E' apparso in internet la lettera anonima che riportiamo sotto, indirizzata allo Slai cobas per il sindacato di classe firmata “lavoratore Ilva”, che spara vere e proprie stupidaggini sullo Slai cobas e la sua posizione, rispondiamo solo perchè ci dà la possibilità di chiarire, a coloro che evidentemente non seguono la battaglia dello Slai cobas in Ilva.
Questo "lavoratore sembra entrato solo ieri in Ilva, perché da quello che scrive sembra che non conosce proprio lo Slai cobas. Si è dimenticato che lo slai cobas prima e dopo l’ingresso di Riva ha sempre fatto della battaglia sulla sicurezza contro i morti in fabbrica una costante della sua azione? Si è dimenticato che noi abbiamo aperto all’ex Italsider la più grande battaglia sulla questione dell’amianto? Si è dimenticato che dopo la uccisione di Paolo Franco e Pasquale D’Ettorre nel 2003, abbiamo, facendo dell’Ilva un caso nazionale”, promosso e costruito la “Rete per la sicurezza sui posti di lavoro”, con operai e familiari degli operai morti per infortuni o malattie, organizzando per la prima volta a Taranto il 18 aprile 2008 una manifestazione su questo, con la presenza di delegazioni nazionali di lavoratori, Thyssen di Torino, ecc. e, anche qui per la prima volta su questi temi, con la partecipazione di decine e decine di operai dell’Ilva e anche di delegati Fiom - manifestazione che guarda caso volutamente partiva dai Tamburi, per unire operai e popolazione dei quartieri più devastati?
Si è dimenticato che la coordinatrice dello Slai cobas è stata denunciata direttamente da Emilio Riva per la scritta “Riva assassino” e che al processo Riva, mai presentatosi a Taranto per i suoi processi, è invece venuto ma se ne è dovuto andare con la coda nelle gambe visto che ha vinto la compagna dello slai cobas?
Si è dimenticato che la condanna più alta per truffa ed estorsione sulla vicenda ex Nuova Siet, 4 anni e mezzo, Riva l'ha avuta per la denuncia e l'azione processuale dello Slai cobas?
Si è dimenticato che noi, e solo noi, abbiamo fatto una campagna di anni perché gli operai, i delegati Rsu, prendessero in mano la battaglia per la difesa della salute e sicurezza, che gli operai non stessero solo a lamentarsi, ma si organizzassero nello slai cobas per questo, e usassero anche le poche leggi a loro favore (come l’art.14 della ex 626), ecc.? Appelli che purtroppo sono spesso caduti nel vuoto, per responsabilità della feroce, aperta e sotterranea, campagna contro di Fiom, Fim e Uilm, ma anche per l’atteggiamento sbagliato degli operai che parlano ma non vogliono poi veramente fare.
Si è dimenticato che lo slai cobas, osteggiato prima di tutto dai sindacati confederali, ha proposto una postazione ispettiva fissa in Ilva di asl e ispettorato del lavoro, per intervenire subito ma anche per pretendere che questi ispettori facciano il loro mestiere?
Lo sai che i coordinatori provinciali dello Slai cobas sono stati denunciati, con richiesta di risarcimento di 1 miliardo, dall'attuale segretario nazionale della Uilm Palombella e in un altro momento dall'ex segretario Fiusco della Fiom perchè denunciavamo la collusione di questi sindacati con l'azienda, proprio sulle questioni della sicurezza? E, però, loro hanno perso in Tribunale.
E poi il fatto che in questi ultimi anni quando tutti dicevano che la situazione in Ilva era migliorata, solo lo slai cobas in fabbrica ha continuato a denunciare tutti gli episodi di attacco alla salute e alla vita degli operai e a dire che non si doveva abbassava la guardia…
E, potremmo continuare con decine e decine di fatti – non parole – fino ad oggi.
Questo "Lavoratore Ilva" dove stava? Perché ogni volta che noi abbiamo sollevato queste questioni prima, non ci ha scritto? E anche oggi, ma li legge bene i nostri comunicati, volantini, locandine?
Noi diciamo che l’Ilva non deve chiudere, perché altrimenti finisce come Bagnoli, in cui non si è salvato un posto di lavoro ma non si è evitata neanche la devastazione ambientale, anzi la situazione è peggiorata (vai a vedere direttamente); la battaglia per la difesa della salute e dell’ambiente si fa con gli operai sui posti di lavoro, attivi, protagonisti – altrimenti – con gli operai mandati a casa e “assistiti” dalle elemosine dello Stato NON SI FARA’!
NOI DICIAMO GLI OPERAI IN FABRICA – I PADRONI IN GALERA!.
Sono gli operai che vivono in fabbrica 8 ore al giorno e più, che vivono spesso nei quartieri disastrati che devono anche loro dire come si deve risanare. Il resto sono chiacchiere che rischiano anche ora di lasciare la situazione così com’è e non ci sarà alcuna magistratura che la cambierà realmente.
Se si vuole continuare a non pensare con la propria testa, si faccia pure. Ma così sia chiaro che gli operai finiranno "cornuti e mazziati" e non salvaguarderanno né salute, né ambiente, né lavoro!
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