i lavoratori “compressi” è saltata.
Ma la rivolta è cominciata ambigua e
continua ad essere aperta a varie posizioni e a varie soluzioni.
Noi siamo dentro dall'inizio, e
dobbiamo continuare ad esserci. alcuni operai che le immagini ritraggono o che appaionio e parlono in televisione sono dello slai cobas per il sindacato di classe o vicini allo slai cobas Ilva. Non usiamo bandiere per esssere interni alla dinamica delle masse che è trasversale.
In questa fase, in cui siamo
minoranza, il nostro ruolo è quello di essere presenti in prima fila, di essere
riconosciuti dagli operai, e in particolare dagli operai con una
visione più di classe, di sentire gli operai e portare le nostre
parole d'ordine; lavorare come in una rete con i tuttora pochi operai
dello slai-cobas per il sindacato di classe che possono essere diretti; nello stesso tempo
rappresentare gli operai complessivamente e le loro ragioni e interessi reali verso la
città e a livello nazionale.
In questa fase lo scopo nostro è di
stare dentro la lotta, non fare errori che possono isolarci e
contrapporci a gruppi di operai più esasperati e combattivi anche se su posizioni non classiste ma fiolaziendali,
utilizzare il buon nome che comunque lo slai cobas per il sindacato di classe ha in fabbrica per
conquistare spazio tra gli operai e intervenire sempre più
apertamente con le nostre posizioni. Questo richiede che siamo
permanentemente presenti perchè chi è più presente avrà più voce
in capitolo progressivamente, chi se ne va viene emarginato e deve
ricominciare sempre da capo.
Il tipo di provvedimento eccessivamente
tecnico della magistratura ha cambiato di fatto la situazione dei
giorni scorsi. Oggi noi dobbiamo sostenere la continuazione della
rivolta e l'unità di massa; è stando in questa continuità e unità
che dobbiamo lavorare per schierare i fronti sia interni ai
lavoratori (in maniera trasversale), sia esterni in città.
Le nostre parole d'ordine sono: difesa
dei posti di lavoro e del salario; ogni intervento giudiziario e
provvedimento/dispositivo sulla questione ambientale non deve mettere
in discussione il posto di lavoro e il salario.
Siamo perchè Riva e i dirigenti Ilva
paghino per la distruzione di salute e ambiente che hanno fatto in
questi anni. Ma diciamo altrettanto chiaramente ai lavoratori che
questa distruzione è il frutto della vera devastazione fatta da
padron Riva in questi anni: produzione spinta ai massimi livelli,
sfruttamento degli impianti al massimo, e soprattutto sfruttamento,
intensificazione del lavoro per gli operai, per il massimo profitto.
Noi siamo perchè Taranto resti città
della grande fabbrica siderurgica, prima in Europa, non vogliamo
assolutamente che Taranto perda la sua più importante classe
operaia. Questo come comunisti è strategicamente importante.
Tutti i compagni del circolo di
proletari comunisti di Taranto sono e continuano ad essere impegnati
prioritariamente in questa lotta dell'Ilva, per tutto il tempo
necessario.
In questi primi giorni fondamentale è
la lotta unitaria e di massa degli operai, e in particolare che
questa lotta resti nelle loro mani come decisione e partecipazione.
Non tocca a noi contestare sindacalisti o altri, lo fnno già spontaneamente gli operai ogni qualvolta ne hanno occasione. L'unica cosa che
conta è impedire la frammentazione e l'esasperazione, entrambi
porterebbero ad una sconfitta e a un controllo della situazione da parte di padrone, stato, riformismo e sindacato confederale
Il problema più grave che si è creato
ora lo ha creato la magistratura che non ha distinto le
responsabilità di Riva e capi, che andavano colpite, la continuità
produttiva della fabbrica, condizione necessaria anche per un
intervento pianificato di bonifica in corso d'opera,la questione
della difesa rigida del posto di lavoro e del salario operaio.
Senza la distinzione tra questi tre
aspetti l'azione della Magistratura è illusoria, sbagliata e
controproducente.
Illusoria perchè se uccidi la fabbrica
non hai nulla da bonificare, sbagliata perchè se vuoi realmente
incidere nella vicenda, non solo gli ambientalisti ma anche gli
operai sono forza di sostegno per questo, controproducente perchè in
questo quadro si crea un'alleanza tra azienda e operai e istituzioni
al seguito che non permette di colpire i responsabili né di
affrontare la situazione.
Di tutti i problemi che abbiamo, uno
risulta importante, una parte rilevante degli operai difende
l'operato di Riva e una parte di essi finisce per ritenere ingiusti anche i
provvedimenti verso i Riva e i dirigenti dell'azienda. Invece per noi
è fondamentale distinguere gli interessi operai da quelli
dell'azienda, anche verso l'azienda bisogna fare una proposta e
sostenerla tra i lavoratori. Se l'azienda si assume le sue
responsabilità e dichiara che conserverà i posti di lavoro nel
quadro della realizzazione degli interventi di bonifica necessari e
di utilizzo dei fondi dello Stato a cui aggiungerà i suoi, questo
pensiamo che inciderà anche nella decisione del riesame e può
portare ad un risultato temporaneamente vincente per gli operai.
Questo aiuterebbe l'indirizzo della lotta i senso anti padronale.
Ribadiamo che l'importante non far
errori, distinguersi nettamente da ambientalisti medio borghesi e piccolo borghesi di cui sono parte anche gruppo dirigente fiom, sinistra riformista e con toni diversi anche comitato di quartiere centro sociale archtower ecc, né estremisti delle forme di
lott, perchè spesso sono operai ultraziendalisti ad esserlo, ma tenaci difensori e sostenitori delle propostehe rappresentano pienamente gli
interessi degli operai, che, come abbiamo scritto prima, ragionino
con la propria testa.
Circolo Proletari Comunisti taranto
il volantino odierno dello slai cobas per il sindacato di classe ilva taranto
questa sera alle 18 riunione sede slai cobas taranto via rintone 22 per
decidere il che fare giovedì e venerdi
tel 347-1102638
ORA BISOGNA ANDARE FINO IN FONDO, con lotta, chiarezza e serietà.
Come avevamo sempre detto, la lotta degli operai Ilva poteva esplodere, ed è
esplosa, nella forma di una rivolta di massa. La cappa che ha tenuto per
anni i lavoratori "compressi" è saltata. Ma la rivolta continua ad essere
aperta a varie posizioni e a varie soluzioni.
Noi non siamo d'accordo sulla sostanziale sospensione dei blocchi, per noi
bisognava continuare a farsi valere e sentire anche in questi giorni, nè
pensiamo che giovedì si debba tornare a fare la solita processione, per
ascoltare Camusso, Angeletti e Bonanni. Giovedì si deve bloccare tutto e
Venerdì pure.
- Il riesame deve rivedere la decisione di 'fermo degli impianti'. La
magistratura non ha distinto adeguatamente: le responsabilità di Riva e
dirigenti che vanno colpite, la continuità produttiva della fabbrica
condizione necessaria anche per un intervento pianificato di bonifica in
corso d'opera, la questione della difesa rigida del posto di lavoro e del
salario di tutti i lavoratori.
- Riva e gli altri devono restare agli arresti, Riva deve mettere la sua
parte di soldi per gli interventi necessari, garantendo il lavoro per tutti
e per tutto il tempo necessario alla bonifica.
Noi con gli operai diciamo "l'Ilva non deve chiudere, Riva, e i politici che
hanno gestito quando era Italsider pubblica, devono pagare. Noi abbiamo già
pagato anche con i nostri morti. Loro se ne possono andare, la fabbrica e il
nostro lavoro devono rimanere".
Noi con gli operai diciamo "se siamo arrivati a questo punto la colpa è di
Riva e anche dei sindacati confederali che per anni si sono coperti a
vicenda. Se ci fossero stati prima i Cobas, se fossimo tutti dei Cobas, le
cose non starebbero così".
La lotta quindi ora deve rimanere nelle mani degli operai.
Le proposte e l'azione fatta dallo Slai cobas in questi anni (basti pensare
alla richiesta di "Postazione ispettiva" in fabbrica su sicurezza e salute
degli operai, ecc.), avrebbero fermato prima la mano di Riva e la
magistratura non avrebbe avuto ragione di provvedimenti così gravi. Ma gli
operai per paura e anche per visione ristretta non hanno fatto il passo
necessario, ora bisogna farlo!
Nulla sarà comunque come prima all'Ilva e a Taranto. E' importante che gli
operai ora si organizzino come Slai cobas, ora non abbiamo che da perdere le
nostre catene e un mondo da conquistare. Lo Slai Cobas deve essere ammesso a
tutti i tavoli di trattativa per portare gli interessi operai reali e non
quelli dell'azienda e a garanzia che non ci saranno manovre sulla testa dei
lavoratori.
Facciamo appello a tutti a darci una mano perchè tutti insieme possiamo fare
il giusto per il lavoro, la sicurezza e la salute degli operai e della
città, contro Riva ma anche contro lo Stato che prima non fa niente e ora
mette a rischio i posti di lavoro.
Slai COBAS per il sindacato di classe Ilva Taranto
via Rintone, 22 Taranto - cobasta@libero.it - 347-5301704 - 347-1102638
31 luglio 2012"
questa sera alle 18 riunione sede slai cobas taranto via rintone 22 per
decidere il che fare giovedì e venerdi
tel 347-1102638
ORA BISOGNA ANDARE FINO IN FONDO, con lotta, chiarezza e serietà.
Come avevamo sempre detto, la lotta degli operai Ilva poteva esplodere, ed è
esplosa, nella forma di una rivolta di massa. La cappa che ha tenuto per
anni i lavoratori "compressi" è saltata. Ma la rivolta continua ad essere
aperta a varie posizioni e a varie soluzioni.
Noi non siamo d'accordo sulla sostanziale sospensione dei blocchi, per noi
bisognava continuare a farsi valere e sentire anche in questi giorni, nè
pensiamo che giovedì si debba tornare a fare la solita processione, per
ascoltare Camusso, Angeletti e Bonanni. Giovedì si deve bloccare tutto e
Venerdì pure.
- Il riesame deve rivedere la decisione di 'fermo degli impianti'. La
magistratura non ha distinto adeguatamente: le responsabilità di Riva e
dirigenti che vanno colpite, la continuità produttiva della fabbrica
condizione necessaria anche per un intervento pianificato di bonifica in
corso d'opera, la questione della difesa rigida del posto di lavoro e del
salario di tutti i lavoratori.
- Riva e gli altri devono restare agli arresti, Riva deve mettere la sua
parte di soldi per gli interventi necessari, garantendo il lavoro per tutti
e per tutto il tempo necessario alla bonifica.
Noi con gli operai diciamo "l'Ilva non deve chiudere, Riva, e i politici che
hanno gestito quando era Italsider pubblica, devono pagare. Noi abbiamo già
pagato anche con i nostri morti. Loro se ne possono andare, la fabbrica e il
nostro lavoro devono rimanere".
Noi con gli operai diciamo "se siamo arrivati a questo punto la colpa è di
Riva e anche dei sindacati confederali che per anni si sono coperti a
vicenda. Se ci fossero stati prima i Cobas, se fossimo tutti dei Cobas, le
cose non starebbero così".
La lotta quindi ora deve rimanere nelle mani degli operai.
Le proposte e l'azione fatta dallo Slai cobas in questi anni (basti pensare
alla richiesta di "Postazione ispettiva" in fabbrica su sicurezza e salute
degli operai, ecc.), avrebbero fermato prima la mano di Riva e la
magistratura non avrebbe avuto ragione di provvedimenti così gravi. Ma gli
operai per paura e anche per visione ristretta non hanno fatto il passo
necessario, ora bisogna farlo!
Nulla sarà comunque come prima all'Ilva e a Taranto. E' importante che gli
operai ora si organizzino come Slai cobas, ora non abbiamo che da perdere le
nostre catene e un mondo da conquistare. Lo Slai Cobas deve essere ammesso a
tutti i tavoli di trattativa per portare gli interessi operai reali e non
quelli dell'azienda e a garanzia che non ci saranno manovre sulla testa dei
lavoratori.
Facciamo appello a tutti a darci una mano perchè tutti insieme possiamo fare
il giusto per il lavoro, la sicurezza e la salute degli operai e della
città, contro Riva ma anche contro lo Stato che prima non fa niente e ora
mette a rischio i posti di lavoro.
Slai COBAS per il sindacato di classe Ilva Taranto
via Rintone, 22 Taranto - cobasta@libero.it - 347-5301704 - 347-1102638
31 luglio 2012"
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